domenica, Aprile 20, 2025

«La nostra Via Crucis è un evento che cresce con la comunità», Simone Pilato presenta l’Actus Tragicus 2025

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A Forio, la Pasqua non è solo una ricorrenza religiosa, ma il cuore pulsante di una tradizione che da trentacinque anni coinvolge l’intera comunità: la Via Crucis organizzata dall’Associazione Actus Tragicus. Un evento che ha saputo trasformarsi, innovarsi, ma restando sempre fedele al senso originario di partecipazione collettiva e racconto sacro.

Nella splendida cornice dell’Oratorio dell’Assunta di Forio, giovedì 6 marzo è stata presentata ufficialmente la #passionedicristo2025 ai vecchi e nuovi figuranti. In quell’occasione, l’Actus Tragicus ha anche annunciato la nuova coppia di registi che guiderà il gruppo fino al 18 aprile, data dell’evento clou della Pasqua isolana. Quest’anno il coordinamento artistico è stato affidato a Pierpaolo Mandl e Luca Patalano, già valenti collaboratori dell’associazione, che hanno accettato l’incarico con consapevolezza e determinazione. A loro sono arrivati i migliori auguri e il massimo supporto da parte di tutto il direttivo, con la certezza che questa edizione saprà onorare la tradizione e, al tempo stesso, offrire uno sguardo nuovo e originale.

In questa intervista, Simone Pilato, membro del direttivo dell’associazione, ci accompagna dietro le quinte dell’edizione 2025, tra passaggi generazionali, nuove sfide registiche e quella passione che rende ogni edizione unica.

L’edizione 2025 della Via Crucis di Forio è alle porte e con essa anche una ricorrenza speciale. Cominciamo da qui, Simone.
“Quest’anno celebriamo i 35 anni della Via Crucis di Forio. È un traguardo importante, una cifra tonda che dà il senso della continuità. Per l’occasione, abbiamo affidato la regia a due persone che conoscono bene l’evento: Paolo Mander e Luca Patalano. Sono figure che negli anni hanno partecipato attivamente alla manifestazione e ci è sembrato giusto affidare a loro questo ruolo”.

Ogni regista lascia il suo segno. Cosa possiamo aspettarci da questa edizione?
“È vero, la storia è nota, il finale lo conosciamo tutti, ma ogni edizione porta con sé qualcosa di nuovo. Paolo e Luca stanno lavorando a qualcosa di bello, e sono certo che anche quest’anno sarà un evento sentito e coinvolgente. Il valore della Via Crucis di Forio è proprio questo: rinnovarsi nella tradizione. In 35 anni siamo riusciti a garantire il passaggio di testimone tra generazioni, una cosa non scontata in eventi di questo tipo”.

Proprio il passaggio generazionale sembra essere uno dei punti di forza dell’Associazione Actus Tragicus.
“Sì, è stato un passaggio graduale, non improvviso. Alcuni protagonisti storici, come il nostro “americano”, hanno accompagnato e formato chi oggi porta avanti la manifestazione. Non si è trattato solo di sostituire ruoli, ma di trasmettere un sentimento. E affidare ruoli a nuove persone, cambiare personaggi, rinfresca e mantiene viva l’intera narrazione”.

Una delle caratteristiche più affascinanti della vostra Via Crucis è il coinvolgimento popolare.
“Ogni anno abbiamo oltre cento figuranti. Non è un semplice gruppo teatrale, è un intero paese che si mette in moto. Questo è il bello: non è un evento che si esaurisce in una sera, ma è frutto di mesi di lavoro, prove, cuciture, scenografie, social media. È un impegno annuale e collettivo. C’è tanto da fare: riparare scenografie, cucire nuovi costumi, cercare fondi. E tutto questo lo facciamo da volontari, con spirito di comunità”.

Dal punto di vista scenico, la Via Crucis di Forio è anche un grande palcoscenico all’aperto.
“Sì, si svolge per tutto il centro storico. Ci sono cinque palchi principali, si parte da Piazza Giovanni Mazzella e si arriva fino al Soccorso, dove si tiene la crocifissione. È un percorso lungo, quasi un chilometro, ed è complesso da gestire. Per questo dobbiamo ringraziare anche chi si occupa della sicurezza: è un evento molto partecipato, con migliaia di spettatori, molti dei quali turisti. Garantire la sicurezza è fondamentale”.

Tu ti occupi anche della parte più scenografica: i fuochi. Come li gestite?
“I fuochi danno teatralità e drammaticità. Penso al momento in cui si spengono le luci e si accendono solo le fiaccole: cambia tutto. È una scena che colpisce, grazie anche alla collaborazione con i ristoratori che spengono le luci. Abbiamo candelabri, torce, fiaccole artigianali. Usiamo anche braccialetti luminosi e macchine del fumo. Tutto è pensato per creare un’atmosfera intensa, ma senza mai trascurare la sicurezza: le fiamme vive richiedono attenzione, per questo abbiamo un servizio d’ordine preparato”.

Quali sono le difficoltà principali?
“La strada è quella, gli spazi sono quelli. Ogni anno si potrebbe fare qualcosa di ancora più spettacolare, ma ci limitiamo per garantire la sicurezza. Lavoriamo molto sulla narrazione e sulla suggestione, piuttosto che sugli effetti speciali esagerati”.

E le aspettative per questa trentacinquesima edizione?
“Noi cerchiamo di mantenere un certo standard. Ogni regista porta una novità, certo, ma ormai l’evento ha una sua forza. È una macchina che quando parte sa già dare grandi risultati. Chi partecipa ogni anno ci dice sempre: “Mi stupisce ogni volta”. E io credo che anche quest’anno sarà così”.

Dietro questa macchina c’è però anche un forte legame umano.
“Assolutamente. L’Associazione Actus Tragicus è una grande famiglia. Senza amicizia, senza passione, nulla di tutto questo sarebbe possibile. Nessuno è retribuito: lo facciamo per spirito civico, perché ci crediamo. Ogni socio contribuisce, ogni volontario è essenziale”.

Sull’isola ci sono molte altre Via Crucis. C’è un po’ di competizione?
“Mah, ognuno fa la propria. C’è magari una rivalità tra comuni, ma in fondo c’è anche collaborazione. Quando vediamo qualcosa fatto bene, che magari somiglia a ciò che facciamo noi, ci fa piacere. Anzi, ci ispiriamo anche agli altri. Prendiamo il meglio, sempre”.

In chiusura, ci sarà qualche colpo di scena anche quest’anno?
“Beh, compatibilmente sì. Speriamo che ci sia qualcosa che faccia parlare, che lasci il segno. Il chiacchiericcio del dopo è parte dell’evento, aiuta a farlo vivere anche nei giorni successivi. E poi, come diciamo sempre, non è il Politeama… ma quasi!”

Il chi è dell’Actus Tragicus 2025

Regia
Pierpaolo Mandl
Luca Patalano
Direttivo:
Presidente Pasquale Di Meglio
Giovanni Calise
Francesco Calise
Pilato Simone
Castaldi Francesco
Castagliuolo Felicia

Sicurezza e Logistica
Sabrina Verde

Responsabile gruppo Centurioni
Francesco Savio

Illuminiteca
Agnese Elia
Ida Matarese
Valerio Buono

Assistenti alla regia
Elisabetta Maschio
Angela Cacciutto
Alessandro Guerra

Reparto Make up
Rossella Calise
Carmen De Luca
Valentina de Maria

Autore

  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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