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venerdì, Aprile 19, 2024

L’ultimo giorno di scuola di un anno scolastico particolare. Una riflessione di Sandra Malatesta

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11 GIUGNO 2021 ULTIMO GIORNO DI SCUOLA DI UN ANNO SCOLASTICO PARTICOLARE
Sono stata a Forio per fare una sorpresa alla mia nipotina per l’ultimo giorno di scuola. Uno strano tremolio mi ha presa mentre ero seduta su una panchina e vedevo uscire distanziate di cinque minuti ciascuna, le varie classi delle elementari del “Balsofiore”.
Quei bambini con la mascherine, in fila ordinata accompagnati da attenti maestre e maestri, un sole caldo, tante mamme e papà emozionati, mi hanno fatto pensare che sono loro, i bambini, la parte migliore di noi.

Trionfanti, con la cartellina piena dei lavori fatti a scuola e con un diploma in mano, sudati ma festosi, si salutavano e correvano verso i genitori. Un anno scolastico con tanti mesi di DAD con l’ansia per il rientro in presenza fatto e interrotto per almeno una volta, si conclude così con quei bimbi felici, con il sole, con gli abbracci…finalmente!!!
Questa generazione di una prima elementare che ha imparato a contare e a scrivere vedendo i compagni e i maestri solo dal computer, ha mostrato di essere una generazione forte che ha fatto il suo dovere con le difficoltà che sicuramente molti hanno avuto così come tutti i ragazzi e gli studenti del mondo.

La storia parlerà di questo anno e mezzo e così come io ho studiato delle varie pandemie, i nostri nipoti studieranno questa pandemia vissuta con aiuto tecnologico che non ha fermato la vita e nemmeno tante attività che si sono potute fare online.
Pensare a come la Febbre Spagnola ha fatto soffrire e morire senza poter saper notizie di persone care, senza potere vederle nemmeno da lontano, e pensare invece che noi ci siamo visti con videochiamate, che i bambini hanno giocato con i nonni che non potevano stringere, farà dire in classe a chi spiegherà questa storia…

Ragazzi oggi parleremo del Covi 19 che nel Febbraio del 2020 provocò una pandemia mondiale e le scuole si spostarono a casa grazie ai computer..”
Nel frattempo la mia nipotina mentre guardavamo insieme un video interessante e io ero entusiasta, mi ha detto “Nonna non puoi prendere alla lettera quello che dicono. .è una realtà virtuale”.
Cheeee? E sono corsa a prendere il mio diario per scrivere che una bimba di sette anni ha parlato come forse nemmeno io parlo ancora.
Un anno scolastico strano si è concluso con i bambini che, forse, hanno imparato a essere più realistici e concreti di quanto lo eravamo noi alla loro età.

E POI VENNERO I FORESTIRI
Cosi li chiamavano gli isolani chi venivano a portare una ventata di novità che arricchiscono l’isola di tante e tante cose.
Pietro Scaglione, Raffaele e Mario Pipolo,Gianni Lambitelli e suo fratello, Umberto della pizzeria a Via Roma e tanti altri che peró vennero anni dopo. Io so tanto di Pietro Scaglione e di Raffaele Pipolo perché i loro figli, Rosetta Scaglione e Gino Pipolo. sono venuti a scuola con me.
Rosetta mi raccontò che suo padre Pietro nel 1934 veniva a vendere tessuti nelle case e poi tornava la sera a Napoli. Lo ricordo come un gran signore e anche tanto dolce. Durante il suo lavoro per le case, conobbe un’ischitana, Assunta Trani e se ne innamorò.
Dopo pochi mesi si sposarono e lui aprì un negozio di tessuti a Via Roma. Un uomo all’avanguardia nel sapere come dare qualcosa in più ai suoi clienti. Dopo qualche anno, nel suo negozio sviluppò la sartoria da uomo con abiti fatti su misura e cominció a vendere anche camice, giacche e pantaloni. Nel frattempo nascevano i numerosi figli tutti ragazzi e ragazze educati come i genitori e bene inseriti, e alcuni di loro, furono forti giocatori di calcio tra cui Gaetano (morto molto giovane) Renato e Gió.
Nel frattempo gli ischitani erano felici di non dovere andare sempre a Napoli e compravano da lui che dopo anni costruì un palazzo a Via Delle Terme con appartamenti e con il negozio storico ancora oggi punta di diamante del settore.

Come lui anche i Pipolo furono bravi e grandi lavoratori e soprattutto persone educate dai modi gentili. Raffaele sempre pronto a sorridere e dolce con i figli e con tutti i bambini così come sua moglie e Mario più giovane e più come si diceva allora, più inserito sul territorio che aprì un negozio insieme a sua moglie Maria al Corso Vittoria Colonna.
Gianni Lambitelli più giovane degli altri era svelto e organizzato e capi che doveva allargare la vendita di confezioni da uomo e da donna e in questo si trovava sempre in accordo con suo fratello minore.
Quelle vetrine con tutti quei vestiti abbinati a scarpe, borse accessori a noi sembravano così belle da guardare che stavamo lì con i visi attaccati ai vetri per vedere meglio i particolari.
Ma noi a Via Roma avevamo Rita Amalfitano, ischitana doc che cuciva abiti incredibili e che piano piano riuscì ad allargare e a vendere anche abiti da cerimonia.
Di lei io ho il ricordo della sua dolcezza e di quel modo delicato di fare. E mentre da Lambitelli e Scaglione si andava per lo sportivo, classico, le donne per ogni cerimonia andavano da Rita.
Insomma negli anni settanta noi giovani avevamo tanta scelta compreso per le calzature con gli ischitani Umberto De Luciano e Aniello Buonocore e Corsi a cui si aggiunsero gli Sgambati venuti da Napoli.

E finalmente una bella pizzeria aprì a Piazza Croce, la Pizzaeria Umberto, con un pizzaiolo napoletano doc che sposò un’ischitana Franca Albanese (DIAZ).
Anche lui una persona perbene che non alzava mai la voce. Così io, passai da bambina che vedeva due o tre negozi ad adolescente che vide il corso fiorire con vetrine che resero le nostre passeggiate più piacevoli sognando di poter comprare questo o quello parlandone tra noi mentre mangiavamo un gelato…

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