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Le chiusure inammissibili | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 24 settembre 2023

Ci sono chiusure e chiusure, zone e zone, imprenditori e imprenditori. Nel libero mercato tutto è apparentemente legittimo, specie quando ognuno decide per conto della propria tasca e in relazione alla propria visione gestionale, che magari finora gli ha portato anche ottimi risultati. Quindi, come metterne in discussione le scelte?

Sì, forse un criterio per farlo c’è, ed è quello -sempre secondo il mio personale metro di valutazione- che va oltre la semplice quanto naturale esposizione al legittimo giudizio altrui, ma investe la necessità per un’impresa più o meno rappresentativa, in pieno centro e in una località importante come Ischia, di rapportarsi a un’esigenza di altrettanta rappresentatività, anche se a costo di qualche sacrificio economico sugli utili.

Ecco, quindi, che già alla Riva Destra di Ischia alcuni ristoranti hanno appena cominciato il riposo settimanale. Tra questi, il Tiramisù di Francesco Boccanfuso, che zitto zitto pare stia ottenendo ottimi risultati in termini di feedback da clienti di varia estrazione e provenienza. Qui forse posso capire la prudenza, visto che Francesco ha cominciato da poco la sua attività e col tempo e l’esperienza potrà solo migliorare le sue scelte future ed evitare di penalizzare così presto il suo proficuo lavoro e la zona che lo sta premiando.

Comprendo molto meno, invece, la decisione del Gran Caffè Vittoria di Cesare Di Scala, che già da qualche settimana si è accodato ai “colleghi” de “La Dolce Sosta nel cominciare il turno di riposo settimanale. Il Vittoria, per la location che possiede e, soprattutto, per aver ereditato a pieno titolo dalla gestione “fu Calise” lo scettro di pasticceria ischitana di riferimento per qualità e quantità di un’offerta a dir poco eccellente, proprio non dovrebbe permetterselo già da così presto. Il suo dehor deserto di questi tempi fa veramente male al cuore.

Su “La Dolce Sosta” stenderò più di un velo pietoso e non solo perché la famiglia proprietaria annovera il sindaco Enzo Ferrandino tra i suoi parenti più stretti, ma principalmente in virtù del fatto che oltre a dover costituire il più classico dei buoni esempi a mo’ di atto dovuto, evitare di chiudere così presto un locale così impattante nella promenade più importante del Comune è grave quanto impedire, con la stessa chiusura, il passaggio sul relativo marciapiede già precluso dall’occupazione straordinaria dello stesso con il bar vero e proprio; così come lasciare in bella mostra per i turisti ai vetri del locale di Via Gianturco, chiuso e apparentemente abbandonato, i resti delle vetrofanie di quello che fu il comitato elettorale del sindaco di famiglia nel lontano 2017 (quello de “La bella Ischia”).

E finisco in bellezza, dilungandomi necessariamente oltre il consueto, con una vera ciliegina sulla torta. Il Calise “principale”, ultimamente, chiude a pranzo.  Sì, non ho bevuto. Anzi, giovedì mattina stavo bevendo un aperitivo nel giardino tanto caro al cav. Emiddio con alcuni amici di Brescia che mi avevano invitato per un incontro di lavoro e, poco prima delle tredici, il giovane cameriere ci avvisava che di lì a poco la struttura avrebbe chiuso per poi riaprire nel pomeriggio. Lì per lì, tra la sorpresa e la vergogna nel leggere lo stupore sul volto dei miei amici, non ho neppure trovato il coraggio di chiedere “da quando e fino a quando”. Ma poi ho contattato qualche dipendente-amico e al riguardo, con altrettanta sorpresa, ho trovato solo bocche cucite.

Tanto Vi dovevo!

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