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giovedì, Aprile 18, 2024

La maledizione della Colombaia

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Clementina Petroni | Una antica massima recita che “le bestemmie dei giusti arrivano ai piedi di Cristo”.
È giusto crederci? Molto spesso i fatti e gli accadimenti fanno si che è giusto riflettere, soprattutto se chi lancia anatemi sa di stare dalla parte della ragione. Anni fa, sulle pagine di questo quotidiano, il signor Ignazio Fiorentino, nipote dell’avv. Luigi Patalano, raccontò una storia che ha dello inverosimile, ma che negli anni dell’insana gestione della “Villa La Colombaia”, da parte del comune di Forio, si è conclamata in tutta la sua drammatica realtà.

Egli scrisse che suo nonno, per l’appunto Don Luigino, nel periodo in cui “governava” il regime fascista, non poteva permettersi di pagare le tasse per la struttura Colombaia, Mezza Torre ed ettari di parco circostanti.
I Patalano erano benestanti, avevano un palazzo lungo il corso di Forio, terreni e case sparse. Però c’era poca liquidità.
Don Luigino, padre del famoso artista Bolivar, in quell’oasi di pace di Punta Caruso, trascorreva le estati insieme ad illustri ospiti.

Purtroppo, con profonda angoscia ed amarezza, dovette lasciare quel luogo a lui caro perché, non potendo pagare, tutto passò nelle mani del “regime”. La sperequazione fu enorme, perché se tanto per fare un esempio, doveva pagare 10 mila ti tasse, l’intera proprietà aveva un valore di gran lunga maggiore.
Ferito nell’anima ed esasperato per quella enorme ingiustizia, nel momento in cui chiuse per l’ultima volta il cancello di quei suoi beni, lanciò una Maledizione.
Quel parco fu comprato dal Barone Fassino, in parte fu poi venduto al grande regista Luchino Visconti, ed ampie aree boschive furono acquistate dal Duca Camerini.
La storia recente la conosciamo tutti. Su oltre 20 anni di “gestione allegra” da parte di amministratori che si sono avvicendati sul comune di Forio, nonostante una fondazione e i miliardi elargiti, la Colombaia, per circa vent’anni, forse dal 1950 al 1970, ha vissuto fasto e splendore, con Visconti ed i tanti attori che vi sono stati ospiti, mentre adesso è in uno stato di decadenza totale.

Fatiscenza della struttura e degrado del parco regnano sovrani.
Basti pensare che le ceneri del regista, insieme alla sorella, sono seppellite sotto una roccia all’ombra di un grande albero. Questa era stata la loro volontà.
Quel luogo ha qualcosa di “sinistro”, lo dicono in tanti. Del resto, dopo la morte di Visconti, i vandali fecero scempio di quel poco che rimase. Fu ritrovo per drogati ed oscuri personaggi che recitavano “messe nere”.
Pare proprio che la maledizione abbia colpito in pieno.

A mio parere ci vorrebbe un sindaco illuminato, il quale dovrebbe capire che non ci sarà pace in quel luogo se il tutto non verrà riequilibrato.
Nel senso che una persona capace, amante della cultura e della storia erede del Patalano, possa entrare a pieno titolo nella gestione della struttura.
Lo scrittore Andrej Longo, figlio di una nipote di Don Luigino, o altri eredi, potrebbero darsi da fare per mitigare aspetti di una vicenda molto triste ed inquietante.

2 COMMENTS

  1. Maledizione? Certo che tra Babbo Natale, Befana, Iliade, Odissea, il gatto con gli stivali, biancaneve ed i sette nani, chi più ne ha più ne metta. Forse sarebbe più coraggioso, ma sopratutto onesto dire che il livello culturale dell’isolano non è adeguato alla storia dei luoghi e di chi li riempì di spirito. Tutto un errore, un errore grossolano, nulla di più, persino il maestro Visconti prese un catastrofico abbaglio.

  2. E’ bella la storia che ci offre Clementina ed è oltremodo realistica la posizione di Giuseppe Conte: ambedue, con argomentazioni diverse, richiamano all’attenzione del lettore la qualità del sito dal punto di vista culturale ed ambientale a cui aggiungo il meraviglioso contesto del bosco di Zaro che per negligenza, furbizia, affari e mancanza di lungimiranza politica ha subito oltraggi non indifferenti dagli anni ’70 in poi, in parte richiamati nel libro Parco Naturale di Zaro ed.Valentino. Per essere all’altezza dei tempi e ridare luce alla Colombaia e dignità di accoglienza alle spoglie del grande Maestro occorre accogliere e rilanciare l’idea di un Parco che possa riqualificare e coinvolgere le energie individuali in un unico grande progetto nel rispetto della Natura e della qualità dei tanti micro-siti di Zaro. Lavoriamoci insieme e … portando la riflessione e lo sguardo vero est viene spontaneo allargarsi per includere Monte Vico e così costituire un grande complesso naturalistico, archeologico, storico, culturale; un’offerta socio-turistica certamente di non poco conto anche per la già affermata presenza termalistica di S. Montano

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