La saga giudiziaria che a Ischia tutti, con un misto di ironia e curiosità, chiamano “la guerra del Mojito” si arricchisce di un nuovo capitolo. E, come spesso è accaduto negli ultimi anni, a vincere il round è ancora una volta Ciro Di Meglio, titolare della ditta individuale “Mojto di Di Meglio Ciro”, e volto ormai noto nel panorama commerciale del porto d’Ischia.
Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, Sezione Terza, con decreto presidenziale n. 5245/2025, ha accolto l’istanza di sospensiva presentata dall’imprenditore, difeso dall’avvocato Mario Di Meglio, contro il provvedimento del SUAP del Comune di Ischia che disponeva la chiusura temporanea del locale per dieci giorni, dal 13 al 23 ottobre 2025.
Il decreto, firmato il 14 ottobre 2025 dal presidente Michelangelo Maria Liguori, sospende l’efficacia dell’atto comunale “fino al deposito della pronuncia da prendersi all’esito della camera di consiglio del 5 novembre”, fissata per l’esame collegiale della richiesta cautelare. Il giudice ha ritenuto “fondata e urgente” la domanda del ricorrente, evidenziando che “alla luce del bilanciamento degli interessi coinvolti e degli effetti medio tempore”, la sospensione dell’attività avrebbe comportato “un danno immediato e difficilmente reversibile”.
Al centro della controversia vi è il provvedimento, privo di numero e data, firmato dalla dirigente del Servizio 10 – SUAP del Comune di Ischia, e notificato via PEC lo scorso 6 ottobre. Il documento ordinava la sospensione dell’attività del bar-ristorante Mojito per dieci giorni, con decorrenza dal 13 ottobre, richiamando precedenti ordinanze sindacali e verbali di contestazione che, secondo la difesa, sarebbero stati mai notificati o comunque illegittimi.
Nel ricorso depositato al TAR, l’avvocato Mario Di Meglio ha chiesto l’annullamento dell’atto e di tutti gli atti collegati, inclusi i verbali del Comando di Polizia Municipale n. 423/A del 29 agosto e n. 427 del 7 settembre 2025, oltre alle ordinanze sindacali n. 51/2022, 160 e 161 del 2010 e la n. 70 del 26 aprile 2024. Tutti questi provvedimenti, secondo il ricorrente, sarebbero stati richiamati in maniera generica e senza un’adeguata istruttoria, determinando un quadro di irregolarità amministrativa.
Il presidente Liguori, nel dispositivo, parla esplicitamente di una “situazione di estrema gravità e urgenza legata alla notevole durata della contestata sospensione dell’attività di bar ristorante”, tale da giustificare l’intervento immediato del giudice. L’ordinanza di chiusura, spiega il decreto, “risulta priva di data e numero e appare, nella forma e nella sostanza, affetta da vizi che meritano approfondimento in sede collegiale”.
Per il TAR, quindi, la misura restrittiva doveva essere immediatamente congelata, “sino al deposito della pronuncia collegiale”. L’amministrazione comunale, si legge ancora nel provvedimento, non si è costituita in giudizio. Il decreto sarà ora notificato e dovrà essere eseguito “dall’Amministrazione”, con l’obbligo per la segreteria del tribunale di darne comunicazione alle parti.
Per l’imprenditore isolano, non è la prima vittoria nelle aule del TAR contro il Comune di Ischia. Già in passato, infatti, il titolare del Mojito aveva ottenuto sentenze favorevoli in controversie legate a contestazioni amministrative e chiusure temporanee del suo esercizio, situato nel cuore pulsante del porto, lungo via Porto 86.
Dietro questa lunga sequenza di ricorsi e ordinanze si nasconde una battaglia che da tempo ha travalicato i confini della semplice vicenda burocratica. Il “caso Mojito” è diventato un simbolo del rapporto teso fra l’amministrazione comunale e una parte degli operatori economici del centro, spesso in bilico tra regole, interpretazioni e stagioni turistiche sempre più brevi.
Con questo nuovo decreto, il Mojito resta dunque aperto e operativo almeno fino alla camera di consiglio del prossimo 5 novembre, quando il TAR deciderà se confermare o meno la sospensiva. Nel frattempo, l’isola registra l’ennesimo capitolo di una disputa che ormai da anni divide opinione pubblica, giuristi e commercianti.
E se l’estate è finita, la guerra del Mojito — come la chiamano i frequentatori del porto — sembra tutt’altro che conclusa.










