Daily 4ward di Davide Conte del 14 luglio 2021

Non si era mai visto qualcosa del genere a Cuba negli ultimi trent’anni, come nelle ultime ventiquattr’ore. Ogni misura, prima o poi, è colma e i sudditi di Fidel Castro e dei suoi successori, a mio giudizio, sono in grave ritardo sulla consapevolezza di una seria tabella di marcia che avrebbe dovuto portare ben prima ad una nuova, mirata e utile rivoluzione nei confronti di uno degli ultimi regimi dittatoriali al mondo di chiaro stampo comunista. Non a caso, “l’ordine di combattimento” dell’attuale lider maximo, Miguel Díaz Canel, è stato l’impiego dei “berretti neri” per reprimere le proteste a suon di aggressioni, pestaggi e spari contro la folla, staccando internet e alimentazione elettrica per evitare la diffusione in giro per il mondo di quanto accaduto e la divulgazione delle strategie dei rivoltosi contro il governo.

Ho visitato quella meravigliosa isola pochi anni fa e dalle colonne di questo giornale ho raccontato in tre riprese le cose allucinanti a cui ho assistito: razionamento degli alimenti alle strutture ricettive turistiche, paghe da fame, miseria, sporcizia, controllo assoluto e tacco in testa ad ogni attività d’impresa e commercio, spie ovunque i Castristi ritenessero possibile il rischio di propaganda contro il regime (finanche durante le messe) e, soprattutto, omertà da vendere, il cui velo veniva squarciato soltanto nella massima sicurezza, quando le confidenze con un turista occidentale a colpi di dura verità potevano fruttare una mancia equivalente a cinque e più stipendi.

Al di là di quelle che potrebbero essere le speculazioni da parte degli Stati Uniti (e non solo), è inconcepibile che ancora oggi questa realtà ricca di storia, natura, talenti e generosità debba continuare a vivere, insieme alla sua splendida gente, all’insegna della più becera sottomissione, rivendicando finanche cibo e medicinali. Un popolo esausto, quello cubano, che forse stavolta si è svegliato sul serio. Senza paura.