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venerdì, Marzo 29, 2024

Nasce con gravi danni cerebrali, a giudizio medici del “Rizzoli”

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L’accusa è di lesioni gravissime nei confronti di due medici del reparto di ginecologia, di due ostetriche e di un operatorio socio sanitario. I responsabili del reparto debbono rispondere anche del reato di falso ideologico per aver omesso di riportare alcune manovre eseguite che sarebbero state le cause dei gravi danni subiti dal nascituro. Il piccolo venne successivamente trasferito al “Cardarelli” in condizioni gravissime

Paolo Mosè | Due medici ginecologi, ostetriche in servizio, operatori socio sanitari dell’ospedale “Rizzoli” di Lacco Ameno sono stati rinviati a giudizio per lesioni aggravate, mentre per solo due imputati l’accusa è anche di falso ideologico. Molto probabilmente per aver omesso di riportare nella cartella clinica la descrizione del travaglio mentre assistevano una giovane donna ricoverata nella struttura ed in attesa del figlio che aveva in grembo.

Le manovre che sono state poste in essere avrebbero provocato lesioni al piccolo nascituro ed è ciò che è stato accertato nella fase delle indagini preliminari dal pubblico ministero che ha chiesto il rinvio a giudizio per gli imputati che, a conclusione dell’udienza preliminare dinanzi al giudice Anna Tirone, dovranno comparire dinanzi al tribunale. E sono Marco Santagata, Vincenza Stefanelli, Maria Piro, Giuseppina Maria Giglio e Giuseppe Palmieri. Tutti dipendenti dell’Asl Napoli 2 Nord ed in servizio presso la struttura sanitaria quel 2 settembre del 2017. Come accertato dalla polizia giudiziaria nell’acquisizione delle presenze nel reparto di ginecologia.

Una storia che è stata denunciata dai genitori del nascituro, che hanno raccontato delle vicissitudini che hanno dovuto affrontare dopo la nascita del piccolo, che ha avuto problemi. A causa di una tecnica utilizzata con manovre Kristeller. Il pubblico ministero ha descritto nella ipotesi di lesioni aggravate i ruoli di ogni singolo imputato e quale fosse stata la responsabilità che ha poi portato a conseguenze tali da necessitare il ricovero presso la struttura più attrezzata del “Cardarelli” di Napoli.

Il piccolo al momento del ricovero mostrava gravi disfunzioni soprattutto respiratorie con un livello di coscienza di stupore o coma. Con una diagnosi che è stata successivamente confermata dai consulenti nominati dal pubblico ministero, eminenti patologi ed esperti che sono molto spesso presenti in processi ove vengono contestati i reati di omicidio colposo o lesioni gravissime, come i professori Pierluca Zangani e Antonio Luciano Borrelli. I quali, dopo gli accertamenti clinici, l’attenta lettura delle cartelle cliniche e lo stato di salute del piccolo, hanno redatto una relazione che è andata a confermare che vi è stata negligenza e imperizia da parte dei sanitari dell’ospedale “Rizzoli”.

LESIONI GRAVISSIME
Il processo comunque dovrà stabilire in modo chiaro lo sviluppo di questa vicenda e per quali motivi si è proceduto ad adottare quella tecnica ripetutamente, che sarebbe stata poi la causa dei danni subiti. E perché i medici presenti nella sala travaglio avessero di fatto autorizzato un operatore sanitario che non aveva i titoli per svolgere la manovra incriminata. I consulenti sul punto saranno convocati in aula e sentiti dal pubblico ministero e dai difensori delle parti costituite. Per chiarire anche alcuni aspetti della loro relazione. Soprattutto per focalizzare le singole responsabilità e capire come si sono cronologicamente sviluppati i fatti fino a quando non venne deciso il trasferimento del paziente in una struttura più attrezzata e idonea a fronteggiare le complicazioni appalesatesi subito dopo la nascita.

Tutti gli imputati rispondono di lesioni aggravate come meglio specificato nella contestazione: «Perché, in cooperazione colposa fra loro, Santagata Marco e Stefanelli Vincenza, quali medici ginecologi che ebbero in cura la gestante T.M. e che l’hanno assistita durante il parto presso l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno in data 2 settembre 2017, Piro Maria e Giglio Maria Giuseppina, quali ostetriche in servizio presso il suddetto nosocomio in data 2 settembre 2017, che assistettero la paziente rispettivamente durante il travaglio e Piro Maria anche durante il parto, Palmieri Giuseppe, quale operatore socio sanitario, in servizio presso il suddetto nosocomio il 2 settembre 2017 dalle ore 16.27 che, privo di competenze effettuava manovra di Kristeller sulla paziente T.M., per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia ed in particolare per la mancata redazione del partogramma, che avrebbe consentito loro di diagnosticare le anomalie del travaglio della gestante T.M. e la sofferenza fetale del piccolo D.F.P., nonché per aver praticato in modo imprudente, negligente ed imperito, le ripetute manovre di Kristeller, che hanno ridotto o, addirittura, annullato i già carenti scambi gassosi materno-fetali (nella specie il dott. Vincenzo Santagata faceva eseguire sulla gestante T.M. alcune manovre di Kristeller all’operatore socio sanitario Palmieri Giuseppe, privo di competenza in materia e che era entrato in sala travaglio solo per salutare il predetto sanitario); così cagionavano a D.F.P. lesioni personali gravissime consistite in danni al sistema neurologico; nella specie, D.F.P. nasceva con indice Apgar 0 a 1 minuto dalla nascita, in arresto cardiorespiratorio, con trasferimento dello stesso nel reparto TIN (Terapia intensiva neonatale) dell’ospedale “Cardarelli” di Napoli, con diagnosi di accettazione “grave asfissia”, con livello di coscienza: “stupore o coma”; con attività: “assente”; postura decerebrata; ipotonia; assenza di riflessi primitivi; variabilità della frequenza cardiaca; apnea; ipertono estensorio degli arti; motilità spontanea assente; flaccidità; riflessi assenti; areattività pupillare».

Un quadro clinico estremamente grave, allarmante per i medici dell’ospedale “Cardarelli” di Napoli che si sono visti arrivare questo piccolo paziente in condizioni veramente critiche. E solo grazie al lavoro svolto da questi professionisti della sanità sono riusciti a tenerlo in vita. Ma le conseguenze di quelle manovre di Kristeller – presumibilmente – hanno lasciato un segno evidente e duraturo. E’ questo che conferma il pubblico ministero nella richiesta di rinvio a giudizio, che comunque dovrà essere vagliata, ponderata e approfondita dal giudice che si ritrova dinanzi un processo alquanto delicato.

IL FALSO IDEOLOGICO
C’è una seconda contestazione e che riguarda esclusivamente i due medici responsabili del parto, vale a dire Vincenza Stefanelli e Marco Santagata, ai quali è demandata la compilazione della cartella clinica ove sono riportate tutte le manovre che vengono eseguite su un paziente, le cure predisposte e in modo chiaro la patologia sofferta. Stando al magistrato inquirente e alla polizia giudiziaria che si è occupata del caso, questi due imputati con il camice bianco hanno commesso una grave omissione, tanto da beccarsi l’imputazione di falso ideologico: «Perché, in concorso tra loro, quali medici ginecologi che ebbero in cura la gestante T.M.T. e che l’hanno assistita durante il travaglio e durante il parto avvenuto presso l’ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno in data 2 settembre 2017, alle ore 17.55, con la nascita del piccolo D.F.P., omesso di riportare in cartella clinica, nella descrizione del travaglio e del parto della paziente, l’esecuzione di reiterate manovre di premitura di Kristeller sull’addome della gestante».

L’accusa che viene formulata in quest’ultimo capo è per avere i medici, forse, volutamente evitato di riportare nella cartella clinica la insistente manovra posta in essere dal coimputato operatore socio sanitario. Tutto si incentra su questo benedetto Kristeller, sul quale i consulenti del pubblico ministero si sono confrontati ed hanno spiegato in quale situazione si può praticare, per quanto tempo e quali devono essere le modalità prima di procedere, proprio per scongiurare danni alla stessa partoriente ed in particolare alla creatura che sta per nascere. Ed è stata quest’ultima a subire i danni maggiori. Da qui un’accusa che può definirsi di lesioni gravissime. Dalla lettura attenta del relativo capo che coinvolge tutti coloro che in quel momento si trovavano nella sala travaglio e poi in quella ove si è proceduto al parto vero e proprio. Spiegando che ognuno di loro ha una responsabilità appalesandosi una condotta soprattutto negligente, di non essere stati attenti. E come rileva la pubblica accusa, prima di procedere al Kristeller i medici avrebbero dovuto eseguire un accertamento preventivo, anche per capire eventualmente le sofferenze del feto. Una “dimenticanza” che non ha fatto altro che aggravare una situazione già di difficoltà legata alla nascita del piccolo, che non riusciva ad uscire dal grembo della madre.

Le fonti di prova che sono ora all’attenzione dei magistrati partono dalla denuncia presentata dai genitori del piccolo; dalla documentazione medica meglio definita diario di gravidanza; il verbale di sommarie informazioni rese da entrambi i genitori del piccolo, nonché da parenti a conoscenza dei fatti; dal verbale della polizia giudiziaria all’atto dell’acquisizione delle cartelle cliniche; la consulenza genetica a firma di un eminente medico esperto in materia; l’attestazione dei turni di servizio al reparto di ostetricia e ginecologia del “Rizzoli” in data 2 settembre 2017; cartellino della presenza nel mese di settembre 2017 dell’imputato Giuseppe Palmieri. E per concludere la consulenza medico-legale redatta dai due eminenti patologi, Zangani e Borrelli.

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