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sabato, Aprile 20, 2024

La guerra di Santa Restituta. Politica, fede e discriminazione

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Silvio Schiazzano attacca il comitato: esclusi dalle celebrazioni per motivi politici. Oggi l’annuncio del nuovo vescovo dopo la Messa? Lagnese ai titoli di coda

Ida Trofa | Non c’è ambito e non c’è questione che resti immune dalla grave frattura creatasi nel paese prima e dopo il voto alle comunali. E’ guerra senza esclusione di colpi. Anche la fede, purtroppo, vacilla e da buona tradizione, resta terreno di scontro elettorale. Terreno di gravi accuse e strali. Anche Santa Restituta, ancora, divide e crea malanimo. Quando si dice che la politica genera mostri, oltre la devozione e la pandemia.
L’ultima vicenda è legata all’accesso al Santuario in occasione dei festeggiamenti che ruotano intorno alla data del 17 maggio e su chi può lavorare in favore delle celebrazioni e chi no, in base al colore politico e alla casacca.

In molti lamentano accessi negati e forzature nel passaggio in chiesa, ufficialmente motivato dagli effetti del Coronavirus, materialmente, invece, legati al voto: se sei con la congrega di Giacomo Pascale entri. Se sei contro, no.
E’ questa, grosso modo, la sintesi dell’ultima querelle all’ombra del Fungo, tra sacro e profano. Insomma la massima espressione della discriminazione religiosa e sociale. Sono state diverse le segnalazioni e le manifestazioni di dissenso. Su tutte, quella di Silvio Schiazzano, le cui inclinazioni politiche in terra lacchese non sono mai state celate e, tanto meno, possiamo ben dire, senza timore di smentita, che parimenti, dello stesso, è nota la devozione per la Santa Patrona venuta dal mare. Tutti lo hanno incontrato per le strade dell’isola a fare la questua in favore del Santuario e non solo a chiedere voti. Schiazzano, così, lancia attraverso la sua pagina Facebook un doloroso grido di dissenso verso la gestione del culto in questa edizione 2021.

«Dopo tanti anni di festa, purtroppo, la situazione è ulteriormente peggiorata. Difatti, per anni il comitato dei festeggiamenti in onore di Santa Restituta, da alcune persone, è stato considerato meramente un bancomat da cui attingere per avere unicamente il proprio tornaconto e battersi la mano in petto» un’accusa gravissima, lanciata da Silvio che, evidentemente, pesa sul groppone e sulle coscienze di chi guida gli accessi all’ingresso del sacro luogo e soprattutto di chi mantiene la cassa.
Ma non sol, spiega il ragazzo “Come se non bastasse, negli ultimi 2 anni è degenerata. Infatti, il suddetto comitato e molti dei suoi membri sono stati “parcheggiati” in un angolino e umiliati quotidianamente da alcuni personaggi che, complice una gestione connivente da parte del parroco, hanno fatto sì che la festa sia diventata un affaire politico e non più un motivo di festa ed orgoglio per il paese e l’isola tutta!”.

Insomma, per Schiazzano è chiaro: a Santa Restituta si va, non per pregare, quanto piuttosto per fare soldi e accrescere il proprio pacchetto voti. Che squallore e quanta blasfemia! Una vergogna, un’onta per il celeste manto della patrona dell’isola d’Ischia.
Schiazzano, addirittura, si spinge oltre e denuncia di più.
“L’ anno scorso – scrive l’ex esponente del comitato dei festeggiamenti – a causa della pandemia ci sono stati ingressi contingentati in chiesa e messe a porte chiuse alle quali, però, assistevano sempre pochi intimi, mentre io ed altri, rispettosi delle disposizioni e dei fedeli in quanto non abbiamo mai abusato del ruolo ricoperto, eravamo fuori il sagrato ad ascoltare tramite l’altoparlante! Fu istituito un servizio d’ordine del quale non fummo messi al corrente e al quale avremmo partecipato volentieri, furono cambiate le date di esposizione della Santa senza alcun avviso o consulto e ci fu dato alla fine il contentino di rimetterla a posto alla fine della festa! Noi ci augurammo che fosse una situazione passeggera e che col nuovo anno sarebbe tornato tutto come prima… Peggio che andar di notte! Quando quest’anno nuovamente nessuno di noi è stato chiamato e quando addirittura si è montata una sorta di spalliera di luminarie davanti alla chiesa senza che nessuno di noi sapesse nulla, abbiamo capito che il loro intento di farci da parte è riuscito!».

Il Silvio, amareggiato, ricorda il suo passato di questuante e il dispiacere per essere stato tenuto fuori solo per squadrismo e inclinazioni politiche. Un dolore che non si cancella, anzi, sostiene il giovane sottolineando la sofferenza per il distacco e le scelte fatte.
«Avreste potuto chiamarci – scrive -, avremmo messo a disposizione, come sempre con entusiasmo e dedizione, le nostre conoscenze e forse santa restituta avrebbe avuto una spalliera degna e non quelle 4 lampadine che sono un insulto! Vi battete la mano in petto e parlate di affetto quando poi girate la faccia alla gente in mezzo la strada. Ma di cosa parliamo? Parlate di affetto, ma poi chi per anni si è dedicato anima e corpo alla festa non solo non merita una menzione che sarebbe inutile perché a lacco ameno si sa chi fa e chi no, ma neanche di essere avvisati di quello che succede, anche meramente a titolo informativo! Chiaramente negli ultimi 15 anni mi sono svegliato tutte le domeniche alle 7 ed insieme ad altri ho girato l’isola in lungo ed in largo alla ricerca di offerte per far sì che la tradizione si rinnovasse, io ed altri abbiamo operato in maniera limpida e trasparente, abbiamo preso acqua, vento, bestemmie, ma sempre in buona fede, quella che manca oggi all’ interno della chiesa!».

Per Silvio Schiazzano emerge un chiaro moto di vergogna, quale sentimento, dice, comune a molti e condiviso dai più. Insomma il paganesimo allo stato puro intride quel che dovrebbe essere un moto esclusivo di culto e fede profonda “Io fossi in voi mi vergognerei! Parlano di fine di dittature, di uguaglianza, di libertà e poi ghettizzano chi ha espresso un’opinione politica differente – conclude, così, il suo lungo scritto Schiazzano.

“Noi non abbiamo mai permesso che la politica creasse fratture e tensioni all’interno della festa, separando in maniera netta le due cose e accogliendo tutti indistintamente come la santa ci ha insegnato! Parlo a titolo personale e non a nome del comitato ma ritengo di esprimere le opinioni di molti!” Come se non bastassero anni di dibattiti, polemiche, feste mancate, celebrazioni trasformate in idolatria nuda e cruda, la festa di Santa Restituta dopo il voto 2020 e la guerra che prosegue nel 2021 è diventato lo scenario inaccettabile della peggiore umanità. Una comunità, un mondo orami alla deriva. I campanelli d’allarme sono tanti. Purtroppo, però, non c’è peggior sordo di chi vuole udire e ancor peggio di chi nega una preghiera o un ingresso solo per antipatia o squadrismo di sorta. Questa non è più Lacco Ameno, o forse lo era e non ce n’eravamo mai accorti.

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