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venerdì, Marzo 29, 2024

La protesta dei panettieri isolani: verso lo sciopero di una settimana

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I panificatori ischitani sono sul piede di guerra e minacciano uno sciopero di una settimana per il caro bollette: è questo l’esito di un incontro organizzato oggi pomeriggio da una dozzina di panettieri isolani, esasperati dai folli rincari dei costi sostenuti per la loro attività, in primis dell’elettricità.
A parlare per tutti è Alessandro Slama che al Dispari racconta che a breve diversi esponenti della panificazione si costituiranno in consorzio, per fare il primo passo verso iniziative che potrebbero essere clamorose tra cui lo stop ai forni per diversi giorni: “Abbiamo discusso di una chiusura di almeno una settimana ma che potrebbe anche essere anche più lunga.

Ed a chi pensa di far arrivare il pane da Napoli diciamo che siamo pronti anche ad azioni forti come bloccare i porti per non far scaricare il pane fresco nei supermercati. Vogliamo che la gente di Ischia ci aiuti e ci sostenga, noi siamo rimasti operativi durante la fase peggiore della pandemia, nei giorni del lockdown quando abbiamo “sfamato” tutti coi nostri prodotti ed ognuno di noi ha fatto il possibile per la gente chiusa in casa. Oggi ci serve un aiuto dagli ischitani perchè stiamo pagando costi esorbitanti per tutto, non solo per l’elettricità: per la farina, per il lievito, per il cellophane per confezionare il pane. C’è un malcontento generale nella nostra categoria e si rischia, senza provvedimenti concreti, una lunga chiusura.”

Una situazione dunque molto grave a sentire i fornai isolani e per la quale chiedono l’intervento delle istituzioni: “Vogliamo un incontro con i sindaci per avere delle garanzie, ci serve l’aiuto dei nostri amministratori affinché ci supportino nella nostra protesta raccogliendo il nostro grido d’aiuto” continua Slama che alla fine lancia un’ipotesi che rappresenterebbe una ulteriore batosta per la famiglie ischitane: “Ci sarebbe un’altra opzione, oltre a quello di uno sciopero: di fatto i nostri costi sono triplicati ed allora potremmo anche aumentare di tre volte il costo del pane sull’isola. Questo significa che arriveremmo a 9/10 euro al chilo, ed a quel punto chi potrebbe permetterselo ? Per questo vorremmo che la gente di Ischia scendesse in piazza al nostro fianco nella protesta”.

4 COMMENTS

  1. Allora il prezzo che in alcuni casi sfiorava i quattro euro al chilo (ed era ben prima del conflitto) era un prezzo onesto?

  2. Chiusure e proteste sempre quando la stagione turistica è finita chissà perchè mai durante.
    L’energia era cara anche prima, il picco del prezzo vi è stato ad Agosto.A maggio, giugno, luglio, agosto, settembre,non si protesta a Ischia,adesso la sarda è secca e si protesta.

  3. Alessandro lo potete vendere anche a 50 euro al kilo l’ischitano non scende in piazza

  4. C’e’ solo una cosa da fare in Italia….Questa e’ lo sciopero fiscale! Non pagate piu’ i contributi statali e regionali, ma solo quelli comunali. Boicottate le infrastrutture strategiche che oramai non sono piu’ di dominio pubblico ma di un privato multinazionale.
    Questo sciopero dei panettieri non fa che alimentare la guerra tra poveri.

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