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venerdì, Marzo 29, 2024

Le isole e gestione degli sbarchi: “Facite Ammuina”. Il rapporto con De Luca dei sindaci? Pura sudditanza

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Eccoci qua, siamo arrivati al redde rationem: Dispari 2, sindaci 0. Ora si ricordano che De Luca non ha approvato quello che gli avevano chiesto, che ha continuato a discriminarci rispetto ad altre località campane, ci ha gravato di inutili limitazioni e, cosa ancora più grave, non ha compreso, ancora una volta, quello di cui avevamo davvero bisogno. Fino ad oggi abbiamo scoperto che per De Luca, il turismo in Regione Campania è rappresentato da Castellebbate e dalla spiaggia di Varcaturo. Già, Castellebbate e Varcaturo.

Gaetano Di Meglio | All’ordine “Facite Ammuina”: tutti chilli che stanno a prora vann’a poppa e chilli che stann’a poppa vann’a prora; chilli che stann’a dritta vann’a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta; tutti chilli che stanno abbascio vann ‘ncoppa e chilli che stanno ‘ncoppa vann’abbascio, passann’ tutti p’ò stesso pertuso; chi nun tien nient’a ffa, s’ aremeni a ‘cca e a ‘lla. Senza commentare troppo il falso storico della marineria borbonica, passiamo subito ai nostri sindaci. A quelli delle due isole, quelli di Ischia, Capri e Procida.

I nostri nove sindaci, hanno scritto a De Luca e annullato tutto quello che avevano scritto fino a pochi giorni fa. Eggià, perché ora, dal chiudiamo tutto del 23 febbraio, siamo arrivati ad un apriamo tutto.
Proprio come l’ordine della marineria: quelli che stanno a poppa vanno a prua, quelli che stanno a dritta vanno a sinistra: ovvero si muovono tanto per far veder che si muovono. Si agitano, tanto per non restare fermi. Fanno finta di agitarsi. Fanno finta di muoversi. Fanno finta. Appunto.

Questa volta, però, la mano che ha redatto la nota inviata a De Luca è quella caprese. E, leggendo il contenuto, non si può far altro che dire: ops, finalmente!
Chi scrive, per fortuna, aveva visto lungo e, come capita nelle migliori tradizioni di questa inutile e dannosa classe dirigente, aveva ragione. Il contagio è arrivato, i sindaci si sono agitati, come al solito male, e l’isola d’Ischia ha pagato il prezzo altissimo di ben 9 morti, un centinaio di contagiati ma, soprattutto, si è prestata, nuovamente, ad una campagna mediatica infame. Siamo gli unici e i primi ad aver alimentato lo scontro nord contro sud, gli unici ad avere emesso un’ordinanza contro i lombardi e le parole del sindaco Sala “Ce ne ricorderemo” sono un’altra medaglia alla battaglia condotta da questa testata.

E così, all’improvviso, solo perché Capri spinge e alza la voce, la preoccupazione del covid svanisce e appaiono gli interessi del brand. Assurdo è poco.
E dal chiusi dentro, arriviamo a questo: “A tal proposito, si chiede di evitare qualsiasi restrizione per i nostri turisti ed. in particolare, sia quella dell’obbligo della prenotazione con anticipo di 24 ore che quella dell’imbarco esclusivamente dal Porto di Massa e da Pozzuoli per raggiungere le isole del golfo, ripristinando i collegamenti da qualsiasi punto di imbarco, anche tramite charter appositamente noleggiati, che partono solitamente dal Molo Luise di Napoli e da altre marine”.

Ma Bonavitacola lo incontrate solo quando serve a lui o, invece, siete parte attiva di un sistema locale che pretende rispetto? Sembra, invece, che siate alla mercè di un presidente della Regione che vuole fare il protagonista a tutti i costi.
Capri alza la voce sono quando si tratta di Capri o lo fa sempre? Questa volta, infatti, sembra che Capri non abbia reagito come ha fatto in passato. Si sono adattati al sistema Ischia? Hanno evitato di esporsi troppo conoscendo l’andazzo ischitano e sapendo di non potersi fidare? Impossibile dargli torto se avessero optato per la seconda opzione.
La storia dei trasporti marittimi, della sanità e del rispetto del “brand” Capri contro quello di Ischia è più che nota.

Ma dalla nota di ieri, arriva un’altra bella soddisfazione per chi scrive. E’ la coda della nota sindacale: “Tali restrizioni non collimano con gli interessi ed il target turistico delle isole del golfo. Inoltre, si chiede di autorizzare l’accesso nei nostri porti turistici, già attrezzati per i dovuti controlli anti covid19, anche a qualsiasi natante proveniente dall’estero o da fuori Regione”.

Il primo paragrafo potrebbe essere valido anche per il ridicolo divieto di sbarco richiesto per questo scorcio d’estate dai sindaci dell’isola.
“Tali restrizioni non collimano con gli interessi ed il target turistico delle isole del golfo”. Chiudere l’isola a chi vuole sbarcare per un giorno, o due o tre, invece è intelligente e contingente con il momento di crisi attuale. Se, invece, viene per 7 giorni, il campano può venire a Barano, Serrara Fontana, Panza e Casamicciola.
Purtroppo, sia chiaro, tali restrizioni non collimano con gli interessi ed il target turistico delle isole del golfo. Ma noi abbiamo la classe dirigente che ama ripetersi: “abbiamo sempre fatto così”. Non importa se bene o male.

L’altra parte della conclusione della nota, quelle che ci regala un po’ più di piacere è la seguente: “Inoltre, si chiede di autorizzare l’accesso nei nostri porti turistici, già attrezzati per i dovuti controlli anti covid19, anche a qualsiasi natante proveniente dall’estero o da fuori Regione”. Ops, proprio quello che avevamo evidenziato all’indomani della inutile ordinanza del governatore De Luca. Avevamo titolato: “Un branco di 9 totani. Il divieto del “diporto” che i sindaci, dopo averlo messo, ora non vogliono”.

Eccoci qua, siamo arrivati al redde rationem: Dispari 2, sindaci 0. Ora si ricordano che De Luca non ha approvato quello che gli avevano chiesto, che ha continuato a discriminarci rispetto ad altre località campane, ci ha gravato di inutili limitazioni e, cosa ancora più grave, non ha compreso, ancora una volta, quello di cui avevamo davvero bisogno. Fino ad oggi abbiamo scoperto che per De Luca, il turismo in Regione Campania è rappresentato da Castellebbate e dalla spiaggia di Varcaturo. Già, Castellebbate e Varcaturo.

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