L’isola si prepara con devozione e fermento all’appuntamento più solenne e atteso dell’anno: la Processione del Venerdì Santo, rito secolare che affonda le sue radici nel XVII secolo e che, ancora oggi, rappresenta il cuore pulsante dell’identità procidana. Con la chiusura ufficiale delle iscrizioni alla Congrega dei Turchini, sono 41 i Misteri che sfileranno per le vie dell’isola, portati a braccia da giovani e adulti, accompagnati dal silenzio, dal suono cupo della tromba e dal rintocco del tamburo.

Accanto ai Misteri – vere e proprie opere d’arte mobili, realizzate dai gruppi a Terra Murata, ci saranno come sempre anche i simboli e le statue fisse, che nella giornata di lunedì sono già stati trasportati con cura e rispetto all’interno dell’Abbazia di San Michele Arcangelo a Terra Murata. Lì resteranno custoditi fino al mattino del Venerdì Santo, quando, al sorgere del sole, il corteo partirà in un’atmosfera di intensa spiritualità.



La macchina organizzativa è ormai a pieno regime. Nelle tende si lavora agli ultimi dettagli dei Misteri, si sistemano volti e mani delle statue, si ritoccano colori, si rinforzano strutture. È un impegno collettivo che dura mesi, fatto di passione, arte e fede. Ogni Mistero rappresenta un episodio della Passione di Cristo, scelto e interpretato con cura, trasformando la processione in una specie di Via Crucis che si snoda lungo le strade dell’isola.
Per molti giovani procidani è un momento di iniziazione alla tradizione, un passaggio che li lega profondamente alla storia della loro isola. Per gli anziani, è memoria viva; per i forestieri, un’esperienza di rara intensità.
In attesa del grande giorno, la settimana è scandita da appuntamenti religiosi e culturali. Stasera, alla Congrega dei Turchini, si terrà una Santa Messa particolarmente sentita, durante la quale risuonerà il Miserere – il Salmo 50 – intonato secondo l’antico canto tradizionale procidano, capace di evocare emozioni profonde e raccoglimento.
Subito dopo, il pubblico potrà assistere al concerto dell’ass. PleiadiChorus, realtà vocale ben nota sull’isola, che accompagnerà i presenti con un repertorio sacro e meditativo. Un momento che unisce arte e spiritualità, e che rappresenta una delle espressioni più alte della cultura procidana.
Giovedì sera, invece, si terrà un altro momento suggestivo: il corteo degli Apostoli dell’Arciconfraternita dei Bianchi, che sfileranno in abito penitenziale per l’isola toccando le varie parrocchie.
La processione, che anticipa simbolicamente l’arresto e la Passione di Cristo, è caratterizzata da un’atmosfera di silenzio e raccoglimento, illuminata solo dalla luce tremolante delle candele. Un rito che, come quello dei Misteri, affonda le radici in una tradizione secolare e ancora oggi coinvolge profondamente la comunità.
Se l’atmosfera è carica di attesa e devozione, non manca un velo di preoccupazione. Le previsioni meteo, infatti, annunciano possibili piogge leggere nella giornata di venerdì, proprio durante le ore della processione. Nulla di allarmante, almeno per ora, ma il solo pensiero che la pioggia possa rovinare o compromettere anche parzialmente il corteo, getta un’ombra tra i volontari e gli organizzatori.
L’isola ha vissuto, in passato, edizioni difficili a causa del maltempo, ma la speranza è che anche questa volta il cielo possa risparmiare le ore centrali della processione. “Stiamo seguendo costantemente gli aggiornamenti – fanno sapere dalla Congrega dei Turchini – e siamo pronti a intervenire se necessario, ma confidiamo nella clemenza del tempo. E’ tutto pronto e la popolazione attende con fede”.
In un tempo in cui molte tradizioni rischiano di perdersi o diventare folkloristiche, la Processione del Venerdì Santo a Procida resta un evento autentico, profondamente vissuto e condiviso, capace di unire la comunità e di parlare anche al cuore di chi arriva da fuori. Non è raro, infatti, che turisti e visitatori – attratti inizialmente dalla bellezza scenica dell’evento – restino colpiti dall’intensità del silenzio, dalla compostezza dei volti, dalla sacralità sospesa che avvolge l’isola all’alba del Venerdì Santo.
E così, tra Misteri ultimati, statue già sistemate, canti liturgici, cortei penitenziali e occhi rivolti al cielo, Procida si prepara a rivivere ancora una volta la sua Passione, nel segno della fede, della memoria e della speranza.
