Un contributo di altissimo livello, con il proprio carattere e cultura, questa diversita’ e’ la ricchezza del nostro Paese. La democrazia esiste perche’ da’ voce alla diversita'”.
Per il presidente Mattarella e’ la prima volta al Tempio Maggiore di Roma e in questa occasione ha voluto ricordare ancora una volta “la vergogna” delle leggi razziali avvenuta 82 anni fa.
Il capo dello Stato e’ stato accolto dal rabbino capo, Riccardo Di Segni, e dal presidente della comunita’ ebraica di Roma, Ruth Dureghello, ha fatto una visita al museo ebraico con la direttrice, Olga Melasecchi, e un breve incontro al Tempio spagnolo dove erano presenti anche i familiari di Stefano Gaj Tache’, il bambino ucciso nell’attentato del 1982.
La visita si e’ conclusa all’interno della Sinagoga dove i bambini delle scuole ebraiche elementari, medie e superiori hanno intonato dei brani tratti dai salmi. E proprio rivolgendosi ai bambini ha raccontato: “quando ero bambino e giovane ho vissuto a lungo a Roma, mi sentivo romano ma gia’ dalle elementari alcuni amici mi rappresentavano un vecchio detto popolare: ‘si era romani solo se si aveva alle spalle sette generazioni’, voi avete piu’ di duemila anni alle spalle, sono ben pochi a Roma che possono dirsi piu’ romani di voi. Vorrei salutarvi con una espressione ebraica molto bella che e’ un inno alla vita: lechaim. E visto che mancano poche ore al tramonto vi auguro Shabat Shalom”, ha concluso Mattarella.
(ITALPRESS).