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venerdì, Marzo 29, 2024

OGNUNO A CASA SUA. Le vittime del fango dell’Epomeo

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Nomi in grassetto. Abbiamo scelto di mettere in evidenza solo i nomi. Come ci si chiama a casa. Come ci si chiama in famiglia. Tra chi si vuole bene

Gaetano Di meglio | 100 ore (anche se dipende da che ora si legge questo articolo) sono troppe. Troppe. 8 vittime accertate. 4 dispersi. E’ un dolore e un’attesa troppo grande da sostenere. Un dolore più forte di quello che tutti sappiamo. Abbiamo atteso e tenuto ferme le notizie. Abbiamo bloccato le foto e i racconti perché comprendiamo il dolore di chi aspetta. Perché c’è chi spera ancora. Però, poi, la realtà diventa più forte.

Era notte fonda. Immagino Valentina fare il giro di casa, spegnere tutte le luci, sistemare la tuta e le scarpe da basket di Michele e raggiungere Gianluca. Spente le luci, aveva trovato pace e riposo sapendo che la sua famiglia era tutta là. Al loro posto.
Era notte fonda. Immagino che Maurizio si fosse alzato per l’ultima poppata, e avesse da poco spento la luce. Perché con Giovanna erano rimasti a guardare lo spettacolo più del mondo. Quel piccolo uomo, tenuto vicino. Quel piccolo uomo che li aveva uniti e che li aveva resi genitori.
Era notte fonda. Immagino che Eleonora e Salvatore avessero guardato una serie Netflix, insieme, prima di chiudere gli occhi e si erano dati l’ultima buona notte.
Il terrore era 800 metri più in alto. La loro morte sarebbe arrivata come una furia senza lasciargli scampo. La mia speranza è che nessuno abbia capito cosa stesse accadendo e che nulla li abbia potuti svegliare e che i loro ultimi gesti siano stati gesti di tenero affetto. Di tenero amore.

Michele (Monti), 15 anni, studente del Mattei, cestista del Forio Basket è l’ultimo nome ufficiale che si aggiunge alla lista del dolore. Avevamo già scoperto e libero da fango Maria Teresa e Francesco. I piccoli di casa Monti. Le lacrime d’attesa per papà Gianluca (Monti) e mamma Valentina (Castagna), non sono ancora terminate.
Il più piccolo della lista si chiama Giovan Giuseppe. Come il patrono cattolico dell’isola. Ha reso la vita di mamma Giovanna (Mazzella) e di papà Maurizio (Scotto di Minico) bellissima per 21 giorni. Li ha emozionati, li ha tenuti svegli, gli ha donato la bellezza di essere genitori. Li ha arricchiti di una gioia immensa.
Nel fango di Casamicciola ha trovato la morte anche Nina (Nikolinka Ganceva Blagova), la 58enne bulgara amica di tutti al Maio. Era stata anche la badante dei genitori dell’ex responsabile dell’anagrafe di Casamicciola e ultimo assessore al bilancio, Fenina Senese. Nina viveva a Berlino col suo compagno di origine ischitana, ma era tornata a Casamicciola, alle pendici del Monte Epomeo per ritirare l’attestato di cittadinanza italiana. Un sogno rincorso per tanti anni.
Ieri vi abbiamo raccontato di Eleonora (Sirabella), il primo nome ufficiale. La prima vittima di questa strage. Il primo corpo estratto dal fango assassino dell’Epomeo. La prima croce di una comunità che rinnova il suo dolore e che scava, ancora, per liberare dal fango il corpo di Salvatore (Impagliazzo), il compagno di Eleonora. L’uomo che la faceva sorridere. L’uomo che lei aveva scelto per la vita. Da costruire insieme.

Otto morti accertate e ancora quattro dispersi: un bilancio troppo amaro e troppo duro da dover comprendere e capire. L’ultimo nome che manca è quello di una donna. Ma la Prefettura di Napoli ha deciso di non parlare. Hanno deciso di tenere il riserbo, di lasciare al popolo e all’informazione il compito di rincorrere la notizia, la storia, la vicenda. Un errore? Un momento di difficoltà? Una scelta ponderata?
Forse è anche questo il tempo che lo stato si renda conto che siamo nel 2022 e che certe dinamiche vanno coordinate e gestite e non subite. Una macchina così imponente e così costosa come quella Protezione Civile che non ha ancora chiare regole di comunicazione istituzionale e non si insedia in maniera programmata e ufficiale è un segno di impreparazione.

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