È il segretario comunale Michele Ferraro il commissario ad acta incaricato dalla Prefettura di Napoli per dare esecuzione alla sentenza del TAR Campania n. 4600/2024, relativa alla demolizione di un fabbricato abusivo in via Nazario Sauro, nella frazione di Sant’Angelo del Comune di Serrara Fontana. Parliamo della sentenza del TAR Campania che aveva accolto le doglianze dello stilista Roco Barocco, difeso dell’avvocato Bruno Molinaro, circa l’inottemperanza di un’altra sentenza del TAR Campania, la 3200/2015 emessa dallo stesso Tribunale Amministrativo che disponeva, appunto, la demolizione del fabbricato delle Breglia.
Il provvedimento del 19 giugno 2025, arriva a seguito della formale richiesta avanzata dal Comune, che ha dichiarato l’impossibilità di procedere nei tempi stabiliti a causa della mancanza di collaborazione da parte delle proprietarie, le signore Felicitas e Alessandra Breglia. Queste ultime, vicine di casa dello stilista Rocco Barocco, non hanno consentito l’accesso al personale tecnico incaricato di predisporre l’intervento di demolizione.
La Prefettura ha quindi esercitato il potere sostitutivo previsto dall’ordinamento, attribuendo al segretario Michele Ferraro ogni facoltà operativa per garantire la piena attuazione della sentenza, inclusa la facoltà di affidare i lavori, coordinare l’intervento e richiedere il supporto tecnico di enti pubblici competenti.
LA VICENDA
Questa è una vicenda che ha il sapore dell’incredibile e che affonda le sue radici nel lontano 1980 e che, forse, si avvia all’ultimo capitolo. Il Comune di Serrara Fontana, dopo decenni di ordinanze, ricorsi e rinvii, ha ufficialmente passato la palla al Prefetto di Napoli per l’esecuzione forzata della demolizione mai realizzata. Tutto ha origine da un’ordinanza di demolizione n. 4 del 7 gennaio 1980, indirizzata alle sorelle Felicitas e Alessandra Breglia, proprietarie di un immobile abusivo. Nel corso degli anni, ulteriori provvedimenti (tra cui l’ordinanza n. 21 del 2016 e la n. 26 del 2022) hanno ribadito la necessità di ripristinare la legalità urbanistica, ma gli interventi non sono mai stati eseguiti. Solo nel 2024, a seguito della sentenza n. 4600 del TAR Campania – Sezione VI, è stato imposto al Comune un termine perentorio di 90 giorni per eseguire d’ufficio la demolizione.
I tentativi del Comune
In ottemperanza alla sentenza, l’Ufficio Tecnico del Comune ha affidato l’incarico di progettazione esecutiva all’ingegner Ferdinando Aloi con una determinazione datata 21 ottobre 2024. Tuttavia, nonostante l’invio di ben due richieste di accesso al sito per effettuare i rilievi tecnici, l’ingegnere – accompagnato dalla Polizia Municipale – non è mai riuscito a entrare nell’immobile, che risultava inaccessibile.
«Con la sentenza n. 4600/2024, il TAR Campania – scrive Vacca – ha assegnato a questo Ente il termine di 90 giorni per l’esecuzione del giudicato, durante il quale quest’ufficio si è adoperato per la materiale rimozione dell’abuso, riscontrando, tuttavia, impedimenti oggettivi per la esecuzione dei lavori, stante la mancanza di collaborazione delle parti soccombenti che hanno materialmente impedito l’accesso ai luoghi necessari per la redazione di un progetto esecutivo di demolizione.
Le stesse (le signore Breglia), con congruo preavviso, ricevevano due richieste di accesso ai luoghi (…) onde consentire all’ing. Aloi di effettuare i rilievi necessari per la progettazione della demolizione. Entrambe le volte il professionista, recatosi sul luogo unitamente a personale di Polizia Municipale, non è riuscito ad accedere al fabbricato, come risulta dai verbali. Si fa rilevare, altresì, che lo scrivente si è recato più volte personalmente sui luoghi per cercare di accedervi, constatando che il manufatto risulta disabitato. Per tutto quanto sopra esposto – si legge nella nota di Vacca -, nel ribadire che lo scrivente si è attivato per ottemperare ai giudicati del TAR Campania, ed atteso che, come statuito nella sentenza TAR 4600/2024, allo spirare dei 90 giorni la competenza deve ritenersi traslata al Prefetto di Napoli, già individuato commissario ad acta, con la presente, si chiede di voler fornire indicazioni circa l’attuale competenza all’esecuzione del giudicato».
RICORSI, AUTORIZZAZIONI E MANOVRE DILATORIE
In parallelo agli sforzi del Comune, le sorelle Breglia hanno cercato di opporsi all’intervento con una strategia legale e amministrativa: prima un ricorso al TAR contro la nomina del progettista, poi una richiesta di eseguire autonomamente i lavori, subordinata però all’ottenimento di una autorizzazione sismica dal Genio Civile di Napoli. Quest’ultima autorizzazione è stata effettivamente rilasciata nel dicembre 2024, ma con vincoli precisi: i lavori non potevano iniziare senza il superamento di un precedente provvedimento di sospensione e senza un’ulteriore sentenza di condanna o decreto autorizzativo. Nel frattempo, il TAR ha rigettato anche il ricorso per eseguire la demolizione in proprio, chiarendo che senza un atto formale del Comune l’iniziativa delle proprietarie non ha alcuna validità.
La svolta: il Prefetto nominato Commissario ad acta
Come già anticipato, lo scorso 18 aprile, l’architetto Alessandro Vacca, responsabile del Servizio Tecnico comunale, ha formalmente comunicato alla Prefettura di Napoli il trasferimento della competenza esecutiva, così come previsto dalla sentenza del TAR. Il 19 giugno 2025, la Prefettura ha ufficializzato la nomina del Commissario ad acta per l’esecuzione forzata.
“Per i motivi indicati in premessa – scrive il Prefetto, dott. Michele di Bari – il dott. Michele Ferraro, Segretario generale in disponibilità, è delegato, quale Commissario “ad acta”, all’esecuzione della sentenza indicata in premessa, nei termini e con le modalità ivi previsti. L’Ufficio Staff Affari del personale della carriera prefettizia è incaricato della notifica del presente decreto al Commissario “ad acta” delegato, nonché alla comunicazione al Tribunale Amministrativo Regionale e alle parti del contenzioso indicate in epigrafe”.