In una scuola che dovrebbe educare al rispetto, all’ascolto e all’inclusione, si respira ormai un clima di paura. Le famiglie temono ritorsioni, i docenti vivono sotto pressione, chi parla rischia di essere isolato o punito con incarichi penalizzanti. Alcuni genitori raccontano di essere stati intimiditi per aver semplicemente chiesto chiarimenti, mentre tra il personale serpeggia il timore di trasferimenti forzati, orari vessatori o provvedimenti disciplinari.
In questo contesto già teso, circolano voci inquietanti su accessi non autorizzati ai dispositivi personali. La paura ha messo radici, soffocando il dialogo e il confronto. Ma nonostante tutto, qualcuno ha trovato il coraggio di raccontare, perché il silenzio non può essere la risposta davanti al disagio di tanti bambini.
In questo contesto cresce la tensione al Comprensivo Forio 1, dove numerosi genitori hanno formalmente richiesto l’intervento urgente del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Al centro della richiesta, inviata al Ministro Valditara e alla Ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, ci sono segnalazioni che delineano il quadro allarmante di cui vi abbiamo sempre dato notizia: un ambiente scolastico ormai segnato da malessere, paura e disagio, che si sarebbe progressivamente deteriorato nel corso dell’ultimo anno.
Secondo quanto esposto nella lettera indirizzata alle autorità, il clima scolastico sarebbe compromesso da una gestione definita “autoritaria e poco trasparente” da parte della dirigente Carmela De Vita, che non avrebbe preso provvedimenti efficaci a fronte di numerose segnalazioni riguardanti l’operato di una docente. Quest’ultima, secondo le famiglie, avrebbe messo in atto comportamenti inadeguati e vessatori nei confronti degli alunni, compresi bambini con disabilità.
Tra i punti più critici evidenziati nella missiva, vi è il trattamento riservato agli alunni con bisogni educativi speciali, che verrebbero emarginati o scoraggiati alla frequenza scolastica. In alcuni casi, bambini in stato di disagio sarebbero stati allontanati dalla classe per “calmarsi”, poiché il pianto sarebbe stato ritenuto “contagioso” e disturbante per gli altri.
Le famiglie denunciano anche l’inefficacia delle misure adottate finora dalla direzione scolastica. Tra queste, l’attivazione di un progetto con una psicologa di cui non sarebbero stati condivisi né gli obiettivi né i risultati, e l’ingresso diretto della dirigenza nelle classi per chiedere ai bambini cosa pensassero della loro insegnante – un’iniziativa considerata inopportuna e potenzialmente dannosa per i minori.
Nonostante le ripetute segnalazioni presentate anche agli organi scolastici superiori, tra cui la Direzione Generale del dott. Acerra, le famiglie affermano di non aver ricevuto alcun riscontro concreto. Per questo motivo, chiedono con urgenza l’invio di un’ispezione ministeriale indipendente, un’audizione riservata delle famiglie e dei docenti disponibili a testimoniare, la tutela dell’anonimato dei minori coinvolti e l’adozione di misure concrete per garantire il benessere psicofisico degli alunni e il loro diritto a un’educazione sicura e rispettosa.
Il tono della richiesta è deciso ma costruttivo, e sottolinea la volontà dei firmatari di tutelare i diritti dei propri figli e di ogni alunno alla serenità e all’inclusione, principi fondanti della scuola pubblica. Ora la parola passa al Ministero, chiamato a fare luce su una situazione che, se confermata, potrebbe richiedere interventi urgenti e risolutivi.
La richiesta urgente di ispezione ministeriale per gravi criticità gestionali e tutela degli alunni
“Gentile Ministro Valditara – scrivono i genitori del Comprensivo Forio 1-, le scriviamo con senso di responsabilità e profonda preoccupazione per segnalare una situazione ormai insostenibile nella nostra scuola, che da tempo compromette il benessere psicologico ed educativo dei nostri figli. Nell’ultimo anno, l’ambiente scolastico si è progressivamente deteriorato, trasformandosi da contesto sereno e inclusivo a luogo in cui prevalgono disagio, paura e malessere. La causa principale di questa deriva sembra risiedere nella gestione autoritaria e poco trasparente della dirigente scolastica, Prof.ssa Carmela De Vita, e nella sua mancata presa di posizione di fronte a gravi segnalazioni sul comportamento di una docente”.
I genitori continuano: “Numerose sono state le segnalazioni, anche apparse su testate giornalistiche locali riguardanti la gestione discutibile della Dirigente scolastica. Numerose famiglie hanno espresso forti preoccupazioni per i metodi educativi della suddetta docente, segnalando episodi di natura vessatoria, autoritaria e non adeguata nei confronti degli alunni, compresi bambini con disabilità. Alcuni bambini manifestano ansia, pianti e sintomi psicosomatici all’arrivo dell’insegnante in questione.
Nonostante le ripetute segnalazioni da parte dei genitori, la Dirigente ha sistematicamente minimizzato i fatti, evitando qualsiasi provvedimento disciplinare e proteggendo la docente coinvolta. Tra i pochi provvedimenti adottati dalla Dirigente – chiosano i genitori – segnaliamo: l’ingresso personale della dirigente nelle classi per osservare le lezioni della docente, durante le quali avrebbe chiesto direttamente ai bambini cosa pensassero della maestra, esponendoli a possibili pressioni emotive in un contesto non protetto né adeguato per una valutazione educativa; l’attivazione del progetto “Emozioni in gioco” con l’intervento di una psicologa, senza fornire alcuna informazione ufficiale su obiettivi, modalità di intervento e risultati, né ai genitori né al team docente coinvolto. Tali azioni, oltre a essere inefficaci nel risolvere la situazione, sembrano orientate più a difendere l’operato della docente coinvolta che a tutelare il benessere degli alunni e la serenità dell’ambiente scolastico”.
“Desideriamo – attaccano ancora – inoltre portare all’attenzione del Ministero una situazione particolarmente delicata che riguarda il modo in cui vengono trattati gli alunni con sostegno all’interno della classe. L’atteggiamento della docente prevalente nei confronti di questi bambini appare inadeguato e non inclusivo: gli alunni con bisogni educativi speciali vengono considerati un ostacolo al regolare svolgimento delle attività didattiche. In presenza di difficoltà o momenti di frustrazione – l’accusa viene circostanziata nell’esposto-appello -, gli alunni che manifestano il proprio disagio piangendo vengono invitati ad allontanarsi dalla classe per “calmarsi”, con la motivazione che il pianto risulterebbe contagioso e disturberebbe gli altri bambini.
Capita spesso che, attraverso diversi espedienti, si cerchi di scoraggiare la frequenza scolastica degli alunni con disabilità. Quando questi bambini sono presenti in classe, non di rado vengono emarginati o esclusi. Tali comportamenti, anziché favorire l’inclusione, generano un forte disagio emotivo nei bambini coinvolti, che mostrano evidenti segnali di malessere e isolamento”.
“Riteniamo che questa situazione – prosegue la nota – necessiti di un’attenta e urgente valutazione da parte degli organi competenti, al fine di garantire il rispetto della dignità, del benessere e del diritto all’inclusione scolastica di ogni alunno. Le famiglie hanno già segnalato tali gravi fatti alla Direzione Generale, del dott. Acerra, senza però ottenere alcun riscontro concreto. Per questo motivo, le chiediamo con urgenza: l’Invio immediato di un’ispezione ministeriale indipendente; l’audizione riservata delle famiglie e dei docenti disponibili a testimoniare; la tutela dell’anonimato dei minori e delle persone coinvolte; l’adozione di misure atte a garantire il benessere psicofisico dei bambini e il diritto a un’educazione sicura e rispettosa”.
“Confidando nella sua sensibilità e nel suo impegno per la scuola pubblica, le chiediamo di non lasciare inascoltato questo appello, che nasce solo dalla volontà di tutelare – concludono – i diritti dei nostri figli. In attesa di un Suo sollecito riscontro, porgiamo distinti saluti”.

Avviene anche alle superiori. Se osi andare controcorrente sei subito isolato e riempito di fango. Chi è allineato fa i fatti suoi: assenze, progetti su misura, orario comodo e si arricchisce…chi dissente ha difficoltà a chiedere anche un ora di permesso. Il sindacato? Basta pilotare le elezioni e piazzare un allineato ampiamente retribuito con progetti “su misura”. La didattica? Basta invogliare a promuovere tutti…chi se ne frega che non sanno niente, l’importante è la statistica. Ovviamente però c’è il pranzo di fine anno dove tutti sono felici e la scuola è una famiglia…poi sotto sotto, si lamentano e fanno domanda di trasferimento. Un ispezione mai! Basta il post su facebook è l’apparenza è salva.