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martedì, Marzo 19, 2024

Lacco Ameno al voto. Un Don Camillo e due Pepponi

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Don Gioacchino: «Oggi Lacco è ferita!». Chi ha sollecitato l’intervento tackle del prete?

Gaetano Di Meglio | Il parroco di Lacco Ameno esce dalla sagrestia e, non credo in maniera libera e non interessata, irrompe nella campagna elettorale di Lacco Ameno. Un’uscita, questa del parroco che, come in ogni campagna elettorale, crea fastidio. “Date a Cesare quel che è di Cesare” dovrebbe essere la linea guida che dovrebbe seguire il parroco, ma sono sicuro che alla sagrestia sarà arrivata la richiesta di intervenire e lui ha preso la palla al balzo. Ah, questa chiesa che non fa la chiesa! Una mossa concordata con quale candidato? Lo scopriremo sicuramente!

«Lettera del parroco alla comunità parrocchiale.
Carissimi fratelli tutti!
Da ben 9 anni sono vostro parroco e vi devo confidare che mai e poi mai avrei immaginato di scrivervi facendo appello non già al vostro essere fedeli che ogni giorno con devozione accorrono nelle nostre singole chiese dislocate nel nostro territorio, ma al vostro essere cittadini responsabili e coscienziosi. In questo delicato momento, in cui tutti noi siamo preoccupati per le sorti del nostro amato Comune, sento proprio il bisogno, oltre che il dovere morale e civile, di rivolgervi queste sentite parole fino a poco tempo fa nascoste nel mio cuore. Oggi siamo immersi in una società che viaggia di fretta, che non si ferma a riflettere per qualche minuto alle conseguenze che azioni o parole scellerate possono causare. Il doloroso periodo da cui veniamo, in cui tutti noi siamo stati messi alla prova da un subdolo virus, ci doveva e ci deve indurre a riflettere sui valori più importanti che Dio ci ha donato e che sembravano smarriti nell’ora più oscura: amore, compassione, benevolenza. Ricordiamo bene che non si vive di rancore, non si spegne la fiamma dell’odio con altro odio. Nessuno di noi sarà più in grado di amare se il proprio agire genera odio. Sento, perciò, il bisogno impellente di dirvi di restare uniti, evitiamo evangelicamente di contrapporci, facciamo i cristiani, gente che pratica il perdono, la misericordia, la carità. Proprio la politica rappresenta la più alta forma di carità perché in lei è insito il fine a cui tutti noi tendiamo: il bene comune!»

Il parroco ha dimenticato la manovre che hanno visto la sua chiesa scannarsi per i diritti di Patronato di Forio e di Casamicciola? O le guerra che si sono fatte nei famosi casi di Giovanni, Nello e i gemellini? Beh, è la stessa storia. Non si capisce perché don Gioacchino dovrebbe, oggi, preoccuparsi di raccomandare alla politica di perdonarsi e di non contrapporsi. Siamo alla follia generale di un paese nel caos.

«Meditando sulla Parola di Dio di questa Domenica, mi sono soffermato sulle parole di S. Paolo ai Filippesi: “Fratelli,… se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello altrui.” Richiamiamo alla memoria ancora i tre verbi della gioia che il nostro amato e mai dimenticato Papa Giovanni Paolo II lasciò in eredità a tutti gli ischitani in quel giorno di maggio: “Ascolta, accogli, ama”. Siamo veramente cittadini che sanno ascoltare, un popolo pronto ad accogliere, una comunità che ama tutti in Cristo. Proprio la nostra comunità che ha accolto la Santa venuta dal mare, la più bella e splendente di tutti, è ora chiamata a mettere da parte la malevolenza e a riaffermare il proprio orgoglio in nome dell’unità, quell’unità che ho visto nei vostri occhi e toccato con mano nei giorni immediatamente successivi a quel luttuoso evento sismico del 2017. Ritorniamo, dunque, ad essere quella comunità tenace che a testa alta si è unita all’alba del terremoto e che lotta insieme in un unico battito. Cari fratelli, apriamoci all’ascolto e il nostro animo sarà ricolmo di amore. La maldicenza è un virus più infido e pericoloso del Covid: chiude il cuore di una comunità, avvelena le anime, induce a nutrirsi di veleno».
«Un cuore intriso di odio, favorisce aspre lotte perfino tra coloro che fino a pochi giorni fa amavano definirsi fratelli e apre ferite insanabili e perpetue. Spesso ci dimentichiamo che l’essere umano è fragile e che le parole a volte possono far più danni di qualsiasi altra arma. Occorre guardarsi dalle trappole delle infide maldicenze. Oggi “Lacco è ferita”!. Le ferite di questa terra sono state causate anche dalla meschinità delle beghe, dalla banalità dei discorsi, dalle contrapposizioni pretestuose, mentre sarebbe necessaria una alleanza, una coralità per affrontare insieme le sfide e le lacrime amare di questi ultimi tre anni che sembrano dimenticate! Vi chiedo e Vi supplico: abbassiamo i toni che questa campagna elettorale ha innescato. Sant’Agostino diceva che la vera potenza di Dio consiste nel saper trarre il Bene dal Male. E allora basta ingiurie, offese, minacce, insulti gratuiti. Rendendo male al male non si vive bene né troppo a lungo e soprattutto si alimenta la fiamma dell’odio che vive dell’inestinguibile fuoco del Male. Il Bene è e deve essere il Nostro possesso perenne. Facciamo che ritorni a regnare la calma, che le Nostre azioni e le Nostre parole siano contrassegnate dalla dolcezza e dal rispetto. Vi voglio e vi vorrò bene… Sempre ‼ »

Questo è il moderno Don Camillo al quale, però, dobbiamo dire, hanno replicato i due Pepponi.


Giacomo Pascale: “Apprezzo l’invito di padre Gioacchino ad abbassare i toni della campagna elettorale. Ha pienamente ragione! Col cuore in mano ringrazio il Parroco di Lacco Ameno, Padre della nostra piccola comunità”

Giacomo Pascale non ha avuto neanche bisogno di leggere tutta la lettera che ha subito accolto le parole del parroco con tanto di foto di ordinanza fuori al tempo di Santa Restituta. “Apprezzo l’invito di padre Gioacchino ad abbassare i toni della campagna elettorale. Ha pienamente ragione! Col cuore in mano ringrazio il Parroco di Lacco Ameno, Padre della nostra piccola comunità. Non posso che apprezzare il suo invito ad abbassare i toni della campagna elettorale. Al di là della politica, esiste una comunità di fratelli e sorelle, che devono amarsi e rispettarsi. La politica non separi ciò che Dio ci ha donato: il rispetto reciproco, la fratellanza, il concetto di comunità. Buona serata”


Domenico De Siano: Mi hanno chiamato “Corleone”, hanno fatto ascoltare la colonna sonora del “Padrino” parlando di me. Fa benissimo, Don Gioacchino, a richiamare certi personaggi ad assumere un atteggiamento più serio”

Dopo un po’ di tempo, invece, arriva la risposta anche di Domenico De Siano: “Carissimo don Gioacchino, ho letto il suo accorato appello e la ringrazio. Infatti da settimane, se non mesi, sono oggetto di una vera e propria campagna d’odio senza sosta. Mi hanno chiamato “Corleone”, hanno fatto ascoltare la colonna sonora del “Padrino” parlando di me. Fa benissimo, Don Gioacchino, a richiamare certi personaggi ad assumere un atteggiamento più serio. Sono queste le derive che la nostra Lacco Ameno non deve prendere. Ho colto l’importanza e la sensibilità con cui il Parroco ha voluto prendere parte in questa campagna elettorale. Un momento difficile per il nostro paese. La democrazia è stata calpestata e i diritti dei più deboli sono stati violati. Il paese ha bisogno di una guida seria, che metta al centro l’interesse comune e che sappia progettare il nostro domani perché Lacco Ameno merita serietà, impegno, sobrietà istituzionale e civile.”

3 COMMENTS

  1. C’era un tempo in cui, il don peppone di ogni luogo, poteva e doveva intervenire per il benessere e la serenità della comunità, dedita soltanto al lavoro affinché la famiglia potesse nutrirsi e “crescere”.
    Gente che dall’umilta’ traeva il pane quotidiano.
    Diciamo pure che a far “politica” era il prete semplicemente perché, nel mare dell’ignoranza, ne sapeva più di tutti…
    Oggi non è così.
    Oggi usiamo la cultura, “l’intellettualita'”, per scopi ben diversi… Interessi e profitti, per farla breve!
    Oggi a Lacco Ameno vi sono due fazioni in guerra, protesa alla vittoria per “soddisfazione”…però,
    a capo dell’una e dell’altra vi sono due soggetti diametralmente opposti, uno, è un furbastro che ha ben capito come sfruttare una parte del popolo attraverso l’enfasi e l’esaltazione di rivelazioni banali e incongrue!
    L’altro, proteso a manifestare le sue verità, le sue ragioni dall’alto dei suoi “condizionali” che, se da un lato lo condannano per ovvie ragioni, dall’altro lo assolvono, semplicemente perché più di tanto non sa e non può dare.
    Che dire…
    Siamo messi molto male ma, purtroppo non si comprende quale potrà essere il male minore…
    Che Dio ce la mandi buona e si salvi il salvabile!

  2. In Italia ognuno guarda nell orto dell altro, èd ha la presunzione di dettare consigli dall alto di una poltrona autoconcessa.
    Si sa è il paese ove ognuno fa il mestiere dell altro. Nulla di nuovo, la chiesa fa politica subdola, invitando all accoglienza, alla pace, alla fratellanza. Pura utopia. La politica, non potrà mai essere tutto ciò.la politica è guerra, interessi, potere, l opposto di ciò che vorrebbe la chiesa per lo stato italiano. In Vaticano c è politica tra cardinali, lo stiamo iniziando ad intravedere da qualche anno. Di che parliamo! Padre pensi a fare bene il suo mestiere, si concentri su ciò che deve la chiesa e diate il buon esempio, perché a quanto ne so non potete permettervi più il lusso di fare i puritani e dispensare tali consigli, soprattutto a politici.

  3. reverendo padre-lei che è cosi interessato per ottenere la pace tra due contendenti che per interessi propri -certamente non per il popolo-se ne stanno a dire di tutti i colori-che ne pensa del “confratello” sacerdote che dal pulpito ha inveito contro il “gregge” perche nell offertoria ponevano solo spiccioli nel cestello ? crede che questi si accontentano degli spiccioli?l ingordizia anche se è peccato-resta umana

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