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La giustizia a Ischia è in coma, la denuncia al ministro Bonafede

By Redazione Web

November 21, 2020

Paolo Mosè | Così muore la economia locale e quella nazionale! La lentezza pachidermica e la eccessiva burocratizzazione hanno messo in ginocchio un intero territorio, nell’indifferenza generale!!».E’ il grido di dolore dei massimi vertici dell’Associazione Forense dell’Isola d’Ischia con la lettera inviata al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che porta la firma del presidente Gianpaolo Buono e del segretario Francesco Cellammare. Non è una lettera di sole cortesie, ma una vera e propria denuncia nel quadro desolante che continua a perpetrarsi presso la sezione distaccata di Ischia. La quale negli ultimi giorni ha rischiato finanche di perdere l’ennesima assistente giudiziaria del penale, la quale ha rischiato di ritrovarsi trasferita presso il tribunale di Nola. Ma la sola presa di posizione forte e determinata dell’Assoforense e del coordinatore, giudice Eugenio Polcari, ha evitato che questo ennesimo colpo venisse inferto. Se fosse accaduta una simile situazione, le conseguenze sarebbero state disastrose. Alla fine il presidente della Corte di Appello ha ritenuto più che giusto confermare la presenza della dipendente per non sguarnire ulteriormente l’ufficio giudiziario isolano.

Nella lettera l’avvocatura ischitana ricorda il famoso incontro del 10 settembre scorso, a cui parteciparono lo stesso ministro, i capi Dipartimento, il direttore generale del personale, i massimi vertici della magistratura napoletana e dell’avvocatura, in cui vennero presi degli impegni ben precisi che avrebbero dato un po’ d’ossigeno al funzionamento della macchina ed in particolare delle cancellerie. Di tutto ciò che era stato deciso, nulla è stato fatto, gli impegni sono rimasti scritti sulla carta e questo non ha fatto altro che arrugginire l’attività quotidiana di una giustizia che sull’isola va avanti grazie al sacrificio di coloro che vi operano. E sul punto scrivono gli avvocati ischitani: «I farraginosi iter burocratici non si sono ancora conclusi e temiamo che le pratiche siano “impantanate” su chissà quale tavolo, mentre il Servizio Giustizia isolano langue, soffre e raggiunge livelli di inefficienza intollerabili, finendo con il subire un discredito irreversibile e favorendo, anche su un territorio che fino a qualche tempo fa rappresentava, non solo in senso geografico, una “isola felice”, il ricorso a forme di “autotutela”, espressione di un oscurantismo medioevale che, si sperava, debellato».

DISASTRO GIUDICE DI PACEEd era stato deciso che immediatamente sarebbe stata inviata una unità vincitrice di concorso, avendo svolto negli anni passati il ruolo di agente di Polizia. Anche questa promessa è rimasta nel vuoto, come scrive l’Assoforense: «La dott.ssa Rossella Novella, vincitrice di concorso per la mobilità intercompartimentale, resici ancora alle dipendenze del Ministero dell’interno. E pure, nell’incontro precitato erano state fomite univoche indicazioni sulla soluzione del problema entro la fine del mese di settembre».Per non parlare di quel personale del Ministero che si sarebbe potuto recuperare e anche su quelli c’era stata la promessa. Si attende che qualche burocrate smuova dalla scrivania la pratica: «Neppure il dott. Cammarota e la dott.ssa Di Maio, desiderosi di offrire il loro contributo al funzionamento della Sezione Distaccata di Ischia, sono stati ancora ufficialmente notiziati circa la loro applicazione».

Ma c’è un ufficio alla sezione distaccata che non funziona proprio, che è letteralmente impantanato e sul quale sono state fatte promesse sotto la spinta del presidente Buono, ma con scarsi risultati: «L’Ufficio del Giudice di Pace di Ischia è ormai ridotto alla paralisi, non essendovi più alcun funzionario che, in tempi di Covid, possa sostituire, pur solo temporaneamente, quello titolare, collocato ormai in quiescenza da ben tre anni.E così le pubblicazioni dei provvedimenti, che già registravano ritardi incredibili, si sono arrestate alla data del 3 luglio 2020.Impressiona l’arretrato in giacenza, e si consideri che, addirittura, sino alla suindicata data di interruzione, per la pubblicazione di un decreto ingiuntivo si era già costretti ad attendere almeno un anno e mezzo dalla sua emissione. Altro che Ufficio di prossimità!».

RITARDI INSPIEGABILIAnche per questo ufficio si era riusciti ad individuare una dipendente apicale che da poco è in quiescenza ed aveva manifestato per iscritto la possibilità di rientrare a titolo gratuito. Non trovando, anche questa volta, alcuna risposta ministeriale: «Anche la ex funzionaria, ora in pensione, dott.ssa Anna Comune, ha già dato da tempo la sua disponibilità alla applicazione provvisoria preso l’Ufficio del Giudice di Pace di Ischia, a titolo totalmente gratuito.Ha perfino riattivato la sua posizione presso l’Inail e convenuto i termini della polizza assicurativa richiesta, con spese a suo carico)».A fronte di tante domande, di richieste e di sollecitazioni l’avvocatura ischitana non attende risposte, ma provvedimenti che siano operativi nella immediatezza. Ma chiedono al ministro soprattutto perché tanto ritardo, che cosa non funziona nelle stanze segrete di via Arenula? «Quali le ragioni dei ritardi nell’assegnazione dei dipendenti già destinati alla cancelleria dei due Uffici e, soprattutto, quale l’ostacolo alla adozione del provvedimento di ripristino temporaneo della pianta organica della Sezione Distaccata di Ischia tanto auspicato nel corso della riunione del settembre scorso?Quali le risposte da dare ad un cittadino che si è rivolto alla Giustizia per il riconoscimento di un proprio diritto e che per ottenere un misero decreto ingiuntivo o la sua pubblicazione è costretto ad attendere anni?».

ATTIVITA’ IN FALLIMENTOE’ un quadro generale disarmante, quello descritto minuziosamente in questa lettera. E se la giustizia non funziona, si manifesta una ripercussione grave, allarmante sulla intera economia isolana. Evidenziano che non ottenendo risposte, alcuni cittadini e aziende falliscono, restano in situazioni di “purgatorio” che certamente non è affatto un beneficio. Tutt’altro: «Allo Stato non importa se una persona fallisce per le inefficienze della Giustizia!Ormai da tempo e quotidianamente, anche sulla isola d’Ischia, gli esercizi commerciali sono costretti a chiudere per questo motivo».E le ripercussioni sono evidenti, come è stato verificato dalla classe forense: «Qualcuna delle Istituzioni pubbliche si preoccupa di verificare la condizione di cittadini costretti a vivere in povertà a causa dei ritardi nella evasione delle loro domande in sede giudiziaria?».

Chiedono perché il Ministero tace di fronte a tanta disponibilità di operatori di giustizia che per decenni hanno operato nei diversi uffici e che oggi si dichiarano disponibili a svolgere gratuitamente le stesse funzioni per evitare di chiudere i battenti della giustizia isolana: « E’ incredibile pensare che, mentre vi sono persone disponibili a mettere a disposizione le proprie energie professionali e umane (alludiamo, tra gli altri, ad ex dipendenti in pensione che da mesi si sono dichiarati disponibili a prestare il proprio lavoro presso gli Uffici giudiziari ischitani in forma assolutamente gratuita), lo Stato indugi in inammissibili perdite di tempo per valutare (solo valutare) la possibilità di una loro applica azione, senza preoccuparsi di individuare soluzioni alternative, se non attraverso forme di interpello inadeguate, nella maggior parte dei casi prive di effetti significativi ed antistoriche».

A QUANDO LA STABILIZZAZIONE?Con l’auspicio che il ministro legga la lettera e che disponga le dovute soluzioni, svegliando dal torpore quei dirigenti che governano la struttura di via Arenula e che da settembre ad oggi nulla hanno fatto. Una richiesta di aiuto in considerazione della precarietà cronica che si registra negli uffici: «Certo è che i cittadini e gli operatori dell’isola d’Ischia non hanno più la forza di reggere la condizione di isolamento in cui sono stati relegati (meglio: abbandonati).Resta da sciogliere il nodo della stabilizzazione della Sezione Distaccata, per la quale giace in Parlamento più di una proposta di legge, tenuto conto che la continua precarietà non agevola la copertura degli organici, procrastinando una condizione di grave inefficienza della macchina giudiziaria e di assoluto disagio della intera Cittadinanza».Ricordando che in quella famosa riunione del 10 settembre scorso proprio il ministro Bonafede si era impegnato ad attivare il Ministero per giungere alla stabilizzazione dell’ufficio ischitano. E’ proprio seguendo questa presunta volontà che gli avvocati ricordano che la nostra comunità ha una popolazione residente ragguardevole e che d’estate aumenta il numero di presenze in modo spropositato e questo provoca un numero alto di contenziosi: «L’isola d’Ischia, per densità demografica (ha una popolazione residente di circa 70.000 abitanti e nella stagione estiva le presenze sono superiori a 500.000), importanza economica (sul territorio vi sono oltre 400 esercizi alberghieri) e per entità del contenzioso (considerando non solo le cause riservate alla Sezione, ma anche quelle in materia di lavoro e previdenza, ecc.), assume una posizione tutt’altro che trascurabile a livello nazionale.

Intenderemmo conoscere anche l’esito degli studi degli Uffici Legislativi del Ministero che, come ci ha rappresentalo nel menzionato incontro, avrebbero proposto una soluzione giuridica appagante al problema, anche eventualmente nell’ottica della istituzione di nuovi Uffici Giudiziari, per le isole».Il presidente dell’Assoforense Gianpaolo Buono e il segretario Francesco Cellammare riversano una fiducia al ministro, nella speranza che egli dopo aver letto attentamente questa missiva (che è anche un atto di denuncia per essere lo stesso Ministero inadempiente di fronte alle promesse fatte durante quella riunione ai massimi vertici) alzi il telefono o convochi nel proprio ufficio i capi Dipartimento e il capo del personale per rafforzare di forza lavoro la sezione di Ischia. E si va al confronto per accorciare i tempi per giungere alla stabilizzazione, che è il vero obiettivo della presidenza Buono e l’incontro con i presidenti della Corte di Appello e del tribunale con i papaveri ministeriali anche in questa direzione mostrava una certa fattibilità. Ma questo è un governo che per la verità ha più di qualche lacuna e molto spesso vive alla settimana con provvedimenti tampone. Mentre si chiede in questi giorni insistentemente quali provvedimenti e soluzioni si intende adottare per bloccare la diffusione del virus nelle carceri. Una classe politica che chiede al ministro un cenno di presenza e di vitalità.