Ugo De Rosa | Grande successo per la gradita conferenza/spettacolo tenutasi alla Biblioteca Antoniana di Ischia e promossa dal CT AIParC Ischia, il Centro Territoriale ischitano dell’Associazione italiana Parchi Culturali. L’attesa esibizione del noto artista foriano Gaetano Maschio – accompagnato al piano dal puntuale M. Silvano Trani – ha coinvolto i tantissimi partecipanti in una interessante dissertazione tra canto, poesia e ricordi; un affascinante viaggio nella memoria dell’autore, sulla scia di ricordi personali, doviziosamente narrati con accattivante brio e sense of humour.
Particolarmente soddisfatta la presidente del CT Ischia che, insieme ai dinamici soci, svolge un’azione di conoscenza, promozione e valorizzazione delle peculiarità culturali isolane: il tema odierno era il dialetto, identitario delle popolazioni dell’isola e che Gaetano Maschio ha declinato, con innata bravura, nelle varie accezioni per la gioia dei numerosi estimatori accorsi. La riuscita dell’evento è dovuta anche alla Direttrice della Biblioteca dottoressa Lucia Annicelli, sempre prodiga nell’attuare sinergie e profondere competenze, e all’assessore Luigi Di Vaia convinto sostenitore, insieme all’amministrazione, delle molteplici progettualità promosse dal dinamico sodalizio ischitano.
Lo stesso Gaetano Maschio si è dichiarato contentissimo al termine della sua esibizione: «Veramente una bellissima serata.

È stato un momento emozionante, proprio così come io l’avevo immaginato: nell’annunciare questa serata avevo sottolineato che “Gaetano Maschio racconta e si racconta”. E così è stato: siamo partiti dai ricordi di infanzia e siamo arrivati fino ai giorni nostri attraverso le poesie e le canzoni che hanno accompagnato la mia esistenza, non solo quelle edite, famosissime, ma anche quelle inedite che nel corso degli anni ho avuto modo di comporre. Ringrazio veramente di cuore la dottoressa Caterina Mazzella dell’Aiparc Ischia, e naturalmente la padrona di casa che ci ha accolti, la direttrice della Biblioteca Antoniana dottoressa Iannicelli. Abbiamo avuto la presenza di tantissime persone, gli applausi e il calore che hanno accompagnato il mio dire mi hanno sinceramente fatto credere che potremo rincontrarci anche a breve, perché conoscere le nostre tradizioni, queste gemme del nostro dialetto e della lingua napoletana costituisce un qualcosa che è un bene da tramandare in futuro, così come anche l’assessore Di Vaia ha sottolineato.
Quindi andiamo avanti: un augurio all’iniziativa di queste belle cose che si tengono qui soprattutto anche perché sono felice di aver respirato l’aria della storia, della cultura, che si respira presso la Biblioteca Antoniana».
Durante la serata grandi autori sono stati citati, come Giovanni Verde e Giovanni Maltese: «Io ho cominciato ad avvicinarmi al napoletano attraverso “Tu ca nun chiagne” di Libero Bovio; ho cominciato ad avvicinarmi al foriano attraverso la “Jurnata de maggio” di Giovanni Maltese; ho poi incontrato Giovanni Verde e il professore Polito.
Essi sono stati veramente delle conferme di quelle emozioni che io provavo ai piedi del letto di mia nonna Peppinella Patalano quando parlava in dialetto: forse c’era una propensione verso queste cose, c’era una musicalità che mi ha accompagnato. Certo è che ancora oggi io sento dentro di me il desiderio di portare agli altri questo messaggio: saranno anche “foscolianamente” gli autori stessi a suggerirmi questo. Se è un’eredità che può andare avanti e può andare avanti anche attraverso le mie labbra e il mio cuore, io sono ben felice e onorato, nell’umiltà che mi contraddistingue nella vita di tutti i giorni».