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giovedì, Aprile 18, 2024

Monti: “Sono contento per la salvezza del Barano, non ho rimpianti ma un rammarico”

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Il Barano ha raggiunto la salvezza attraverso i play out. L’obiettivo stagionale, quindi, è stato raggiunto, anche se al termine di una stagione che ha avuto non tantissimi alti, qualche basso piuttosto pericoloso e davvero tanta sfortuna. In uno dei frangenti più importanti del campionato, la società baranese ha deciso per un avvicendamento in panchina, che ha portato sulla stessa Gianni Di Meglio al posto di Giuseppe “Billone” Monti, uomo della storica prima promozione in Eccellenza e dell’altrettanto storica prima salvezza nella massima categoria regionale. Ovviamente, l’ex tecnico è rimasto comunque legato all’ambiente bianconero e noi abbiamo deciso di chiedergli le sue sensazioni dopo la salvezza della squadra.

Mister Monti, non ci sentiamo da un po’. E’ passato qualche mese dall’addio fra lei ed il Barano ed intanto la squadra si è salvata dopo il play out con la Sessana. Mi dice quali sono state le sue sensazioni quando è arrivata la notizia del successo baranese sui casertani?
“Avevo detto, anche quando ero ancora in carica, che le ultime 3 gare di campionato sarebbero state determinanti per un piazzamento da play out casalingo. Si capiva che le ultime 3 partite sarebbero state giocate contro squadre che non avrebbero più avuto nulla da chiedere al campionato, quindi le motivazioni avrebbero fatto la differenza. L’avevo intuito già mesi fa. Per il resto, il Barano ha fatto il campionato che le sue potenzialità permettevano. Sono stato contentissimo per la salvezza, perché chiude un ciclo di 3 anni in cui è stato ottenuto il massimo in base alle potenzialità di cui sopra. Mi fa piacere per Gianni Di Meglio, che dopo la parentesi con la Nuova Ischia ha trovato questa possibilità e col suo carattere è riuscito a portare in porto questa salvezza. Ho giocato con lui, è un amico”.

Gianni Di Meglio ha avuto coraggio a prendere la squadra in corsa, ha messo le sue idee senza paura. Credo si possa dire che sia più uomo di campo che di scrivania. O no?
“Gianni per 2 anni alla Nuova Ischia ha fatto un ruolo che – credo – uno che ha fatto calcio o è stato nel calcio, può fare benissimo, perché conosce alla perfezione le dinamiche del calcio. Ovvero, cosa serva ad una squadra e la sua organizzazione. Però, poi, per far si che ognuno esprima le proprie qualità ed esperienza, serve un buon budget economico. Si possono avere grandi idee, anche da ds, però si devono avere a disposizione delle risorse per realizzare il tutto al meglio, anche per i dettagli. Per ottenere risultati e durare nel tempo bisogna che un club si organizzi sui vitti, gli alloggi, il magazzino e tutto il resto, sennò dopo un anno buono si scompare o si rischia di farlo”.

Quali sono, in questo momento, i rapporti fra lei e la dirigenza del Barano?
“Non ho sentito più nessuno da allora. Non sono nemmeno andato a vedere le partite”.

So che non è stato mai al campo, ma ero certo fin da subito che non ci sarebbe venuto. Ma, in quelle settimane, ha sentito il bisogno di fare una capatina per vedere i suoi ragazzi?
“No. Una volta che ho chiuso ho chiuso. E’ un po’ come quando ho smesso di giocare. In tanti mi dicevano che avrei avuto la nostalgia, ma a me non è successo. Forse perché ho fatto subito l’allenatore ed ero comunque al campo. Mi mancava di poter fare sport per divertimento, visto che ho problemi al ginocchio che non me lo consentono, ma non per agonismo. Avrei voluto fare il torneo amatoriale, ma non ho potuto”.

C’è una cosa che rimpiange di non aver fatto in questa stagione al Barano, magari nelle settimane più brutte, quelle che hanno portato al divorzio con la società?
“Rimpianti veri e propri no. Però devo dire che se la squadra non avesse perso Biondi ed i due Arcamone, si sarebbe salvata evitando i play out. Perché, anche se in qualche ruolo mancavano delle caratteristiche, era una squadra duttile e ben costruita. Poi, per quanto riguarda il seguito, ho il rammarico di non essere riuscito a trovare calciatori con determinate caratteristiche, soprattutto in avanti”.

Calciatori, tipo Somma, che poi sono arrivati dopo la sua partenza…
“Somma, ricordo, venne in prova da noi durante l’estate del primo anno in Promozione. Poi prendemmo Marano perché Somma era under in Serie D ed andò a Torre del Greco. Era già un discreto giocatore, anche considerando l’età. Però, a me in questa stagione serviva un torellino, rapido e veloce, che salta l’uomo, in avanti. Lo avevamo trovato in Ascione del Pimonte, che poi è andato a Casoria. Comunque, per tanti motivi non sono riuscito a trovare chi faceva al caso nostro. Anche senza Biondi, che andò via alla seconda giornata, avevamo fatto belle prestazioni, poi abbiamo perso in successione i due Arcamone. La squadra, quindi, ha palesato dei limiti che io non sono riuscito a correggere con altri calciatori. Ne sono arrivati alcuni, per riempire la rosa, valutati sempre fra qualità e prezzo”.

Magari, credo abbia il rimorso di non aver tenuto duro sulle dimissioni presentate dopo Pimonte, visto che la dirigenza del Barano poi le ha chiesto di reiterarle solo 5 giorni dopo…
“Su quella partita, da notizie in terra ferma, ci sarebbero da dire tante cose. Che vanno dette però solo a microfoni spenti…”.

Vuole dire che il Pimonte in campo è stato un po’ troppo motivato rispetto a quello visto fino a quel momento in campionato?
“Indipendentemente dai nostri demeriti, in quella partita ho visto un Pimonte non poteva prendere 5 gol da tutti in campionato. Era duttile e ben messa in campo, aveva una punta come Matriciano che giocava bene. Poi dopo la gara contro di noi lasciò la squadra. Poi ci sono tante altre cose. Ma quel Pimonte se la poteva giocare con tutte le pericolanti. Comunque, le mie dimissioni erano un atto dovuto, coerente, verso un gruppo di amici, coi quali avevamo avuto belle soddisfazioni e stavamo cercando di migliorare la situazione. Le dimissioni mi sembravano un atto dovuto e se dopo 5 giorni mi viene chiesto di lasciare, lo faccio senza ripensarci”.

Mister, la stagione è finita o volge al termine. Billone Monti non è un tipo che può stare fermo a guardare. Cosa si aspetta dalla prossima stagione? Credo che voglia allenare ancora e credo che, se offerte da fuori arriveranno, non saranno valutate…
“A me piace stare sul campo, ma vorrei far parte di una società anche piccola, ma ben organizzata. Anche se poi non si prendono i calciatori che guadagnano certe cifre. Una società tranquilla, che conosca i propri limiti e voglia divertirsi. Tengo molto al fatto che quando si chiama un ragazzo dalla terraferma e ci si mette la faccia, poi lo stesso venga trattato al meglio. Ciò vale più di comprare tanti giocatori forti”.

Mister, ma c’è ad Ischia una società simile?
“Non lo so. Dico solo che far parte di una realtà simile per me sarebbe gratificante. Si potrebbero esprimere al massimo le qualità e l’esperienza. Non so se esiste una società così da noi. Quest’anno, Forio e Barano hanno avuto le ultime partite, tranne quella con la Sessana, con squadre demotivate. Diciamo che siamo stati fortunati. Nella prossima stagione, se non ci si organizza prima potrebbe andare peggio”.

Però, devo dire che – nonostante la buona volontà dei dirigenti – Barano e Real Forio sono società che non possono garantire un comfort di standard alto ad allenatore e squadra. Forse, l’unico club che in prospettiva potrebbe farlo è l’Ischia, che si sta riorganizzando a livello societario…
“L’Eccellenza per Barano e Real Forio è una bella categoria da fare. Fino a che non si possono cullare altre ambizioni. Però, si dovrebbe fare un po’ meglio. E’ bello, poi, avere tante squadre in queste categorie ad Ischia, però poi i ragazzi si dividono e si è costretti ad attingere alla terra ferma”.

Da qui a qualche mese, se le cose per l’Ischia dovessero andare bene e quindi dovesse essere ripescata in Eccellenza, fatte salve le possibilità di Isidoro Di Meglio circa una riconferma, si aspetta di entrare nel giro dei nomi per la panchina gialloblu?
“Non ci penso a questo. Vorrei stare sul campo, se trovo bene altrimenti pazienza. Sull’isola ci sono diversi bravi allenatori, ognuno col suo metodo di lavoro. C’è chi ha più esperienza e chi meno, ma è giusto così. A me basta trovare un club dove posso divertirmi stando sul campo”.

Possiamo dire che i verdetti emessi dal girone A di Eccellenza sono tutti in linea con le attese della scorsa estate?
“Si, sicuramente. Dico solo che, forse, se la Mariglianese a dicembre non avesse cambiato tanto si sarebbe tirata fuori e può darsi che una fra Barano e Forio avrebbe fatto il play out fuori casa. La Sessana era facile prevedere che fosse andata a picco dopo aver smobilitato. La Mariglianese ha avuto problemi economici e di organizzazione che hanno fatto si che terminasse penultima. A Sessa sono rimasti i ragazzi, a Marigliano c’è stato un ridimensionamento”.

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