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venerdì, Aprile 19, 2024

La terra ha tremato poco ma abbiamo avuto molta paura. Siamo ancora disconnessi dalla sala di controllo dell’INGV.

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Ida Trofa | Ieri sera si è registrato un evento di lieve entità: avvertito, ancora, tra il Majo e La Rita. Erano le ore 22.36 di venerdì 2 marzo, quando i sistemi di rilevazione hanno riportavato indicazioni di un evento sotto soglia. Quella per Ischia, ci dicono dall’Osservatorio Vesuviano, è fissata a 1,5ML.
L’evento non è stato ancora localizzato dall’INVG, ma ha una magnitudo di circa 0,9 ML. Non sono stati registrati danni a cose e persone. La scossa, di bassa intensità e livello superficiale verosimilmente a poco più di un chilometro, è stato percepito dalla popolazione con l’ormai inconfondibile boato. Un rumore sordo, il palpito della nostra terra che si scuote.
Nonostante tutto, nonostante quello che sia successo, è triste constatare come l’isola sia ancora fuori controllo. Lo stiamo denunciando e segnalando da tempo, anni ormai e continuiamo a farlo.
Ed è cosi che quel palpito che ieri ha spaventato di nuovo Casamicciola, dal Celario al Cretajo, è stato liquidato dal direttore dell’Osservatorio Francesca Bianco come irrilevante, ritenuto di una magnitudo tra lo 0,8 e lo 0,9.
L’INGV e l’Osservatorio Vesuviano, non ha localizzato l’evento. E questo è un dato perchè Ischia è ancora senza segnali. Non è in rete. Mentre la popolazione avverte, gli scienziati minimizzano. Una realtà gravissima le cui cause e le motivazioni sono ancora sconosciute. La natura ha messo in evidenza un equilibrio precario e continua a farlo. Ci si riscopre fragili ed indifesi.
La terra trema, si muove, fa sentire il suo calore e tutta la sua potenza rendendoci tutti vulnerabili. Ischia, Campi Flegrei, Vesuvio, il Cilento. Da agosto ad oggi è stato un susseguirsi di eventi drammatici e funesti, alternati a segnali di vivacità sotterranea. Ora, senza segnali, una nuova inquietudine nell’immenso dramma di questa terra le cui caratteristiche avevamo volutamente dimenticato, sottovalutato.
Sembra un incubo, eppure, la nostra sicurezza sismica è legata ad una pennetta USB. O ad un telefono fisso. Non possiamo pensare di andare avanti con i segnali di fumo da Ischia a Napoli. E’ allucinante pensare che a gennaio 2018, dopo il 21 agosto 2017, ci siano ancora delle stazioni che registrano in locale e che attendono un tecnico dell’INGV che gli vada vicino e scarichi i dati per poterli analizzare.
E’ necessario, ora più che mai, che le istituzioni affrontino in maniera serie, il problema con l’Osservatorio Vesuviano. Una istituzione che sembra aver perso ogni credibilità.
La sicurezza è sicuramente prioritaria, così come è prioritaria la corretta informazione scientifica. L’anomalia della pubblicazione dei dati sismici sui Campi Flegrei, per esempio, come l’assurda mancanza di dati su Ischia turbano i sonni delle popolazioni.
Per gli esperti però, i fenomeni sismici degli ultimi tempi rientrano in una condizione di “normalità“ che non deve allarmare la popolazione. Non è la paura che ci potrà salvare dalla rivoluzione geologica, ma la prevenzione e la conoscenza, la messa in sicurezza del nostro patrimonio immobiliare, del nostro paese.
La terra trema e lo fa di continuo. E che lo faccia spesso, con regolarità e con magnitudo basse non sempre è male, ma anzi è segno che l’energia che si accumula viene rilasciata. La conoscenza e la divulgazione di informazioni giuste dovrebbe, però, aiutare a sopire futili allarmismi. E la verità è che ciò non accade. Il nostro paese è fuori controllo e la contraddizione tra la realtà e le condizioni di chi dovrebbe monitorare sono evidenti.

La localizzazione?
E’ chiaro che è in zona Casamicciola. Già a Forio guardando i sismografi delle stazioni attualmente disponibili il segnale non si vede. Però, ovviamente, è una localizzazione empirica. Se avessero installato 2-3 stazioni sismiche almeno in zona Casamicciola-Lacco, trasmesse e connesse in tempo reale, queste piccole scosse si potrebbero localizzare con grande precisione. E sarebbe molto importante per capire cosa succede. Il fatto che ci siano piccole scosse ogni tanto non vuol dire molto di per sé. Anzi, in fondo dopo l’evento di agosto sarebbe stato ragionevole aspettarsi molte più repliche (vedi ad esempio Amatrice-Norcia). Tracciare in maniera precisa la sismicità minore potrebbe dare informazioni ed idee preziose. Il problema è che non ci sono registrazioni sismiche di questi eventi, oltre a dire che sono localizzati “in zona Casamicciola” non si può fare altro.

Ischia e i suoi micro eventi
A gennaio 2018 sono stati registrati due terremoti di bassa magnitudo, md max 0.5 il 30 gennaio 2018 alle ore 5.16. Non è stato possibile localizzarli. Non si segnalano particolari dati da commentare.
L’8 febbraio, invece, l’Osservatorio va in tilt. Non arrivano più segnali in sala, da nessuna delle reti sensibili anche quella dei Campi Flegrei. Se fosse arrivato uno sciame sismico sarebbe stato un dramma. A denunciarlo è la stessa Dottoressa Francesca Bianco.
Solo il 23 febbraio, c’è la ripresa della piena operatività. Mentre tra il 21 e il 22 febbraio, ad Ischia, sembra siano stati registrati due o tre eventi di bassissima magnitudo; 2 alle ore 20.42-43 sec. UTC ed uno alle 23.05.10 sec. del giorno 21. Attendiamo conferma da INGV OV che potrebbe arrivare nel bollettino mensile.
Un terremoto sentito nitidamente dalla gente ma che all’INGV non hanno localizzato! Come al solito è stato registrato solo all’osservatorio di Casamicciola, perché, dopo 6 mesi dal disastroso terremoto del 21 agosto, non hanno messo una sola nuova stazione in trasmissione.
Tra il 2014 e il 2015 ne sono state acquistate ben 100, tutte inutilizzate. Poi, dopo il terremoto di agosto, proprio INGV ha ricevuto dal Governo centrale, con un piano approvato dal capo della protezione civile Angelo Borrelli e dal commissario Giuseppe Grimaldi, 100mila euro per comprare strumenti per Ischia (che non servivano, perchè già avevano tutto), e Ischia ancora non è in rete.

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