«C’e’ un doppio filtro che deve rassicurare tutti – spiega -. Il primo: la sospensione dei procedimenti penali per il datore di lavoro e’ esclusa, senza eccezione alcuna, per i reati piu’ gravi, come quelli di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di tratta finalizzata alla prostituzione e allo sfruttamento dei minori, di riduzione o mantenimento in schiavitu’, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Il secondo: non puo’ essere ammesso alla regolarizzazione il lavoratore straniero verso cui sia stato emesso un provvedimento di espulsione per motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato, o se e’ stato condannato per reati contro la liberta’ personale, droga e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Quanto al numero delle richieste, «potrebbe collocarsi a meta’ strada tra la regolarizzazione del governo Berlusconi, circa 300 mila domande, e quella del governo Monti, circa 100 mila. E i costi sostenuti dal Viminale si prevede siano coperti dal gettito derivante dai contributi forfettari richiesti al datore di lavoro e al lavoratore», aggiunge la Lamorgese.
(ITALPRESS).