MARCO NERI | Il legame tra Napoli e il Napoli è un qualcosa di unico, che non può essere scisso. Napoli e il Napoli sono le due parti della stessa mela, due metà che insieme si completano e si migliorano reciprocamente. Il desiderio che i napoletani hanno di essere apprezzati e considerati alla pari delle altre metropoli, soprattutto italiane, passa anche per il calcio e i risultati ottenuti in questo ambito.
Napoli, nella sua bimillenaria storia è sempre stata un centro culturale e sociale molto importante. Da qui sono passati grandi artisti, grandi inventori e personaggi che hanno dato un forte impatto al panorama storico italiano e europeo e possiamo, senza ombra di dubbio, dire anche mondiale. Questa metropoli mediterranea, dalle radici elleniche, è ricca di opere artistiche monumentali e paesaggistiche. I suoi numerosi tesori non hanno nulla da invidiare a quelli presenti nelle altre città.
Eppure Napoli sente verso di sé e i suoi abitanti una profonda discriminazione, prevalentemente fratricida e matricida. Fratricida nei confronti degli altri italiani, che forse ne sentono il penso soffocante e quindi preferiscono denigrarla piuttosto che apprezzarla, e matricida perché diversi suoi “figli”, per farsi “accettare” dagli altri abitanti della penisola cadono nella vile tentazione di pugnalare cotanta bellezza.
Quindi il desiderio di considerazione, badate bene non si parla di riscatto o rivalsa, che nutre Napoli e i napoletani di essere trattati alla pari delle altre metropoli, in primisi di Roma, Milano e Torino, passa per tanti aspetti dove il napoletano non si sente secondo a nessuno, tra cui la cultura, il lavoro, la socialità e la bellezza paesaggistica.
Questi aspetti vengono in buona sostanza rappresentati e racchiusi nel Napoli, entità calcistica di grande rilievo nel panorama italiano ed europeo, capace di unire le innumerevoli anime di questa metropoli. Il Napoli unisce ogni ceto sociale, ogni gruppo etnico e ogni fascia culturale present nell’area. La squadra azzurra da sempre rappresenta la carica verso il desiderio di mostrarsi per ciò che si è davvero, per dire “ci siamo anche noi, siamo grandi come voi”.
Le vittorie del Napoli stanno corrispondendo alla nuova età dell’oro che la metropoli pian piano sta vivendo. Le potenzialità che erano in parte assopite e in parte celate da una errata campagna mediatica che la opponeva a Roma e Milano, le “elette eterne rivali” per non si sa quale volontà divina, stanno mostrano Napoli per ciò che è realmente: una meravigliosa e prospera metropoli dove si può investire, costruire e vincere.
Partenope non era morta, ma era stata semplicemente lasciata alla mercé delle repressioni nazionali, alla gogna mediatica di chi voleva trovare un capro espiatorio di ogni peccato, di ogni male. Ma oggi ritorna, più forte e più vincente di prima, pronta a mostra il suo immenso valore, e credetemi questo è solo l’inizio.