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martedì, Aprile 23, 2024

NEL SEGNO DI NUOVE LIMITAZIONI? I dati non sono ancora allarmanti come in Germania, ma nemmeno tanto ottimistici…

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Emergenza Covid-19: dalla terza dose vaccinale obbligatoria al Natale sarà tutto una novità…

ANNA FERMO, attori e spettatori | Le notizie non fanno altro che rincorrersi di giorno in giorno, complice una quarta ondata pandemica da covid-19 che sta mietendo troppe vittime in paesi davvero non molto lontani da noi. Non è solo una questione di aumento del numero dei contagi, cosa che in teoria, viste le campagne vaccinali ancora in corso, oggi addirittura per la terza dose, non dovrebbe destare preoccupazioni più del dovuto, ma, purtroppo, è il numero dei ricoveri oltre alla mortalità che stanno facendo la differenza rispetto solo a qualche settimana fa.

E’ un momento davvero delicato quello che stiamo vivendo, ancora da osservatori attoniti rispetto a quanto sta accadendo in Gran Bretagna piuttosto che in Germania, ma giammai distratti rispetto a ciò che può verificarsi anche da noi a stretto giro.  Non fa specie pertanto sentir parlare di una terza dose di vaccino anti-covid, che potrebbe davvero, come sostengono i più sensati, diventare presto obbligatoria. C’è chi tenta di sdrammatizzare con un: “ si ma non lo sarà per tutti,o, come dire, non lo sarà almeno per il momento. Sta di fatto che la quarta o quinta ondata che dir si voglia, in Europa si sta facendo sentire eccome, sempre di più, tant’è che anche il nostro governo già sta pensando sul come correre ai ripari per evitare che anche l’Italia si ritrovi in una spiacevole situazione.

Giovedì sotto la lente di ingrandimento ci saranno gli ospedali e le Rsa ed il fatto non è una cosa richiesta per puro caso. Tutt’altro! Il ministro della Salute, Roberto Speranza, in accordo con il premier Mario Draghi, intende varare un provvedimento per rendere appunto obbligatoria la terza dose di vaccino sia per il personale medico che per gli operatori sanitari e gli ospiti delle residenze per anziani. Di qui, il passo rispetto all’intera popolazione potrebbe essere velocissimo. La terza dose potrà essere quindi somministrata a chi ha ricevuto l’ultima inoculazione almeno sei mesi fa. Un modo anche, per l’appunto, per salvare il prossimo Natale ed evitare regioni di colori diversi, lockdown, limiti al numero di persone da invitare al cenone ed altre restrizioni di cui faremmo tutti volentieri a meno.

L’aggiornamento del report ‘Epidemia Covid-19’ dell’Istituto superiore di sanità ha non a caso evidenziato quanto i vaccini facciano la differenza e quanto sia davvero necessaria la terza dose: dopo i 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, “si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età. In generale, su tutta la popolazione, l’efficacia vaccinale passa dal 76% nei vaccinati con ciclo completo entro i sei mesi rispetto ai non vaccinati, al 50% nei vaccinati con ciclo completo oltre i sei mesi rispetto ai non vaccinati”.  

Per quanto riguarda i soggetti di età compresa tra i 12 e i 39 anni, l’Iss stima che “l’efficacia scenda dall’80 al 59% per i contagi e dal 95 all’82% contro la malattia severa. Ma attenzione: i 12-39 non vaccinati che si sono infettati sono ben 508 su 100mila abitanti, vale a dire oltre il doppio di chi si è immunizzato più di sei mesi fa, e cinque volte rispetto i vaccinati da meno di sei mesi”.  Ecco dunque perché negli altri Paesi d’Europa, in particolare dove vi è stato un minore numero di persone vaccinate, la situazione è come abbiamo accennato, meno rosea rispetto alla nostra, e devono adesso fare il conto con nuove chiusure. Stiamo parlando di paesi come l’Austria, l’Olanda, la Germania, la Romania, la Bulgaria, paesi che sono molto lontano dal nostro 87% di immunizzati sulla popolazione complessiva.  Eppure, la terza dose ci tocca farla ed anche in fretta visti i dati su richiamati.

Tra l’altro, se ci riferiamo alla situazione sulla nostra isola, ebbene, qui da noi, ove l’intero iter di vaccinazione è stato completato dalla maggioranza assoluta dei cittadini, giacché come abbiamo detto la protezione data dalla seconda dose con il passare dei mesi diminuisce fino al 50%, mi sa che qualcuno deve rispolverare lo slogan di “Isole covid free” per accelerare, come in prima battuta, il nostro iter vaccinale anche per la terza dose.

Come ufficializzato la scorsa settimana, dal primo dicembre sarà tra l’altro, probabilmente, possibile inoculare la dose booster alla fascia di età compresa tra i 40 e i 59 anni, dato che gli over 60 sono già autorizzati a riceverla, ed il tutto, sembrerebbe, anche senza il bisogno di prenotarsi sul sito.

Ciò che tuttavia continua a preoccupare sono gli under 12, in questi ultimi giorni, sempre più colpiti dal virus. L’Ema, infatti , non ha ancora dato l’ok per la inoculazione dei vaccini attualmente in dotazione. Pensare poi che per i bambini tra i 5 e gli 11 anni il vaccino non è ancora previsto, tantomeno che diventi obbligatorio. Si comprende dunque, con non poche perplessità che, questi minori potranno accedere nonostante tutto a ristoranti, cinema, stadi con i loro genitori, senza dover per forza essere vaccinati o mostrare il Green pass, con tutti i rischi del caso.

Come riportato da Il Messaggero, il governo starebbe pensando anche ad un rafforzamento del certificato verde in base all’aumento dei casi, ma riservare il Green pass solo a coloro che sono guariti dal Covid o hanno ricevuto il vaccino potrebbe creare qualche problema, visto che la certificazione serve anche per accedere ai posti di lavoro. Netturbini, conducenti, forze dell’ordine lasciati a casa perché non vaccinati o guariti potrebbe paralizzare il Paese. Sul tavolo anche la possibilità di cambiare, ancora una volta, la durata del Green pass, portandola a 9 mesi. In questo modo però secondo gli esperti scadrebbero in contemporanea tutte le certificazioni di chi è stato vaccinato da gennaio a marzo, creando un sovraffollamento.

Nelle ultime ore intanto, è stato ufficializzato: i centri storici e le vie dello shopping non saranno più, per i prossimi mesi, teatro di cortei. Torneranno a numero chiuso le piazze e le vie del centro con transenne e contapersone, da Roma a Napoli come già annunciato dal sindaco partenopeo Gaetano Manfredi: “A Natale ci saranno misure per regolamentare i flussi di accesso nelle zone del turismo”. Le lucine dei primi mercatini di Natale si sono già riaccese dopo il buio del 2020, ma per accedervi stavolta è richiesto anche qui il Green Pass.

Per quanto concerne i viaggi, i ministeri dei Trasporti e della Salute hanno stabilito che il Green Pass per viaggiare sui treni in tutta Italia, soprattutto nelle grandi stazioni, va controllato a terra, prima di salire, a meno che non sia proprio impossibile. Anche su aerei e traghetti resta l’obbligo. Mentre aumentano le destinazioni internazionali verso cui muoversi. Oltre ai corridoi turistici per le Maldive, le Seychelles o Sharm El Sheikh, anche gli Stati Uniti, l’Argentina, Cuba, Israele hanno riaperto le frontiere ai vaccinati, con tampone, ma senza bisogno di quarantena. In tutta Europa ci si muove senza ulteriori restrizioni portando con sé il Green Pass. Per rientrare in Italia si deve compilare il Passenger Locator Form.

L’ultimo weekend di novembre riparte anche la stagione dello sci, ferma dal 9 marzo 2020, che avrà il picco sotto Natale, e lo fa anche qui con il Green Pass, obbligatorio per “funivie, cabinovie e seggiovie, qualora utilizzate con la chiusura delle cupole paravento”.

Quanto al cenone, giacchè lo scorso anno fu nel segno del lockdown, stavolta con l’Italia ancora tutta bianca, lo si sogna in pompa magna, che sia a casa o al ristorante. Tuttavia, in questo secondo caso servirà il Green Pass che potrebbe scattare pure per i bambini se l’Ema darà l’ok al vaccino per la fascia di età 5-11 anni e il governo estenderà l’obbligo.

Ricordiamo che al momento tutto il Paese è in zona bianca e che per determinare un cambio di colore e quindi in questo caso il passaggio alla zona gialla sono tre i parametri da considerare nello stesso momento: l’incidenza superiore ai 50 casi ogni 100 mila abitanti, l’occupazione di posti letto in area medica (oltre il 15%) e quella in terapia intensiva (oltre il 10%). Secondo l’ultimo aggiornamento dei dati riportati sul portale Agenas, la Regione che più si avvicina al rischio zona gialla al momento è il Friuli Venezia Giulia. Questa presenta infatti un’incidenza settimanale di 94,76 casi ogni 100 mila abitanti, quindi ben al di sopra della soglia di rischio fissata a 50 casi.

In attesa di un Natale che si spera diverso rispetto a quello dello scorso anno, ma tuttavia simile a quello di almeno due anni fa, non ci resta che invitare tutti alla massima attenzione, specie nei confronti dei no vax che ancora insistono con grave rischio per se e per gli altri.

Forza con i vaccini, forza con la terza dose e che Dio ce la mandi buona!

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