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giovedì, Marzo 28, 2024

Michele Regine: «Sfida difficile per tutti. Stani è il vecchio. Le novità? Arriveranno dalla maggioranza»

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Facile profeta: il presidente del consiglio comunale di Forio aveva predetto da queste colonne la scelta di Davide Castagliuolo quale successore del sindaco Del Deo

Gaetano Di Meglio | Ecco l’analisi politica e del momento con Michele Regine che abbiamo registrato pochi giorni prima dell’ufficializzazione di Davide Castagliuolo quale candidato alla carica di sindaco e in attesa della conferenza stampa di presentazione.

E’ importante e centrale – esordisce – continuare ancora con quelle iniziative amministrative e politiche che sono state portate avanti e sono state partorite sia nella prima ma ancor più nella seconda consiliatura.
Da noi, comunque, verranno le novità, se è vero come è vero, che dall’altro lato già si è delineata una sorta di compagine ben definita, che ha già espresso una figura del candidato sindaco e che non rappresenta alcuna novità anche perché è lo stesso candidato sindaco di 5 anni fa. Così come non vedo neanche una coalizione che, tra virgolette, rappresenti il nuovo e basta vedere i suoi protagonisti, tra rappresentanti della politica della prima Repubblica e nomi già sentiti.
Le novità ci saranno, da questo punto di vista, per quanto riguarda l’amministrazione uscente, che si ripresenterà sicuramente alle prossime elezioni compatta senza nessuna defezione di sorta, al netto di quelle che già conosciamo di Gianni Mattera e Angela Albano che sono andati via. E sono convinto che nei prossimi mesi, e te lo posso preannunciare da questo punto di vista, ci saranno interessanti novità di nuovi protagonisti che si vogliono appunto affacciare alla scena politica».

– Parlando con altri protagonisti della politica, dopo 10 anni qualcuno comincia a mostrare segni di stanchezza. La nuova amministrazione di Forio, qualunque essa sia, si troverà a fare i conti con il reset isolano che abbiamo subito lo scorso 26 novembre
«La frana di Casamicciola ha sicuramente messo un punto in una maniera tragica che nessuno si aspettava, ma che obbligherà a riscrivere ogni cosa. La stanchezza credo sia fisiologica. Dopo 10 anni di amministrazione o 5, soprattutto dopo un lungo periodo di amministrazione attiva, effettivamente si arriva ad un logoramento da un punto di vista fisico e anche da un punto di vista psicologico nell’affrontare i problemi.
Gli eventi che hanno caratterizzato poi Ischia, diciamo negli ultimi giorni e gli ultimi mesi, creano un ulteriore aggravio da questo punto di vista. Un aggravio e una responsabilità per chiunque andrà poi a sostituire quella di Francesco Del Deo. Il sindaco l’ho visto a livello generale come un leader di spessore che ha prodotto un’azione amministrativa mirata e ben programmata nel quinquennio e nel decennio.

Oggi, però, chi andrà a sostituirlo sicuramente avrà un onere maggiore, da questo punto di vista, da sopportare e dici bene per quanto riguarda gli ultimi eventi e in modo particolare la frana di Casamicciola, fortemente segnata.
Quello di novembre è un brutto segnale e sarà valutato in concomitanza anche con le prossime elezioni locali di Forio. E sarà un elemento di valutazione per il prossimo sindaco di questo comune, da qualunque compagine dovesse essere uscire. Avrà un fardello notevole da portare avanti. E’ chiaro che sul tavolo ci devono essere programmi seri e una politica, secondo me, di ampio respiro, che vada oltre quelle che sono le caratteristiche dell’insularità che ci hanno sempre da un lato caratterizzato, ma da un altro lato anche penalizzato. Dobbiamo chiaramente uscire dagli schemi che abbiamo seguito fino al 26 novembre».

Domanda un po’ cattiva: 10 anni fa hai litigato con l’altro Michele, perché volevi fare questa esperienza politica. Poi, dopo 5 anni, l’hai riprovata. Sei aperto ad altre novità? Pronto a fare un’altra esperienza politica, diciamo a fare ancora un passo avanti?
«In che senso?».

Dopo il presidente del Consiglio comunale, dare seguito a quello che hai fatto negli ultimi cinque anni. Franco Regine ti ha sempre inserito nella famosa triade del comando. Una sorta di eredità che ti tocca ricevere. Sei stato visto come uno che comandava Forio…
«Te l’ho già detto molte volte direttore, non ho mai avuto questa intenzione, tra virgolette, di ricoprire l’incarico di sindaco che, effettivamente, è un incarico importante, gravoso, serio e che richiede piena consapevolezza. Così come credo, umilmente, di aver svolto bene il compito di presidente del Consiglio comunale, ininterrottamente da 10 anni. Ho cercato di rivestire quel ruolo che mi è stato conferito e ho cercato di mantenere inalterati quelli che sono i compiti del presidente del Consiglio Comunale e credo di averlo svolto bene.
Non so cosa farò successivamente. Effettivamente è una domanda che mi sto ponendo in questi giorni. Penso a cosa potrò fare e, sicuramente, mi interessa la vita attiva e sociale. Il contatto con il cittadino, capire, intercettare i problemi, discuterne per tentare di risolverli, andare nelle sedi opportune, magari anche sovracomunali, per cercare di trovare quelle che sono le soluzioni e, innanzitutto, le dinamiche al fine di entrarci meglio dentro per tentare di risolvere dei problemi. Per rispondere, poi, alla tua domanda, sono sempre amico di Michele Calise che per me è stato sempre un amico d’infanzia. Sì, ci sono stati, diciamo degli screzi, ma non da parte mia. Io non ho fatto nient’altro che seguire delle scelte, indipendentemente se un amico le capisca o non le capisca o se possa condividerle o meno. Ciò non toglie che se esiste un sentimento forte alla base questo supera gli eventi».

Torniamo a questa sorta di bilancio che stiamo facendo. Due domande, il bilancio su quello che è stata l’azione del comune di Forio e poi il bilancio anche personale che, immagino, ti sarai posto.
«In questo lasso di tempo ho visto dei cambiamenti dal punto di vista sociale come proprio dal punto di vista politico. Rispetto ad esperienze passate con altre amministrazioni che vivevo da elettore e da cittadino anche seppur vicino, comunque non facendone parte attiva, ho visto che ci sono ancora tante cose da fare, tanti miglioramenti, tanti adeguamenti che effettivamente, proprio negli ultimi anni, non a caso e a maggior ragione dopo queste drammatiche vicende che hanno messo Ischia in modo particolare ancora più sotto i riflettori, si sono amplificate.

L’aspetto strutturale del rischio idrogeologico e l’aspetto naturalistico richiedono di interventi mirati che effettivamente un po’ in generale fino ad ora non sono stati presi in considerazione, ma sicuramente adesso, alla luce di questi eventi che si sono susseguiti anche a distanza abbastanza ravvicinata, dovranno esserlo. Eventi che da un certo punto di vista fanno male e caricano di ulteriore preoccupazione non soltanto gli amministratori, ma prima ancora ai cittadini ischitani. Non dimentichiamo che Ischia, a differenza di altri luoghi turistici è, forse, l’unico baluardo. Ad Ischia i cittadini sono protagonisti della loro vita politica, della lotta turistica, della loro vita e non sono andati via. A Capri, Roma, Firenze, Venezia non ci sono più gli abitanti del posto. A Ischia invece sì. A Ischia è forte il legame con la propria identità. Noi abbiamo un’identità forte e fa parte di quel richiamo turistico che non sono soltanto le terme, le spiagge, il mare. Questa è una considerazione che faccio anche per esperienza».

Del Deo lascia la fascia tricolore e il ruolo da presidente dell’Ancim. Non sarò io, oggi, a fare la valutazione del sindaco uscente, tuttavia gli riconosco di aver portato avanti due battaglie importanti. La modifica dell’articolo 119 della Costituzione e poi quella che, in qualche modo, potrebbe avviarci verso la famosa zona disagiata.
«Quella dell’Articolo 119 è una riforma epocale. Diciamo che da lì, poi, discende un po’ tutto. Con l’impianto nuovo che si andrà a costruire, quello che sicuramente si andrà a realizzare in brevissimo tempo, si è posto un punto fermo. Per quanto riguarda, appunto, il discorso dell’insularità, da questo punto di vista con tutte le caratteristiche, sia positive che negative, che può avere appunto una realtà insulare, anche nell’ambito specifico della giustizia che sarà prossima alla salvaguardia di quelli che sono i valori culturali che sempre sono garantiti dalla Carta costituzionale. L’articolo 119 dovrà sicuramente essere da monito e da baluardo di tutti. In modo particolare perla giustizia è più che mai evidente che, almeno per quanto mi riguarda, questo Ministero abbia intuito la necessità di lasciare questi presidi giudiziari e sembra che intenda appunto regolarizzarli.

C’è ancora molto da fare. La battaglia sicuramente è lunga, ma io sono fiducioso, caro direttore, da questo punto di vista, anche alla luce di quello che i miei colleghi hanno fatto in questi anni e ho fiducia nell’Asso forense dell’isola d’Ischia».

1 COMMENT

  1. Michele sto fuori dal mondo e non hai il contatto con la realtà in 2 legislazioni vi siete fatti schivare dal popolo di forio, per i vostri atteggiamenti da “papaveri” adesso avete perso le pecore e andate cercando la lana. Un Po come quelli del PD che non avendo argomentazioni discreditano l avversario. Questo siete ! Poveri nei contenuti. Basta semplicemente guardare come avete ridotto il paese. Il lungomare cade a pezzi, la strada per panza è percorribile solo con mezzi 4×4, il waterfront una cagat… che lascia irrisolti i vecchi problemi, il punto del pescato cade a pezzi, il corso un orinatoio e cagatoio per cani, mancano i bidoni per la raccolta degli oli esausti, cava delle pezze un bordello con lavori fatti malissimo e resta irrisolta la puzza nauseabondo alla lucciola. In tutto questo vuoi venirci a fare pure la morale? TACI che fai più bella figura.

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