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venerdì, Marzo 29, 2024

Molinaro: “Questo emendamento, se approvato, è la fine di ogni sogno di ricostruzione”

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Il nostro scoop di questa mattina, quello relativo alla presentazione di un emendamento PD che cambia la ricostruzione nel cratere isolano e che annulla il tanto famoso “articolo 25”, ha smosso gli animi e le menti dell’altro mondo politico, quello responsabile del disastro e del “decreto schifezza”. Quello dei grillini che ha saputo solo rovinarci come isola e come paese. Nel frattempo, però, senza politica e senza chiavi di lettura di parte, l’avvocato Bruno Molinaro, papà dell’articolo 25 (dopo il famoso art. 9) ha risposto a qualche domanda.

Con Molinaro proviamo a capire, in particolare, l’aspetto tecnico del testo del PD che cambia la ricostruzione del terremoto di Ischia.

Avvocato, la nostra esclusiva di questa mattina presenta un emendamento che, di fatto, cancella tutto il suo lavoro.
«L’emendamento in questione, se approvato, renderà IMPOSSIBILE ogni ipotesi di RICOSTRUZIONE. Su questo voglio essere chiaro fin da subio»

Perché?
«Ci sono diversi motivi tecnici. Una volta eliminata l’equiparazione del terzo condono al primo (cristallizzata nel  rinvio, operato nel testo attualmente vigente, alle disposizioni di cui ai capi IV e V della legge n. 47/85 ai fini dell’esame delle istanze di condono di cui alla legge n. 326/03), tutte le domande del terzo condono, pendenti per fabbricati distrutti o danneggiati dal terremoto, dovranno essere dichiarate INAMMISSIBILI. E’ noto, infatti, che sia per la Cassazione che per i giudici amministrativi le domande di condono di cui alla legge 326 del 2003 sono ammissibili, nelle aree vincolate (come quelle del cratere dell’isola d’Ischia), solo per gli interventi edilizi minori ma non anche per le NUOVE COSTRUZIONI, quali quelle distrutte o danneggiate dall’evento sismico.»

Tinte fosche quindi
«Paradossalmente anche le domande di cui al primo e al secondo condono subiranno un “aggravamento del procedimento” in quanto la loro favorevole valutazione presupporrà la dimostrazione della conformità delle opere al nuovo regolamento urbanistico, con intuibili rallentamenti delle procedure in un contesto caratterizzato dalla necessità di interventi urgenti legati alla emergenza post terremoto; si consideri che in nessun altro comune d’Italia non terremotato la definizione delle domande di condono ai sensi delle leggi n. 47/85 e 724/94  risulta ancorata a valutazioni di carattere urbanistico, come si pretende ora con l’emendamento presentato; legare, poi, ad un regolamento urbanistico in zona paesaggisticamente vincolata la definizione delle pratiche è un non senso e sottende la chiara finalità di reintrodurre per altra via quell’accertamento di conformità urbanistica previsto dal comma 27 dell’art. 32 della legge 326/03 che l’attuale testo dell’art. 25 non prevede: e ciò proprio nell’ottica della disposta equiparazione del terzo condono al primo.»

Ma quindi il problema è anche quello della Regione?
«Certo. Va considerato che, con l’obbligatoria istituzione da parte della Regione di un ufficio speciale per la ricostruzione e l’approvazione del piano di ricostruzione, ogni concreto potere decisionale sarà attribuito all’elefantiaco apparato burocratico regionale, con tutte le conseguenze del caso. Una regione in ritardo da anni sui temi cruciali del governo del territorio, per giunta incapace di adeguare anche gli obsoleti piani paesaggistici vigenti, nonostante  i tassativi obblighi imposti in materia dal Codice del Paesaggio del 2004, quali garanzie di successo potrà mai dare?»

«Questo emendamento – conclude Molinaro – , se approvato, non decreterà la fine dell’articolo 25 ma la fine di ogni sogno di ricostruzione e delle speranze della povera gente».

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