Delusione, consapevolezza e la volontà di non arrendersi. Marco Ferrante, direttore generale dell’Ischia Calcio, analizza con lucidità e amarezza la sconfitta interna contro il Valmontone, maturata tra episodi sfavorevoli, un’espulsione pesante e un’autorete che ha chiuso i giochi. Nelle sue parole c’è la fotografia di un momento difficile, ma anche la promessa di una reazione concreta, a partire dal mercato e da un cambio di atteggiamento collettivo.
Ferrante parla di responsabilità, di umiltà e di lavoro quotidiano, senza nascondere le difficoltà economiche e tecniche che la società sta affrontando, ma con la convinzione che l’Ischia abbia ancora la forza per rialzarsi.
Ferrante arriva in sala stampa perché Mister Corino ha lasciato il Mazzella testa bassa e zaino in spalla. Alla base del gesto del Mister la delusione e la rabbia per una gara condizionata dagli eventi. Una reazione di chi vive le gare con passione e trasporto.
Direttore Marco Ferrante, lo 0-2 dell’Ischia contro il Valmontone è una gara che era iniziata nel migliore dei modi, ma poi è stata condizionata dall’espulsione al 18’ di Aniceto e, nella ripresa, dall’autorete di Buono al 33’. In qualche modo, l’Ischia ha fatto davvero tutto da sola?
“Mi dispiace, perché tra le mura amiche dobbiamo fare punti, e questo è già il terzo episodio negativo. C’erano comunque delle indicazioni del Mister per muoverci sul mercato e qualcosa abbiamo già fatto in settimana. Ci adopereremo sicuramente nelle prossime ore, perché non vogliamo una morte lenta. Né i tifosi né la proprietà lo vogliono. Per questo ci stiamo muovendo per dare una sterzata a qualcosa che, ad oggi, non sta andando. Bisogna drammatizzare il giusto, lo dico per esperienza, perché se ci si abbatte in questi momenti non se ne viene fuori. Serve unirsi e raggruppare tutte le forze per uscire da questo momento delicato.
Oggi l’approccio è stato abbastanza positivo rispetto alle altre partite casalinghe, purtroppo viziato da un episodio ingenuo di Aniceto. L’arbitro mi ha detto di rivederlo in televisione, che era un fallo grave. Io gli ho risposto che, dopo venti minuti, forse si poteva anche sorvolare o limitarsi all’ammonizione, vista l’ingenuità di un giovane. Lui ha ribadito che “lo veda in televisione”. A prescindere da questo, penso che dieci contro undici la squadra abbia retto. Abbiamo usato poco la palla e sprecato tanto, ma in inferiorità è sempre difficile. Forse, guardando il bicchiere mezzo pieno, oggi c’è stata una delle migliori prestazioni, soprattutto nei primi 45 minuti, quando la squadra era più viva rispetto alle ultime uscite”.
Perché mister Corino è andato via subito dopo la partita? Problemi familiari o personali? L’abbiamo visto lasciare il campo in maniera piuttosto veloce.
“Dopo una partita così c’è delusione, tanta delusione. Abbiamo lavorato tutta la settimana, volevamo non sfigurare davanti al nostro pubblico e invece è arrivato un altro passo falso. Il mister non si nasconde, non l’ha mai fatto. Era nervoso, non tanto per l’arbitraggio, ma per l’evolversi della partita. Come le altre volte, ci tenevamo tanto.
Ti ripeto, nonostante i due punti casalinghi, l’obiettivo era cominciare a costruire un trend positivo in casa, ma non ci siamo riusciti. Serve calma, oggi manca qualcosa, forse più di qualcosa. Con Pino abbiamo impostato un piano economico-aziendale per cercare di raddrizzare il tiro. È inutile nascondersi dietro un dito: qualche difficoltà economica c’è e lo sappiamo tutti. Stiamo cercando di rimediare, sperando anche nell’aiuto di qualcuno disposto a investire sull’Ischia. L’obiettivo è andare avanti e fare un percorso diverso. Non credo che siamo più deboli degli altri, perché a volte, dove non arrivi con la qualità, arrivi con la “cazzimma”. Nei primi 45 minuti si è vista, nel secondo tempo meno. Bisogna migliorare anche sotto il profilo dell’esperienza e fare un’analisi su qualche giocatore più esperto. Ma senza portafoglio è tutto più complicato”.
Una domanda diretta: questa è la squadra che ha costruito lei. C’è da fare un po’ di mea culpa?
“Sicuramente sì. Ma, come non bisogna dare la colpa agli altri, non bisogna nemmeno rinnegare ciò che si è fatto. È stato un mercato, diciamo così, non dico obbligato, ma quasi. Io sono l’ultimo ad abbandonare qualcosa che è stato costruito con difficoltà. Sono abituato a lottare e a pensare al domani. Mancano ancora 28 partite, è presto per fare certi discorsi. I punti a disposizione ci danno comunque uno spiraglio di luce, che non deve mancare. La proprietà ha già fatto sacrifici importanti e continua a farli. Anche i giocatori lo sanno. Serve che qui regni l’umiltà, da parte di tutti, a partire da me. Mi assumo sempre le responsabilità di tutto e di tutti. Ma io non sono venuto qui per fare un campionato anonimo.
Le difficoltà ci sono, ma bisogna venirne fuori. È troppo facile abbandonare quando si è in difficoltà. Io sono abituato a combattere e lotterò fino in fondo per il bene di questo club e per dare qualche gioia ai tifosi. Non è un discorso di lecchinaggio, ma di rispetto: so l’amarezza che c’è dall’altra parte e so che noi stiamo facendo di tutto per uscire da questa situazione difficile. La proprietà, con persone come Pino e Gigi Mollo, si sbatte ogni giorno per portare avanti l’Ischia e creare valore, anche se non è facile. Il gruppo è giovane e con poca esperienza, ma qualcuno emergerà. Noi, però, non possiamo pensare al futuro, dobbiamo pensare al presente. Servono innesti e stiamo lavorando per questo, insieme al mister”.
Sul mercato, quali profili state cercando?
“Abbiamo già parlato con diverse persone, anche all’estero, per capire su quali reparti intervenire. Stiamo cercando profili in tutte le zone del campo. Non si tratta di una rivoluzione, ma di interventi mirati. Può darsi che qualcosa si sia sbagliato, ma nessuno è perfetto. È stato fatto tutto con lucidità, e se c’è da cambiare lo si fa in corso d’opera.
Il mercato con le rescissioni è sempre aperto, e abbiamo già dei giocatori in uscita. Speriamo che escano presto, così da poter inserire nuovi elementi. Ci stiamo muovendo anche per trovare sponsor o investitori che credano nel progetto Ischia, ma sono cose che richiedono tempo. Sappiamo che bisogna correre, e lo stiamo facendo tutti, dai giocatori alla proprietà”.
Di che cosa è più dispiaciuto oggi?
“C’è dispiacere perché l’avversario era in un buon momento, mentre noi cercavamo riscatto. È una partita decisa da episodi, ma prima dell’espulsione di Aniceto l’Ischia stava giocando bene. Non dico che fosse padrona del campo, ma stava facendo una gara importante. Undici contro undici, chissà come poteva finire.
L’espulsione, però, è stata un’ingenuità: un fallo inutile, frutto della mancanza di esperienza. Giocare in dieci per settanta minuti ha pesato molto, anche sul piano fisico e mentale. Bisogna essere più attenti, anche nelle scelte dei singoli, perché un errore può compromettere il lavoro di tutti. Adesso il tempo è poco, dobbiamo raddrizzare la rotta il prima possibile”.










