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venerdì, Aprile 19, 2024

Missione possibile: salvare il tribunale di Ischia

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Il consiglio dell’Ordine di Napoli si riunisce nel palazzo di giustizia di Ischia. E’ un evento storico per difendere gli interessi dell’intera cittadinanza isolana

Paolo Mosè | E’ la prima volta che nella storia il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli si riunisce per deliberare un importante provvedimento a sostegno della sezione distaccata di Ischia. All’incontro hanno partecipato anche i sindaci dell’isola d’Ischia per lanciare un messaggio ulteriormente forte al governo affinché questo ufficio giudiziario non chiuda il 31 dicembre del 2021 come stabilito dalla proroga approvata dal guardasigilli Bonafede.
L’Assoforense ha organizzato in modo encomiabile questo incontro anche per far capire quali sono i disagi che ogni giorno gli avvocati sono costretti ad affrontare per carenza di personale, per assenza di magistrati nel civile, nel penale e soprattutto per la penuria di personale di cancelleria sia al civile che al penale. E nel deliberato approvato all’unanimità, il governo dell’avvocatura partenopea ha mandato un segnale forte di compattezza dell’intera categoria al governo, alle forze politiche presenti in Parlamento per discutere, affrontare, ponderare quali sono le difficoltà di un’isola. Legate soprattutto ai collegamenti che non sempre sono frequenti a causa delle condizioni meteo marine. Come è accaduto in queste ultime settimane, quando il vento e le mareggiate hanno flagellato le coste isolane impedendo il normale flusso di aliscafi e traghetti che collegano gli abitanti e gli ospiti con la terraferma.

Questa iniziativa si va a riallacciare alla presa di posizione del governo nazionale dell’avvocatura che si è detto d’accordo sulla necessità di mantenere il presidio giudiziario per garantire ai comuni di avere una giustizia a portata di mano e che consenta di rispondere alle esigenze delle sei cittadinanze isolane. Da questo incontro è emerso in modo inconfutabile che tutte le articolazioni dell’avvocatura, con le varie associazioni che la rappresentano, debbono essere unite per raggiungere lo scopo, di essere forte eventualmente in una battaglia che potrebbe innescarsi nel caso in cui dovessero emergere degli ostacoli da parte anche di qualche forza politica che non ha interesse a che le isole di Ischia d’Elba e Lipari restino strutture giudiziarie autonome.

I DATI DELLA GIUSTIZIA ISOLANA
I dati parlano chiaro della situazione attualmente esistente alla sezione distaccata di Ischia. Su una popolazione di oltre 62000 abitanti, sono attualmente in fase dibattimentale 2034 per i processi civili, 4793 procedimenti iscritti presso l’ufficio degli ufficiali giudiziari, 1101 processi penali pendenti, 350 procedimenti di volontaria giurisdizione. Inoltre il mastodontico carico di lavoro al Giudice di Pace. Sono stati scritti ultimamente 2894 procedimenti civili e oltre 600 penali. A dimostrazione che vi è una situazione molto delicata e che ha bisogno di soluzioni che siano convergenti e che producano risultati e diano risposta di efficienza. E’ allarmante per l’avvocatura la situazione che si è venuta a verificare al civile, ove di fatto vi è soltanto la dirigente dell’ufficio giudiziario ischitana a mantenere in piedi l’intera attività, con tutti i provvedimenti che vengono emanati dai giudici. Inoltre c’è da affrontare il nodo dei funzionari che sono determinanti per la pubblicazione delle sentenze. Da diversi mesi, infatti, non si pubblica una sentenza al Giudice di Pace. Per la mancanza di un funzionario di cancelleria. E nella richiesta che è stata formulata nel deliberato del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli, c’è proprio la necessità di rafforzare questo ufficio giudiziario che dovrà essere ulteriormente rafforzato con la nomina di un quarto giudice di pace.

Nel deliberato del Consiglio dell’Ordine si snocciolano altri dati importantissimi, una vera e propria radiografia dell’attuale situazione che rappresenta in modo chiaro lo status quo della giustizia sul territorio: «Solo sull’isola d’Ischia esercitano stabilmente la professione circa 400 Avvocati iscritti all’Albo COA di Napoli, molti dei quali, nel caso di chiusura del Tribunale incontrerebbero difficoltà enormi alla prosecuzione della loro attività finendo per chiudere gli studi legali e le rispettive partite Iva con un danno indiretto per lo stesso Erario.

Alla luce del suo consistente carico di lavoro e dell’ampio bacino d’utenza, che, anche in considerazione della MANCANZA DI CONTINUITÀ TERRITORIALE con il resto della Nazione, la rendono equiparabile ad un Tribunale di capoluogo di Provincia, o comunque ad un Tribunale cd. minore, la Sezione Distaccata di Ischia, richiede un provvedimento di definitiva stabilizzazione, come Sede Distaccata del Tribunale di Napoli sull’isola d’Ischia, se non come Tribunale dell’isola d’Ischia o delle isole di Ischia e Procida.
Oltretutto, la procedura di cui all’art. 10, comma 7 del D.Lgs. 14\14, che prevedeva la trattazione delle cause di lavoro e previdenza presso le Sezioni Distaccate ripristinate ubicate nelle Isole Minori, non è mai stata più riattivata, nonostante le rispettive istanze dell’Associazione Forense Isola d’Ischia, del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, nonchè dei Sindaci dell’isola d’Ischia (nota del 13.3.2015) e la delibera di “presa d’atto” del CSM del 6.5.2015, pratica n. 217/VV/2015, privando così gli ischitani, ed in particolare i lavoratori ed i pensionati, fasce deboli della società, di una adeguata tutela su un territorio come quello dell’isola d’Ischia che vede operare, soprattutto nel settore della sviluppatissima imprenditoria turistica (l’isola conta oltre 300 alberghi e diverse centinaia di imprese ed ha sempre contribuito nella misura di almeno 1\4 – 1\3 al Pil turistico dell’intera Regione Campania) decine di migliaia di lavoratori, tant’è che l’Ufficio del Giudice del Lavoro di Ischia era stato istituito con Legge Speciale e che ha sempre avuto un carico di lavoro non inferiore a circa 3.000 procedimenti all’anno, oggi disseminati presso la sede centrale del Tribunale di Napoli. Ciò nelle cause di lavoro, non consente una adeguata difesa dei Cittadini se sol si considera che nella maggior parte dei casi, peraltro, i testimoni non si presentano in udienza a Napoli».

AUMENTO DI COSTI
Inoltre si innesterebbero ulteriori gravi difficoltà di collegamento con gravissimi disagi, costringendo decine e decine di testimoni a trasferirsi ogni giorno a Napoli e dovendo sborsare di tasca propria le spese di trasporto. Per l’avvocatura questo sarebbe inaccettabile.
E’ parlando proprio di spese che si aggraverebbero, che nel deliberato si legge ancora: «Per non parlare degli ingenti COSTI che la chiusura del Tribunale sull’isola e la trattazione delle cause a Napoli porrebbe a carico non solo del Ministero della Giustizia ma anche degli Enti Locali e dei Ministeri dell’Interno, della Difesa e delle Finanze, richiedendo il trasferimento in terraferma dei dipendenti comunali e degli agenti di polizia giudiziaria quali testimoni in molti processi, che dati i tempi di percorrenza (circa 4 ore), lascerebbero sguarniti gli uffici e il presidio del territorio isolano. Si è già sperimentato il trasferimento dell’UNEP a Napoli con un impennata insopportabile dei costi delle notifiche e delle esecuzioni determinata dalle trasferte degli Ufficiali Giudiziari dalla Sede Centrale del Tribunale di Napoli all’isola d’Ischia (per assurdo, gli stessi partivano da Ischia all’alba per andare a prendere servizio a Napoli, vidimare i registri e ritirare gli atti da notificare sull’isola, ripartivano da Napoli per venire a notificare ad Ischia, ritornavano a Napoli per depositare gli atti notificati ed, infine, rientravano alla sera sull’isola, percorrendo avanti e indietro ben 4 volte al giorno il braccio di mare tra Ischia e Napoli, con le conseguenti spese a carico dei Cittadini)».

E inoltre si fa la radiografia per così dire del passato, di chi operava realmente in questo ufficio giudiziario: «Orbene, prima della soppressione, presso il Tribunale di Ischia, operavano nel civile 4 magistrati togati e 2 GOT, 1 magistrato togato quale Giudice del Lavoro e 2 magistrati togati nel penale, e, nonostante le più volte denunciate gravi carenze di organico amministrativo (posti vacanti prima della soppressione: 1 cancelliere, 1 operatore giudiziario, 2 ausiliari, 1 funzionario), grazie alla abnegazione di tutti gli operatori in servizio (la pianta organica avrebbe dovuto essere occupata da 1 Dirigente amministrativo, 3 funzionari giudiziari, 2 cancellieri, 1 assistente giudiziario, 2 operatori giudiziari e 2 ausiliari) ed alla collaborazione della classe forense ischitana, l’Ufficio rispondeva comunque ancora discretamente alle istanze di giustizia della popolazione dell’isola d’Ischia, per la quale rappresentava, come tutt’ora rappresenta l’unica ed insostituibile possibilità di accesso alla giurisdizione.
Oggi, purtroppo, residuano, nel civile, 1 togato, Coordinatore della Sezione, un altro togato applicato sempre per brevi periodi, ed un GOT, e, nel penale, 1 togato attualmente mancante e non sostituito ed 1 GOT. A causa dei trasferimenti del personale dovuti alla precedente soppressione della Sezione Distaccata e dei pensionamenti, sono rimasti in servizio solo la Dirigente di Cancelleria nel settore civile e due assistenti giudiziari di cui uno distaccato nel settore penale, la macchina giudiziaria è ormai alla paralisi, e va avanti, con la cancelleria civile spesso chiusa, e solo grazie al sacrificio dei tre dipendenti che svolgono il lavoro delle 11 unità necessarie in organico».

LE RICHIESTE
Si chiede, così, qualcosa di fattibile, che non aggraverebbe molto le spese per lo Stato, che è diventato sempre più tirchio, stringendo il più possibile, diminuendo così i servizi essenziali per la cittadinanza. E la giustizia è uno di quei servizi che sta soffrendo non poco i tagli fatti indiscriminatamente.
Il consiglio dell’Ordine degli avvocati, oltre a difendere la sezione di Ischia, ritiene che vi siano tutti i presupposti per garantire il proseguimento delle attività giudiziarie anche nelle altre due isole che hanno ottenuto la proroga per ben due volte: «Chiede un intervento risolutivo ai fini della sostituzione del 4to Giudice di Pace di Ischia e dei Funzionari al Giudice di Pace e la copertura dei posti vacanti di funzionari e assistenti delle Cancellerie della Sezione Distaccata di Ischia, nonché della definitiva Istituzionalizzazione del Tribunale di Ischia, (come di quelli di Portoferraio e Lipari, afflitti da analoghe criticità dovute a similare specificità territoriale), che la stabilizzi nell’interezza delle funzioni e competenze (ad Ischia già si trattava civile, penale, volontaria giurisdizione, esecuzioni, lavoro e previdenza), e, possibilmente, quale sede disagiata, con adeguata dotazione di personale anche, se del caso, mediante reclutamento ad hoc sulle isole o la previsione di benefits tali da invogliare il personale della terraferma alla scelta delle sedi insulari».
Il presidente facente funzioni del tribunale di Napoli aveva garantito che sarebbe sbarcato sull’isola d’Ischia per rendersi conto direttamente della reale situazione che si è creata negli ultimi anni. Ma impegni personali hanno impedito che potesse incontrare i colleghi e soprattutto gli avvocati. Ma ha fatto sapere che sin da ora sarà al fianco dell’avvocatura ischitana affinché questo ufficio giudiziario rimanga aperto e al servizio dell’intero territorio dell’isola d’Ischia.

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  1. Ma impegni personali hanno impedito che potesse incontrare i colleghi e soprattutto gli avvocati. Ma ha fatto sapere che sin da ora sarà al fianco dell’avvocatura ischitana affinché questo ufficio giudiziario rimanga aperto e al servizio dell’intero territorio dell’isola d’Ischia. anche questo e’ l’ennesimo rinvio giusto? il presidente facente funzioni. tuuto a favore di tutti , tranne che dei cittadini che sborseranno cifre esorbitanti per cause della durata di secoli, senza mai soluzioni ai rinvii dei rinvii. l’importante e’ la bellisiima foto di gruppo

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