giovedì, Maggio 15, 2025

Le storie di Sandra Malatesta: Giovanni Pettorino

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Sandra Malatesta | Il mio amico Giovanni… lui che riusciva a organizzare in pochissimo tempo viaggi fantastici, che la mattina presto preparava anche venti panini per tutti, che aveva praticamente un cervello che spazialava ovunque, che mi sorprendeva ogni volta per quello che era in grado di fare…
Lui, sì, mi manca. E ci manca.

Giovanni Pettorino era nato a Ischia il 16 ottobre 1950, ma fu registrato il 18 ottobre da Michela Buono e Felice Pettorino, due genitori davvero affettuosi con i loro tre figli. Fin da ragazzo aveva mostrato un carattere aperto, socievole, altruista, anche se amava spesso stare da solo a creare.

Ho sempre pensato che Giovanni fosse geniale, per quello che riusciva a fare e a pensare. Un ragazzo come lui scelse di frequentare l’Istituto Nautico, dove si diplomò giovanissimo. Sempre giovanissimo, negli anni ’70, incontrò l’amore in Luisa Ferrandino, figlia di Maria Buono e Vincenzo Ferrandino, una bella ragazza bruna, con cui si fidanzò, riamato.

Luisa studiava all’Università e, una volta laureata, fece domanda di insegnamento a Pordenone, dove in quegli anni c’erano maggiori possibilità. Giovanni, che intanto si era imbarcato, mostrava di non essere felice a bordo. Così tutto cambiò: raggiunse Luisa a Pordenone, dove lei aveva fatto domanda anche per lui, perché potesse insegnare Educazione Tecnica.
In quegli anni, a Pordenone e in altre province del Nord, c’erano più opportunità di insegnamento e possibilità di fare punteggio. Giovanni e Luisa ebbero lì, a Pordenone, il primo figlio, Felice, nel 1976. Poi tornarono a Ischia, ormai con la sicurezza del posto, e Luisa ottenne la cattedra alla Scuola Media Scotti per insegnare materie letterarie, mentre Giovanni insegnò Educazione Tecnica alla scuola media di Barano.

Nel 1978 nacque la loro seconda figlia, Michela, e nel 1983 la terza, Maria.
Giovanni fu un professore – come diremmo oggi – a modo suo, molto empatico. Travolgeva i suoi alunni, che ancora oggi parlano di lui come di una figura fondamentale per quegli anni della loro vita. Giovanni costruì persino un forno a legna nella scuola, per poter impastare e infornare pizze, insegnando ogni passaggio anche ai suoi alunni.

Un uomo così buono di cuore, così privo di malizia – come avrebbero detto le nostre mamme – io non l’ho mai conosciuto. E resto convinta che lui fosse davvero un genio, amato e ancora oggi ricordato con affetto e rispetto.
Quello che ho imparato viaggiando in tanti, tutti insieme, è che per Giovanni non esistevano problemi irrisolvibili. Per lui tutto si poteva fare, bastava ragionare un attimo.

Caro Giovanni, mi ha fatto così bene ricordarti. Sei stato, con Luisa e i tuoi figli, parte di me e della mia famiglia. E Luisa, tua moglie, è per me come una sorella. Ho imparato da te che il cuore non tradisce, e che volersi bene rende tutto più dolce.

Ciao caro Giovanni.
Sono sicura che, se vedi quello che ho scritto, dirai subito:
“Sta caspita, Sandr’ vèr’ sempr’ tutt’ bell’!”
Ti voglio bene, sempre.
Ringrazio Michela Pettorino per aver collaborato con me

Autore

  • Sandra Malatesta

    Sono Sandra Malatesta nata a pochi passi dal mare a Via De Rivaz a Ischia. Ho amato studiare e non la smetto. Laureata in Scienze Naturali ho insegnato per 42 anni alle Scuole Medie "G. Scotti" di Ischia. Amo scrivere da sempre, amo i bambini, le cose belle, i sogni e la fantasia

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