domenica, Aprile 20, 2025

La politica del terrore nell’era “digitale deumanistica”

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MARCO NERI | Abbiamo spesso sentito l’attuale periodo storico, complesso e complicato, venire definito in tanti modi: “3° Guerra Mondiale a pezzi”, “Guerra Commerciale”, “Dittatura Tecnocratica”, “Declino delle democrazie”. Ma a tutte queste definizioni potremmo aggiungerne una che raccoglie in maniera esaustiva gli ultimi 5 anni, ovvero “Età del Terrorismo Socio-Politico”.

In questo periodo, tra COVID, cambiamenti climatici, inasprimento dei conflitti tra Russia e Ucraina ed Israele e Palestina (senza citarne altri comunque importanti e cruenti), crollo del sistema democratico, dato dal fallimento delle politiche di sinistra e dell’avanzamento delle destre nazionaliste, populiste ed autocratiche con in ultimo l’introduzione di dazi, già esistenti e semplicemente inaspriti da Trump, che ne ha fatto un suo vessillo propagandistico, abbiamo assistito ad un vero e proprio cambiamento delle nostre abitudini, “quasi” imposto da un sistema che brutalmente si sta rifondando e, soprattutto, sta cambiando i suoi equilibri internazionali.

Non è una novità la presenza di grandi sfere di influenza, da Occidente ad Oriente, ciò che cambia, e fa quasi sorridere amaramente, è “l’ingenua consapevolezza” a cui sembra essere arrivata l’UE, che si è vista messa fuori, ma di fatto già lo era da tempo, dagli equilibri geopolitici mondiali. Non è una mancanza di un esercito, come vorrebbero fare credere adesso, a rendere l’Europa debole, ma la mancanza di una visione politica ed economica comune.
Abbiamo 27 sistemi politici, commerciali e sociali differenti che negli ultimi 80 anni non hanno mai smesso di farsi la guerra, hanno solo cambiato il modo di farla. Niente più armi o invasioni territoriali tra paesi dell’UE, ovviamente anche con il benestare della NATO, ma vere e proprie guerre commerciali fratricide, Perché sì, l’UE non è nuova a queste pratiche, poiché in maniera più subdola si fa concorrenza da sola.

Gli stati del Nord a cui potremmo aggiungere la Germania, hanno sempre cercato di trarre vantaggio ai danni degli stati del Sud, tra cui l’Italia. Produzione industriale, agricola, metallurgica e siderurgica negli ultimi 20 anni hanno portato grandissimi vantaggi, soprattutto alla nazione teutonica che si è vista improvvisamente depauperata di tutto con l’inasprimento del conflitto in Ucraina e le sanzioni inferte alla Russia, che l’hanno portata ad una vera recessione finanziaria che non si vedeva dai tempi del dopoguerra.

Oggi l’UE mostra la sua fragilità in tutte le sue forme, con la mancanza di leader che possano prendere in mano la situazione, famiglie politiche divise nel parlamento europeo ma fragilmente unite in patria. Pur di salvare un’economia fragile, che potrebbe essere salvata in altri modi, si punta al riarmo comunitario, che è a discrezione di ogni stato membro, in nome di una difesa comune che non può esserci mancando una politica comunitaria di difesa europea ed è quindi molto chiaro che ciò mira a favorire stati in forte recessione economica come la Germania, che potrà fare debito e riconvertire le sue industrie in industrie belliche.

Le persone, spaventate e stanche dai continui bombardamenti mediatici, non fanno altro che assistere impotenti a questo scempio socio-politico, pessimo spettacolo di mediocrità amministrativa che non fa altro che gettare ombre ed incertezze in un elettorato sempre più disaffezionato o tendente verso correnti più estremiste, che raccolgono la rabbia popolare. In questo periodo di incertezza sarebbe opportuno ritrovare la tranquillità per poter risolvere le complesse questioni, internazionali e nazionali, non seminando più terrore ma una serenità concreta che possa essere risolutiva e permettere di affrontare le tematiche attuali in maniera chiara e coesa.

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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