martedì, Maggio 13, 2025

#lastdayforgaza Agostino Mazzella: “Restare in silenzio sarebbe complicità: per questo Ischia ha scelto di parlare”

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Il 9 maggio, mentre in tutta Europa si celebrava l’unità del continente, a Ischia si è scelto di dare a questa data anche un altro significato: quello della solidarietà verso Gaza. In occasione della campagna nazionale Gaza Last Day, il Comune di Ischia ha aderito proiettando l’hashtag #gazalastday sulla facciata delle Antiche Terme Comunali, sede del municipio. Un gesto semplice ma carico di significato, pensato per rompere il silenzio sulla tragedia umanitaria in corso nella Striscia.

A raccontare lo spirito dell’iniziativa è il professor Agostino Mazzella, consigliere comunale ed ex docente, che ha promosso l’adesione del Comune. “Ho visto immagini strazianti, bambini che vagano tra le macerie,” racconta Mazzella, “e ho sentito il bisogno di reagire, di fare qualcosa. Ho proposto ai colleghi consiglieri di partecipare: non per schierarsi politicamente, ma per una questione di coscienza e di umanità.”

L’iniziativa, promossa a livello nazionale da un gruppo di intellettuali guidati da Tomaso Montanari, ha voluto trasformare la Giornata dell’Europa in un’occasione di riflessione anche sulle responsabilità internazionali nel conflitto israelo-palestinese. “Non c’è alcuna strumentalizzazione – spiega Mazzella – ma la necessità di affermare i diritti umani, la giustizia e il diritto internazionale. La nostra adesione non è contro qualcuno, ma per dare voce a chi non ce l’ha.”

Mazzella distingue con chiarezza tra antisionismo e antisemitismo: “Questo non è un gesto contro il popolo ebraico o la sua religione. È un gesto che contesta il sionismo come ideologia politica di occupazione territoriale. Sono due piani diversi, e confonderli è pericoloso.” Secondo il consigliere, è fondamentale tornare a interrogarsi sui processi storici e sull’uso della religione per giustificare occupazioni permanenti.

L’adesione del Comune ha anche un valore simbolico più ampio: “Non possiamo restare in silenzio mentre si parla di esodi di milioni di persone, di una pulizia etnica mascherata da guerra. Certo, Hamas è un’organizzazione terroristica, ma la risposta in atto appare sproporzionata e disumana. Il sospetto è che si voglia approfittare della situazione per ridefinire completamente il territorio.”

Nell’intervista, Mazzella allarga poi lo sguardo alla società italiana, riflettendo sul ruolo dei giovani e sulla perdita di ideali rispetto alle generazioni passate: “Il problema non sono mai i giovani, ma i loro genitori. Ho insegnato per oltre quarant’anni e ho sempre visto nei giovani una spinta positiva. Sono stati protagonisti delle lotte per i diritti, delle rivoluzioni, dei cambiamenti. È la nostra generazione, la mia, ad aver abbandonato l’utopia.”

Per il consigliere, iniziative come Gaza Last Day sono anche un’occasione per stimolare nei giovani il senso critico e l’attenzione verso le questioni internazionali: “Sono inondati di informazioni, spesso superficiali. Dare loro uno stimolo visivo, come un hashtag proiettato su un edificio simbolico, può incuriosirli e spingerli ad approfondire.”

Un piccolo gesto, dunque, ma carico di significato. Perché come conclude Mazzella, “restare in silenzio sarebbe complicità. Parlare è il primo passo per restare umani.”


L’iniziativa
Il 9 maggio, Giornata dell’Europa, diventa anche il giorno per Gaza: un appello per rompere il silenzio sul massacro in Palestina
Tradizionalmente dedicata all’unità del continente, la Giornata dell’Europa che si celebra il 9 maggio assume quest’anno un significato tragicamente doppio. Mentre si celebra la pace europea, una parte del mondo – Gaza – continua a essere devastata. È in questo contesto che un gruppo di intellettuali italiani ha lanciato un appello, trasformando simbolicamente il 9 maggio nell’“ultimo giorno di Gaza”, una mobilitazione diffusa per rompere il silenzio sull’eccidio in corso nella Striscia.
Promosso da Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante ed Evelina Santangelo, l’appello chiama cittadini, media e attivisti a parlare di Gaza ovunque: online, nelle piazze, nelle comunità. L’iniziativa si riconosce nei due hashtag #ultimogiornodigaza e #gazalastday.
Il testo, diretto e drammatico, denuncia la complicità silenziosa dell’Occidente di fronte a un massacro: oltre 50.000 palestinesi uccisi dall’inizio dell’offensiva israeliana, un terzo dei quali bambini, e un territorio annientato. “Senza il mondo Gaza muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire”, recita l’appello, che sottolinea come l’informazione indipendente e le reti digitali siano oggi l’unico strumento per mostrare la realtà, aggirando narrazioni ufficiali e censure.

Non si tratta solo di un gesto di solidarietà: l’iniziativa rivendica la responsabilità dell’Europa, e in particolare dell’Italia, alleati di Israele. Invoca il ripudio delle guerre, il rispetto del diritto internazionale e un ritorno ai valori umani e universali su cui l’Unione Europea avrebbe dovuto fondarsi.
Il 9 maggio, dunque, diventa anche un giorno di resistenza civile e morale: “Ora è il momento di costruire una rete di senza-potere determinati a prendere la parola”, concludono i promotori, auspicando la fine della strage e l’inizio di una presa di coscienza collettiva.

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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