gli editoriali del direttore

Ma che ci fanno gli altri candidati?

By Redazione Web

January 08, 2018

 

Gaetano Di Meglio | La minoranza è debole. Più di quanto si possa immaginare. Mi chiedo cosa si facciano seduti in platea Gigi Lista o Nicola Manna all’incontro di Vito Iacono e Franco Castagliuolo. Se uno annuncia la propria candidatura non partecipa agli incontri degli altri candidati. E la scemenza del dibattito e del confronto tenetevela per i vostri discorsi privati. Le motivazioni possono essere le più disparate, ma quella che è più evidente è che i personaggi in cerca di autore sono tanti e a tutti piace fare il duro e il puro sempreche, però, non sia l’occasione per mettersi in mostra. Ma c’è un’altra riflessione che l’incontro di ieri mattina merita. Dobbiamo fare la differneza tra Castagliuolo e Iacono. Vito Iacono merita rispetto politico e un posto in prima fila tra quelli che seguono il proprio paese, si impegnano per il proprio paese e fanno la loro parte. L’altro, Castagliuolo, invece, si mostra al popolo di Forio che gli deve qualcosa. Eggià, non è il contrario. Non c’è nessuno slancio naturale. Non c’è nessuna motivazione politica che regga. Castagliuolo, che vive in un paese di costruttori abusivi e di gente che è disposta ad uccidere la mamma per un pezzo di terra, e ha un lungo e largo schieramento di uomini che gli devono qualcosa. Di gente che ha potuto completare casa per la “bontà” di Franco e così via. All’orizzonte, fatti alla mano, c’è una candidatura di recupero credito. Una candidatura che arriva dietro la spinta di dover/poter “monetizzare” una florida personale economia. Non c’è nessuna motivazione dal basso. Non c’è nessun affetto politico velato. C’è solo, se si arriverà alla fine della “campagna elettorale” un calcolo economico e di favoritismo. La personalità politica si dovrebbe costruire giorno per giorno, stando tra le gente e vicino alla gente. Intervenendo sui problemi, essendo presente ed esporsi. Ma Castagliuolo è rimasto nascosto. Dopo il tranello di Antonio Trofa e l’annullamento di ben tre liste elettorali (non una, tre!) il silenzio. Fino ad attendere, quasi cinque anni dopo il momento opportuno per mettersi in mostra. Ma se la volta scorsa si poteva pensare ad una riflessione politica (tanto da rompere con la famiglia), oggi, con il passato evidente agli occhi di tutti, ogni buona speranza è naufragata sugli scogli vecchi o nuovi che siano del Molo Borbonico. Nuovo, non è mai stato sinonimo di buono.