“Per fermare la fornitura di armi, abbiamo bisogno di una missione che comprenda non solo l’uso di navi da guerra, ma anche controlli aerei e terrestri – aggiunge -. Molti paesi, tra cui l’Italia, temono che l’uso di navi militari possa portare a un aumento dei flussi di rifugiati, tanto che l’operazione sulla costa orientale del Mediterraneo, rotta dei contrabbandieri, dovrebbe rimanere limitata. C’e’ una clausola che afferma che l’operazione navale verra’ interrotta se le navi incentiveranno i flussi di rifugiati. E’ la prima volta che l’UE riconosce questo ‘fattore di attrazione’ di cui noi italiani parliamo da molto tempo”.
“Ci sono 700.000 rifugiati in Libia. Molti di loro non vogliono andare in Europa fintanto che possono vivere li’ in pace e avere una prospettiva. Ma puo’ immaginare cosa accadrebbe se scoppiassero combattimenti di strada a Tripoli? Per me e’ chiaro: dobbiamo fermare questa guerra. Altrimenti avremo una nuova crisi di rifugiati – sottolinea il ministro -. Lo stop alla guerra e’ anche l’unico modo per sottrarre terreno fertile al terrorismo. Il Ministero degli Esteri di Tripoli non esiste piu’ perche’ i terroristi dell’ISIS lo hanno fatto esplodere… e tutto questo a soli 200 chilometri dalle coste europee, dalla Sicilia”.
(ITALPRESS).