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La noce nel sacco | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 11 marzo 2021

La pur legittima richiesta che l’isola d’Ischia non venga equiparata alla terraferma per quanto attiene all’istituzione della zona rossa merita un’analisi un tantino più approfondita.

Innanzitutto, il nostro senso di comunità dovrebbe sentirsi ugualmente sollecitato in tutte le battaglie sociali che riguardano le enormi disparità di trattamento che la nostra privilegiata ma pur difficile condizione insulare subisce nella quotidianità. Uscire allo scoperto oggi con questo genere di rivendicazione, quando magari sulla continuità territoriale e l’ambito sanitario quasi tutti hanno preferito tacere, sembra un po’ la più classica delle battaglie ispirate semplicemente dalla voglia di normalità che ribolle in tutti noi a causa delle restrizioni di questa maledetta pandemia.

Trovo molto bello che i giovani, specialmente dall’ambito scolastico, abbiano trovato modo di far sentire la loro voce nel sociale e vorrei che si trattasse solo di un ottimo inizio verso la kennediana presa di coscienza secondo cui “se non ti interessi di politica, un giorno sarà la politica ad interessarsi di te”. Politica è tutto quel che ci circonda, dentro e fuori dal nostro ambito familiare; politica è missione; politica è sacrificio, enorme sacrificio, al punto da offrire sull’altare dell’impegno pubblico parte del proprio tempo libero, del proprio lavoro, dei propri guadagni, del proprio equilibrio con la famiglia. Ma soprattutto, politica è metterci la faccia, anche quando tutto sembra che ti remi contro e che tu stia mettendo a rischio la tua tranquillità personale e familiare, facendola rientrare nel mirino di chi, grazie al potere che ha, pensa di intimidirti ledendole.

In Regione Campania, come al Comune di Ischia, in questo momento sembra impossibile, da soli, poter recitare un ruolo in contrapposizione ad un sistema che continua ad ignorare le esigenze locali, privilegiando operazioni politiche e lotte intestine. Eppure, bisognerebbe provarci. Tutti.

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