E quando, con tanto orgoglio, mi trovo a ricordare persone come Giannino “’U Milord” — così era soprannominata la sua famiglia dal lato paterno — mentre scrivo, mi tornano alla mente i tanti bei momenti vissuti con le nostre famiglie, con i figli che crescevano insieme.
Giannino era davvero una bella persona. Lo conobbi quando ero ancora una ragazzina, perché frequentava la Scuola Media “Scotti” nella stessa classe di mio fratello Massimo. Fecero amicizia: erano simili, e a volte Giannino veniva a studiare con lui a casa nostra, alle Palazzine del Sole di via Venanzio Marone. Era un adolescente molto carino, alto, magro e dai lineamenti delicati. Figlio unico, era sempre ben vestito, anche perché proveniva da una famiglia benestante, proprietaria di molte terre e case, non solo nel Comune di Barano. Giannino era nato il 18 ottobre 1949 da Luisa Buono e Antonio Di Costanzo, della “razza ’U Milord”.
Luisa era una donna di altri tempi, dedita alla casa e a quel suo unico figlio; viveva in zona via Vincenzo Di Meglio, più o meno di fronte a dove si trovava il ristorante Carusino. Il padre di Giannino, più anziano della madre, aveva combattuto in guerra in diversi luoghi. Dopo il matrimonio si stabilirono nella casa di Piedimonte — quella stessa casa dove poi Giannino visse con sua moglie e i suoi figli — che all’epoca era ancora da ristrutturare. Giannino era un bambino, e poi un ragazzo, educato e volenteroso, cresciuto con genitori severi. Frequentò le elementari a Piedimonte e poi le medie a Ischia, nella stessa sezione di mio fratello Massimo, la sezione E, che anni dopo avrei frequentato anche io. Proseguì gli studi al liceo scientifico e poi si iscrisse a Ingegneria Meccanica, dove si laureò.
Cresceva sereno, circondato da amici, soprattutto quelli che frequentavano la stessa facoltà all’Università Federico II di Napoli. Uno dei suoi amici più cari fu Genny Castaldi, anche lui purtroppo scomparso troppo presto. Nel 1974, il padre di Giannino morì a soli 64 anni. Giannino, che dopo la laurea pensava di trasferirsi fuori da Ischia, non ebbe il cuore di lasciare sola la madre. Che caro era, Giannino, sempre pronto ad aiutare chiunque ne avesse bisogno. Fu la vita a fargli incontrare Caterina Pellegrino, una bella ragazza dal carattere aperto e allegro, originaria di Sant’Arcangelo di Potenza.
Durante una gita a Ischia, amici comuni li fecero conoscere. Ci fu un giro in barca attorno all’isola — galeotto — in cui Giannino, colpito da Caterina, le fece da Cicerone. Iniziò così la loro storia: telefonate da casa, qualche incontro, visite a Sant’Arcangelo, dove Caterina viveva. Due anni dopo, il 6 dicembre 1986, si sposarono proprio a Sant’Arcangelo. Caterina, diplomata maestra, trovò piano piano il suo posto nel mondo della scuola, mentre la casa veniva ristrutturata con tanti interventi. Dal loro amore nacquero Luisa e Antonio, la gioia di quei genitori così diversi nel carattere, ma perfettamente complementari. Una bella famiglia, che io e la mia abbiamo frequentato per anni.
Ci siamo voluti bene e ci vogliamo bene. Giannino si ammalò, ma per alcuni anni riuscì a stare discretamente bene, mantenendo il suo sorriso tenero, quasi silenzioso, come a non voler disturbare. Lavorava in Pretura a Ischia e si occupava anche delle proprietà di famiglia, tra Casalauro e Piedimonte. I Buono erano, e sono tuttora, una famiglia conosciuta e stimata, così come i Di Costanzo, entrambi con modi signorili e riservati.
Il tempo passava, la famiglia cresceva e lui restava sempre lo stesso, anche dopo essere andato in pensione. Pronto ad esserci per chi gli voleva bene, preferiva stare in disparte, pur coltivando affetti sinceri e profondi. Purtroppo, la malattia non volle lasciare il suo corpo, e il 22 maggio 2024 Giannino ci ha lasciati per sempre, lasciando nel dolore sua moglie, i suoi figli, il genero Mariano e i nipotini, tutti profondamente disorientati da una perdita così grande. Caro Giannino, quando penso a te penso alla pace. Eri saggio, gentile, sempre caro. E so che, anche dove sei ora, non sei cambiato. Uomini come te sono rari, e io sono orgogliosa di averti conosciuto e di averti voluto bene.
Ringrazio Caterina Pellegrino per aver collaborato con me.










