Dopo la sconfitta interna col Sassuolo, avevo in qualche modo esaltato quel “vero del calcio” che ancora ci lega a questo sport. Naturalmente, “vero” deve essere considerato anche l’esito di certe partite, che se interpretate in maniera scevra dal tifo spicciolo, non possono che mettere a nudo verità oggettivamente inequivocabili.
Nel 4WARD di oggi, dopo la sconfitta per 1 a 3 di domenica sera, potrei fare un copia/incolla delle stesse considerazioni tecniche espresse a margine dello 0-2 interno contro il Sassuolo. Lo farò solo parzialmente, giusto per smentire quelli che oggi sono pronti a rinfacciarmi di attaccare il mister azzurro dopo averlo esaltato (mai, se non sotto il profilo umano): “…così come mai avrei previsto un Gattuso andato completamente in bambola sia nell’interpretazione della gara sia nella gestione delle sostituzioni: uno stato d’incertezza, il suo, che fa il paio con i tre gol divorati da Osimhen e Mertens e la sciocchezza immane di Di Lorenzo in occasione del rigore subito.”
Anche contro il Milan “Ringhio” ha letteralmente dato i numeri, dapprima insistendo per l’ennesima volta con il solito, improbabile 4-2-3-1 favorendo un’avversaria quanto mai in palla e insistendo con un Fabian Ruiz del tutto fuori ruolo che serve solo a farci giocare con un uomo in meno; poi, sbagliando sia i cambi sia -addirittura- l’utilizzo degli slot disponibili; e, alla fine, facendo finta di accollarsi le colpe della sconfitta per poi condannare malcelatamente l’atteggiamento dei suoi (mal gestiti) giocatori.
Prima, durante e dopo, ancora una volta, Gattuso ha mostrato tutti i suoi limiti, ben oltre gli svarioni di Valeri e del VAR e in linea con una società che, stranamente e sin dallo scippo dello scudetto di sarriana memoria, continua inspiegabilmente a tacere al riguardo.
Delle due l’una: o si cambia linea, o si cambia allenatore. Perché nonostante De Laurentiis, può capitare di cambiar moglie, ma mai la propria squadra del cuore!