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giovedì, Marzo 28, 2024

L’affaire porto di Lacco Ameno, prime schermaglie processuali

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Udienza. Eccezioni della difesa dei nove imputati rinviati a giudizio. Per l’avv. Rossetti le contestazioni per il proprio assistito sono incomprensibili, che non specificano quale sarebbe stata la condotta illecita nell’aggiudicare la gara alla società “Marina di Capitello” per l’affidamento della concessione dello specchio d’acqua del porticciolo turistico. Imputato anche l’attuale sindaco Giacomo Pascale per non aver provveduto a sostituire l’ing. Grasso, incompatibile ad occuparsi della gara. Per il sostituto Antonio Ardituro la commissione di gara avrebbe adottato una procedura “ristretta” per arrecare un vantaggio patrimoniale all’amministratore della società Perrella

Paolo Mosè | E’ iniziato subito con le schermaglie. La difesa ha preso di “petto” il lungo e articolato capo d’imputazione rivolto ad alcuni imputati, definendolo incomprensibile, indeterminato, non si comprende quali sono le contestazioni reali che vengono addebitate. Il pm avrebbe pensato più a fare un sunto del racconto emerso dalle indagini. Senza soffermarsi sulle singole responsabilità, in quale circostanza vi è stata violazione di legge, in quale momento si è proceduto alla falsificazione di documenti o a raccontare circostanze non corrispondenti al vero.

Ad aprire le “danze” è stato l’avv. Cristiano Rossetti, difensore di Domenico Miragliuolo, il quale ha precisato al collegio giudicante del tribunale che dalla lettura dello specifico capoverso che interessa il proprio assistito non si comprende con chiarezza quale fosse stata la condotta legata alla presunta turbativa di gara che si contesta al Miragliuolo e alla Giunta dell’epoca di Lacco Ameno, che approvò il deliberato per l’assegnazione della gestione del porto turistico. Lo stesso avv. Rossetti ha richiamato l’attenzione del collegio aggiungendo che approfondendo con la massima attenzione le accuse, questa difesa non sa su quali elementi dover respingere le accuse così come sono state formulate dal pubblico ministero. Ritenendolo un capo d’imputazione molto vago, imprecisato e ciò è ben più grave in quanto si sta per affrontare un processo per una serie di episodi abbastanza delicati e che coinvolgono nove imputati che hanno avuto un ruolo diretto o indiretto nell’assegnazione, istigazione o come beneficiari di un bene pubblico affidato ad una società privata. Mentre in ballo vi sono interessi altrettanto importanti per il giro d’affari che ruota intorno a un bene pubblico.

E ha aggiunto che nel momento in cui inizieranno a sfilare i testi dell’accusa la difesa del Miragliuolo non ha in questo momento le idee chiare per porre delle domande affinché venga mostrata la estraneità del proprio assistito. Il motivo? Perché oggi non si conosce con chiarezza cosa abbia commesso e in quale circostanza si è andati ad ipotizzare l’abuso d’ufficio, la turbativa d’asta, il falso ideologico e materiale. Quattro imputazioni racchiuse in un solo capo. E c’è una “rimasuglia” di un abuso d’ufficio contestato invece all’allora responsabile finanziario del Comune di Lacco Ameno Delle Grottaglie.

PROCEDURA IRREGOLARE
Osservazioni, sottolineature e al tempo stesso anche contestazioni a chi rappresenta l’accusa, che hanno trovato piena adesione di tutti gli altri difensori presenti.
Per capire quali sono i dubbi che hanno spinto l’avv. Rossetti ad intervenire immediatamente prima che si procedesse ai mezzi di prova, è ciò che è stato scritto nel decreto del gup che ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del sostituto Ardituro per i nove imputati: Gaetano Grasso, Marcella Montesano, Giacomo Pascale, Giovan Giuseppe Zavota, Antonio Di Meglio, Domenico Miragliuolo, Maria Mugione, Giuseppe Perrella e Alessandro Delle Grottaglie.

Questo è insomma l’elemento di “diatriba” sul quale le parti si sono confrontate e su cui poi il tribunale ha deciso in camera di consiglio dopo si presume un’attenta lettura di questo primo capoverso di questa lunga accusa: «Grasso Gaetano e Montesano Marcella quali componenti della specifica commissione di valutazione, con decisione del 5 novembre 2015, Grasso anche quale proponente la delibera di Giunta comunale, Pascale Giacomo, Zavota Giovan Giuseppe, Di Meglio Antonio, Miragliuolo Domenico, il primo quale sindaco e gli altri quali assessori componenti della Giunta comunale, con delibera numero 42 del 6 novembre 2015, attribuivano pubblico interesse ad una proposta in project financing per la gestione dell’approdo turistico di Lacco Ameno in contrasto con l’orientamento espresso dalla Giunta e dal Consiglio comunale, nonché dalla Regione Campania, che avevano indicato, quale possibilità di concedere in subconcessione lo specchio d’acqua, la procedura del concorso ad evidenza pubblica di cui all’articolo 18 registro del Codice della Navigazione e dell’articolo 30 del Codice degli appalti, nonché in violazione dell’articolo 153 comma 19 dello stesso codice che consente di utilizzare il project financing solo per l’effettuazione di lavori e non per l’espletamento di servizi, e dell’articolo 3 comma 1,4, 5 del decreto dirigenziale numero 133 del 5 ottobre 2010 dell’Area generale di coordinamento Demanio marittimo della Regione Campania che consente di agire in deroga esclusivamente per il periodo non superiore ad anni uno».

ECCEZIONI RESPINTE
E ancora sulla stessa lunghezza d’onda: «Pascale Giacomo, Zavota Giovan Giuseppe, Di Meglio Antonio, Miragliuolo Domenico, Grasso Gaetano, e quest’ultimo per aver espletato i relativi atti quale responsabile dell’area tecnica e rup, di una procedura di affidamento di una concessione pubblica di valore di oltre 2.689.500 di euro, attività che doveva demandarsi ad una centrale di committenza, come da Codice degli appalti».

Lo stesso avv. prof. Alfonso Furgiuele, difensore di Giuseppe Perrella, che di fatto è l’amministratore della società “Marina di Capitello Scarl” che ha ottenuto la concessione per la gestione dello specchio d’acqua e dell’attracco, ha sollevato dubbi, perplessità in ordine ad una scarsa chiarezza dello stesso capo d’imputazione. Non si capisce da cosa debba difendersi e quali sono state le violazioni, le forzature da cui si deve difendere il Perrella, essendo in questo caso il concorrente nei reati che sono stati evidenziati e sostenuti dal pubblico ministero.
Il tribunale è entrato in camera di consiglio e ha sviscerato con attenzione le questioni sollevate, che se avessero trovato un fondamento certamente avrebbe indotto il tribunale ad emettere una ordinanza con la quale si andava ad annullare il decreto che dispone il giudizio e la trasmissione degli atti nuovamente all’attenzione del giudice dell’udienza preliminare, o del pubblico ministero affinché procedesse ad una più attenta disamina delle singole posizioni, chiarendo quali sono le reali violazioni commesse da ogni singolo imputato. Così non è stato. Il collegio ha rigettato le istanze difensive, ma ha sottolineato al tempo stesso che l’aspetto sollevato dal collegio difensivo possa essere meglio affrontato con il dibattimento già avviato e si presume dopo aver ascoltato i testimoni a cui è demandato il compito di spiegare ciò che realmente è accaduto. Una scelta anche dettata forse dal pericolo fondato che l’ultimo episodio contestato risale al 2016 e secondo i calcoli verso la fine del 2023 arriverà la prescrizione. Tutto è possibile.

QUATTRO REATI IN UN SOLO CAPO
Tornando a questo famoso capo d’imputazione molto articolato e complesso, c’è un po’ di tutto all’interno e si inizia con una descrizione generale in ordine all’abuso d’ufficio, turbativa di gara, falso ideologico e materiale: «Per aver, in concorso fra loro, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in violazione di legge e di regolamento ed al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte del Comune di Lacco Ameno, turbato fraudolentemente il procedimento amministrativo per la concessione di progettazione, costruzione e gestione relativa alla “riqualificazione del sistema di ormeggio per la nautica da diporto”, nonché turbato l’espletamento della procedura così procurando intenzionalmente alla Marina di Capitello scarl amministrata da Perrella Giuseppe un ingiusto vantaggio patrimoniale consistito nel lucrare il prezzo dei lavori attribuiti mediante procedura che prevede il diritto di prelazione per il proponente la cui proposta viene qualificata di pubblico interesse».

Un ruolo importante lo ha avuto, secondo la Procura, l’ing. Grasso, responsabile dell’Area Tecnica che ha svolto tutti i passaggi e seguito la pratica per l’affidamento del prezioso porticciolo di Lacco Ameno. E si rileva da come questa posizione viene evidenziata dal sostituto procuratore: «Grasso Gaetano quale rup e responsabile dell’area tecnica, per aver scelto di utilizzare una procedura ristretta non adottabile nel caso di specie e comunque espletata con gravi violazioni in quanto priva dell’invito a partecipare entro 80 giorni ad operatori qualificati, priva della nomina della commissione che avrebbe dovuto verificare le diverse proposte, e conclusa con aggiudicazione a soggetto privo di requisiti richiesti».

IL RUOLO DI GRASSO
Lo stesso ingegnere avrebbe proceduto non secondo dettami ampi e specifici previsti dalla legge, ma cercando molto probabilmente qualche scorciatoia: «Grasso Gaetano, nella qualità di rup dell’intera procedura di affidamento e responsabile dell’area tecnica, per aver omesso di nominare la commissione di gara per la procedura ristretta, omesso di effettuare la aggiudicazione provvisoria, atto propedeutico all’aggiudicazione definitiva, omesso di considerare che non era mai stata valutata la presenza in capo al promotore dei requisiti richiesti dall’articolo 95 del DPR 207/2010 (regolamento per l’attuazione del Codice degli appalti) e per avere conseguentemente attestato falsamente con determina 21/2016 relativa all’aggiudicazione definitiva alla Marina di Capitello scarl, la regolarità amministrativa della procedura, per aver attribuito, con determina numero 35/2016, efficacia all’aggiudicazione definitiva pur essendo a conoscenza dell’esistenza di una situazione debitoria e contenziosa, tra la Marina di Capitello scarl ed il Comune, situazione ostativa all’efficacia dell’atto».

Lo stesso Grasso avrebbe dovuto astenersi dal coltivare questa pratica, avendo un percorso giudiziario con il Perrella, sempre inerente al porto, il cui processo si è già concluso con un’assoluzione: «Grasso Gaetano, evitando di astenersi dalla procedura e di chiedere di essere sostituito, essendo in evidente conflitto di interessi con Perrella Giuseppe, per effetto del decreto che dispone il giudizio emesso dal tribunale di Napoli ufficio gip nei confronti di entrambi per concorso in abuso d’ufficio nel procedimento 25027/15 proprio in relazione al precedente affidamento alla Marina di Capitello della gestione degli approdi del comune di Lacco Ameno».

L’ACCUSA PER IL SINDACO
L’allora e attuale sindaco di Lacco Ameno non si sarebbe adoperato con sollecitudine per cambiare il dirigente che si sarebbe dovuto occupare di questo appalto assai delicato e che ha sempre prodotto forti contrapposizioni e dure polemiche nell’ambito politico: «Pascale Giacomo, quale sindaco pro-tempore e destinatario quale legale rappresentante del Comune persona offesa degli atti giudiziari, per avere omesso di attivare le procedure volte a sostituire Grasso Gaetano dall’incarico di rup e responsabile dell’area tecnica a cui era stato affidato di espletare le procedure di gara che vedevano partecipare la Marina di Capitello scarl. Mugione Maria, quale responsabile dell’Ufficio finanziario del Comune di Lacco Ameno, per avere omesso di relazionare in modo completo e tempestivo sulla situazione debitoria e di contenzioso della Marina di Capitello scarl con il predetto, situazione ostativa alla dichiarazione di efficacia della aggiudicazione definitiva. Perrella Giuseppe quale privato istigatore e destinatario dei vantaggi patrimoniali derivanti dalla procedura illegittima sopra descritta».

Per il ruolo di Alessandro Delle Grottaglie, che non si sarebbe attivato quale responsabile finanziario del Comune di ingiungere alla società “Marina di Capitello” che erano stati elevati dall’autorità demaniale: «Perché con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, in violazione di legge e regolamenti, nella sua qualità di responsabile dell’Ufficio finanziario del Comune di Lacco Ameno, omettendo di ingiungere alla Marina di Capitello scarl il pagamento di tre verbali elevati dalla Capitaneria di Porto ed in particolare: verbale U/48 del 15 giugno 2016, rapporto numero 12379/16, verbale numero U/2016 del 14 luglio 2016, rapporto 12466/16, verbale U/16 del 3 ottobre 2016, rapporto 543/17 del 17 gennaio 2017, intenzionalmente procurava alla predetta società l’ingiusto vantaggio di euro 9.000 con corrispondente danno dell’Amministrazione».

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