Sono stati necessari 19 anni per avviare la messa in sicurezza del Monte Vezzi a Ischia, dove la frana del 30 aprile 2006 fece quattro vittime. L’accelerazione dopo la lunga “inerzia” è stata dovuta agli eventi alluvionali del 26 novembre 2022 e all’attività del Commissario Legnini. Ma il cambiamento climatico e l’aggravarsi del rischio idrogeologico non concedono tregua, tanto che ora il Comune d’Ischia è stato costretto ad accelerare ulteriormente dando inizio alla esecuzione dei lavori di somma urgenza.
L’intervento finanziato da Legnini con l’Ordinanza n. 16 del 07/12/2023 rimodulando il precedente importo fino a 1.496.000 euro e di cui il Comune è soggetto attuatore, è denominato in realtà “Primi interventi di messa in sicurezza presso il versante di Monte Vezzi”.
A novembre 2024 la Giunta aveva approvato il DIP redatto dall’Utc per l’importo totale finanziato, di cui 1.035.882,85 per i lavori (1.010.450,85 soggetti a ribasso). Ad aprile scorso è stato affidato l’incarico per la redazione del PFTE, le indagini geognostiche/geotecniche e geofisiche, la progettazione esecutiva e la direzione lavori alla “AD Progetti” di Barano.
Sta di fatto l’urgenza “incombe”. La delibera di Giunta che approva la perizia giustificativa dei lavori di somma urgenza riferisce infatti dell’aggravarsi della situazione di pericolo e della necessità di intervenire per garantire la sicurezza.
L’ACCELERAZIONE DOPO L’IMPASSE
L’accertamento eseguito il 3 settembre scorso ha rilevato la necessità improcrastinabile di ben otto interventi così indicati: «Decespugliamento di scarpate stradali e fluviali invase da rovi, arbusti, ed erbe infestanti, con salvaguardia della rinnovazione arborea ed arbustiva naturale di altezza superiore a l m, con utilizzo di mezzi meccanici dotati di braccio decespugliatore; scavo a sezione obbligata, eseguito con mezzi meccanici, compresi i trovanti di volume fino a 0,30 mc, la rimozione di arbusti, lo sradicamento di ceppaie, la regolarizzazione delle pareti secondo profili di progetto, lo spianamento del fondo, anche a gradoni, il paleggiamento sui mezzi di trasporto o l’accantonamento in appositi siti indicati dal D.L. nell’ambito del cantiere al fine di realizzare canalette e diaframmi; apertura pista di servizio con mezzo meccanico, in zona rocciosa e formazione di cunetta laterale ed opere necessarie per lo smaltimento delle acque meteoriche; rimozione di vegetazione a raso, cespugli e alberi secchi, scorticatura del terreno eseguita su piani orizzontali scarpate anche con andamento subverticale; realizzazione delle barriere paracolate di altezza utile oscillante tra i 3,0 e 4,0 m. La fondazione viene risolta con micropali in calcestruzzo armato. Il montaggio prevede l’installazione dei montanti, la tesatura delle funi superiori e inferiori, la messa in opera delle reti e degli elementi dissipativi e, infine, il pretensionamento secondo i manuali del produttore; posa in opera della rete paramassi, costituita da rivestimenti in fune d’acciaio zincato ad alta resistenza, ancorati al terreno mediante chiodature e collegati con funi di bordo e connettori in grado di distribuire gli sforzi; canalette inerbite di regimazione acque, realizzate completamente in scavo, di forma trapezia e di spessore tale da evitare fenomeni di stratificazione gravitativa di semi all’interno della cisterna; trasporti a discarica».
Il 10 settembre, con verbale di somma urgenza «al termine di celere comparazione di offerte» da parte di cinque ditte, i lavori sono stati affidati alla ditta “Doldo Carlo” di Sorrento. Un affidamento “semplificato” come sta avvenendo per quasi tutti gli interventi post alluvione.
La Giunta evidenzia che sia nel verbale di sopralluogo che in quello di consegna dei lavori datato 10 settembre «sono riportate le circostanze di somma urgenza che hanno comportato l’immediata esecuzione dei lavori per rimuovere lo stato di pregiudizio alla pubblica incolumità».
Alla luce della perizia giustificativa del 19 settembre, è stato definito per le vie brevi con l’impresa sorrentina l’importo presunto delle opere da eseguire in 1.070.488,65 euro oltre Iva. Successivamente la delibera riporta che «per rimuovere lo stato di pregiudizio alla pubblica incolumità, si rende necessario acquisire i predetti lavori di importo pari ad euro 873.428,63 oltre Iva» definito consensualmente con la ditta.
Con la perizia giustificativa la Giunta ha approvato dunque i lavori di somma urgenza e il quadro tecnico economico revisionato. Gli ulteriori adempimenti sono stati demandati al rup ing. Francesco Iacono, responsabile del Servizio 9.









