Sandra Malatesta | E oggi mi piace ricordare un uomo che, come si diceva tanto tempo fa, “si è fatto da solo”.
Un uomo nato a Capri il 15 dicembre del 1937, da Costanzo Federico e Costantina Mattera. Erano cinque fratelli: Rubbina, Ernesto, Maria, Teresa e Franca. A Capri, Costanzo lavorava come capogarage per la società Sippic, e spesso portava con sé il figlio Ernesto, come molti padri facevano allora. Così, Ernesto imparò a fare il meccanico. Era uno sportivo, amava il calcio e lo giocava anche bene.
Nel 1965 Ernesto sposò Anna Maria Bussetti, anch’ella nata a Capri, sarta esperta fin da piccola. Decisero di trasferirsi a Sant’Angelo, in una piccola casa. Da lì Ernesto cominciò ad avviare la sua attività. Anche sua madre, originaria di Sant’Angelo, viveva già lì, dove negli anni ’50 aveva aperto un negozio di abiti.
Così Ernesto passò dai pullman alla moda. Grazie alla moglie, imparò anche a cucire. All’inizio faceva fatica: non riusciva a lavorare solo con due dita tenendo l’ago, e fasciava la mano per non muovere le altre dita, abituate a lavorare insieme con gli attrezzi da meccanico. Con il tempo, grazie al sostegno costante di sua moglie Anna Maria e di sua sorella Teresa, Ernesto cominciò a vendere, a guadagnare, e aprì un secondo negozio a Sant’Angelo. Nacque così “La Caprese”.
In quelle boutique si trovavano i primi abiti firmati e alla moda. Ernesto ci sapeva fare, era molto alla mano e dedicava tempo alle clienti, cercando di individuarne i gusti.
Ma Ernesto non dimenticò mai la sua grande passione: il calcio. In inverno andava a giocare a Lacco Ameno, nella squadra dell’Aenaria, con buoni risultati. Fu in quel periodo che conobbe e frequentò quelli che lui definiva i “veri amici”, tra cui Franco Di Spigno, Antonio Buonocore, Raffaele Castaldi, Peppino Monti (detto “la pacchiana”), Mario Monti, Alfonso Martusciello, Salvino Conte, Nino Conte, Pietro Monti, Nino Monti, Salvatore Monti (detto “Saviano”), Antonio De Luise ed Enzo Patalano. Quest’ultimo ricorda con tenerezza quando, alla fine di ogni partita, Ernesto offriva il caffè ai calciatori più giovani, compreso lui stesso. Lacco Ameno adorava Ernesto.
Un altro amico speciale fu Davide Conte. Un’amicizia vera, fatta di piacere di stare insieme, di comprensione reciproca, di esserci sempre l’uno per l’altro.
Col passare del tempo, Ernesto divenne sempre più esperto nel campo che aveva scelto. Voleva andare oltre Sant’Angelo, dove gli inverni erano lunghi e lui si sentiva come un leone in gabbia. Così, nel 1980, aprì un bellissimo negozio in Piazzetta San Girolamo, vicino all’hotel Giusto. Era curato nei dettagli, con i nomi delle griffe scritti sulla porta di vetro: Gianni Versace, Giorgio Armani, Claudio Montanè, Iceberg, Complice, Callaghan. Poco dopo arrivò anche “La Caprese Più”, nei locali dell’ex Bar Italia.
Ernesto fu in quegli anni una vera scoperta per tutti noi e per i turisti. Aveva gusto e sapeva trattare i clienti in modo cordiale e raffinato.
Caro Ernesto, io ti conobbi da ragazzina, a casa di tua sorella Maria a San Ciro, dove andavo con la mia mamma a farle visita. Fosti così simpatico: mi chiamasti “coreana” e io ne rimasi sorpresa. Eri un uomo, io una ragazzina, ma fosti così caro che chiesi a mia madre chi fossi.
Eri generoso, un simpaticone di classe. Un uomo che, da solo, aiutato dalla moglie e dalla sorella, ha costruito un piccolo impero senza mai perdere quel tuo modo spontaneo ed elegante di fare. Sempre sorridente, sei diventato anche un ottimo sarto.
Con te è andato via un uomo che si era fatto stimare e voler bene. Un uomo che, con quei suoi negozi di classe, ci aveva abituati a sapere che da te avremmo sempre trovato ciò che cercavamo.
Ringrazio Salvatore Federico per aver collaborato con me.