Giornata di trasferta a Napoli: acquisto online i biglietti per l’aliscafo Caremar delle 10.15, pur consapevole che i cinque euro in più pagati per il servizio non mi consentono -a differenza dell’Alilauro- di potermi recare direttamente all’imbarco, bensì passare per la biglietteria all’Olimpica a ritirarli: roba da terzo mondo. A rilasciarmi il titolo di viaggio è un’impiegata dotata di un sorriso contagioso e gioviale, praticamente stampatole sul volto a prescindere dal personaggio con cui è costretta a relazionarsi. Le ho vivamente augurato di non perdere mai quel sorriso, un vero dono di Dio per chiunque la incontri!

L’inferno riprende al Molo Beverello e non solo per il caldo asfissiante di questo luglio insolitamente torrido: per mera mancanza di tempo, derogo alla regola aurea di utilizzare LIBERTAXI, la mia app preferita dove trovare un tassista napoletano scorretto o scostumato è praticamente impossibile, in quanto il buon Presidente li vuole tutti “confessati e comunicati”. “Chissà quanti taxi da quattro persone troveremo”. Effettivamente era così, salvo accorgermi che mentre i taxi erano regolarmente in sosta al posteggio, i loro autisti erano tutti incontro ai passeggeri con bagaglio per accaparrarseli (meglio se stranieri da spennare) e fottendosene di sana pianta di quelli che, per correttezza, si erano messi in fila sotto la pensilina del posteggio. Alla fine, insieme ai miei tre compagni di viaggio, mi sono messo ad aspettare stoicamente accanto all’ultima monovolume rimasta (anch’essa senza autista), ma quando due minuti dopo il relativo conducente giungeva in loco aveva al seguito una coppia di turisti stranieri, rispondendomi che venivano prima di noi in fila perché avevano prenotato. Falsissimo e denunciato per questo!

Un collega che ha assistito la scena (una vera mosca bianca) ci ha subito accolto nella sua auto, si è addirittura scusato e ci ha inondato di cortesia fino alla fine della corsa.

Napoli, Napoli, cambierai mai?