fbpx
giovedì, Aprile 25, 2024

«No a gusci vuoti» La “bolla” Lagnese sul Decreto Ischia

Gli ultimi articoli

Ida Trofa | Dopo tante viste e dopo tante cerimonie, sono stati qui tanti uomini illustri e tante personalità. La speranza è che, finalmente, d’ora in avanti si possano cominciare a vedere i fatti, che si possa cominciare a ricostruire queste case e questi borghi che tanto veneravano questa Madonna, superando ogni divisone, anche quelle che, purtroppo, stano lacerando questa comunità» Sono parole dure, di ferro, quelle del Vescovo Pietro Lagnese che ieri sera ha celebrato la Santa Messa in Piazza Majo in occasione dei solenni festeggiamenti per la Santa Madre dei Suffragi.
Lagnese torna a parlare di fede e speranza dopo la tragedia del terremoto e, soprattutto, torna a lanciare un monito alla politica e a chi non ha saputo che regalare illusioni e contrasti a questa gent. Le sue parole sanno travalicare ogni confine, sanno colpire il nocciolo della questione.
Pietro non va giù per il sottile, parla di un qualcosa che non debba essere un guscio vuoto: «Che questo decreto di cui tanto si parla dia i suoi frutti, torni a dare certezze, non resti senza esito cosicché il prossimo anno ritorneremo qui, tra queste case, questi luoghi a me tanto cari e vicini. Dobbiamo andare avanti, il terremoto è stata una grande tragedia, ma ricordiamoci che possono esserci tragedie più grandi».
Monsignor Lagnese ha parlato alla sua gente, difficile trattenere la commozione dinanzi a quella folla dal capo chino e gli occhi lucidi ai piedi del nero manto della Madonna Addolorata.
Un popolo smarrito e perso che ha celebrato per il secondo anno consecutivo le solennità dell’Incoronata Madre dei Dolori, senza un rifugio, senza una casa, con la Santa Madre ancora peregrina.
«Il terremoto ci ha tolto ogni certezza, ci ha portato via molti dei luoghi simbolo del nostro mondo ma non ha fermato la vera fede e le tradizioni», ieri sera si è cosi celebrata la S. Messa solenne in piazza Majo presieduta dal nostro Vescovo Mons. Pietro Lagnese e dal Parroco Don Gino Ballirano.
Un’istituzione, un pastore che non ha mai abbandonato, dimostrandolo nei fatti, questi luoghi e la sua gente realmente bisognosa anche di un solo e semplice sostegno morale, un conforto religioso. La Santa messa a partire dalle 18,30 con l’immagine di Maria Addolorata portata sui luoghi della sua comunità dalla Congrega di S. Maria della Pietà dove è stata intronizzata con l’inizio del settenario. Un giorno mesto, una celebrazione sentita e spirituale a cui hanno preso parte anche le autorità civili con il sindaco Giovan Battista Castagna accompagnato dal Comandante dei Vigili Urbani Giovanni Mattera.
Un giorno, nella cui solennità, pesano come macigni le parole del Vescovo Lagnese su una politica, un decreto varato, ironia della sorte e del fato che tanto ha caratterizzato questi eventi drammatici, il giorno di Santa Maria. Punge l’invito del Parroco a superare le divisioni e i contrasti e essere, finalmente, un popolo coeso anche nella fede.
“Un anno terribile è passato, ma non possiamo negare che Gesù e la Madonna sono stati sempre al nostro fianco. Il loro Amore purissimo è la nostra speranza, il nostro rifugio, il nostro conforto, ma anche il vero fondamento per la resurrezione di Casamicciola. I due Cuori di Gesù e di Maria sono e dovranno sempre essere le colonne portanti di questo nostro paese. Sforziamoci però ogni giorno di amarci e di costruire una comunità unita, sul modello della famiglia di Nazareth, “santissima Trinità in terra”. Che Gesù, splendore della gloria del Padre, viva sempre in mezzo a noi con la forza del nostro amore reciproco” cosi Don Gino Gino Ballirano mentre, in lontananza, riecheggia una campana. E’ lei! E’ il suo rintocco, è la campana del Purgatorio. 12 rintocchi, un eco sordo che ha strappato il cuore a tutti i residenti. Bronzea e forte, incatenata e fiera, sorregge quel campanile spezzato, pende ma non crolla e fiero domina quel borgo che fu, ora disabitato tornato ad illuminarsi al chiarore di pochi e splendidi fuochi pirotecnici, davanti a quel banchetto di commiato che non manca mai. “E’ lei, è forte e fiera come la sua gente. E’ Casamicciola”

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos