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sabato, Aprile 20, 2024

La Di Scala pressa De Luca: «Che facciamo della Colombaia?»

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Interrogazione. La villa chiusa è uno schiaffo per l’isola e la Campania. La Regione, quale socio fondatore, ha le sue responsabilità e dal 2010 non ha corrisposto le quote spettanti sebbene fossero iscritte in bilancio. Gli strumenti per salvare la Fondazione e il futuro di un bene di inestimabile valore ci sono e il consigliere di Forza Italia li indica al governatore

Il destino della Colombaia, ennesima istituzione foriana crollata sotto il peso dei debiti, sta facendo discutere non poco, soprattutto in occasione del quarantennale della morte di Luchino Visconti, che cade il prossimo 17 marzo e che l’Amministrazione comunale vuole celebrare con una serie di manifestazioni. Sta di fatto che la villa è chiusa al pubblico, abbandonata, e la Fondazione avviata allo scioglimento. Una situazione le cui responsabilità non ricadono solo sul Comune di Forio, ma anche sugli altri soci fondatori, come la Regione Campania. E’ questo il succo dell’interrogazione presentata al governatore De Luca dal consigliere di Forza Italia Maria Grazia Di Scala, per sollecitarlo ad assumere le opportune iniziative.

In premessa l’avv. Di Scala sintetizza la tormentata storia di questo patrimonio che rischia di andare perduto dopo essere costato caro alla comunità: «La Villa Colombaia ubicata nel comune di Forio d’Ischia, è assurta alla notorietà internazionale per essere stata la residenza di Luchino Visconti, della cui morte il 17 marzo p.v. ricorrerà il quarantennale; dalla morte del regista, il manufatto di grande pregio architettonico, è stato al centro di una controversia giudiziaria conclusasi solo nel 1998 con l’acquisto da parte del Comune di Forio di Ischia;  nel 2002 è stata costituita la Fondazione “La Colombaia”, regolarmente iscritta nel registro delle persone giuridiche della Regione Campania; la Regione Campania è socio fondatore della Fondazione de quo, cui contribuisce con un fondo di dotazione dedicato; la Regione non ha corrisposto, dal 2010 in poi, le quote spettanti sebbene fossero iscritte in bilancio; tale omissione ha concorso alla creazione di una difficile gestione del monumento ed all’ingenerarsi di incresciose situazioni debitorie».

Certamente la gestione della Fondazione non è stata scevra da ombre, clientelismo e cattiva amministrazione, ma il mancato versamento delle quote è comunque una responsabilità che non si può tacere. Il consigliere regionale di Forza Italia quindi prosegue: «Negli anni la situazione debitoria ha subito un notevole incremento attestandosi intorno alla rilevante somma di euro 600.000,00, che ha comportato la chiusura della attività di apertura al pubblico e l’apertura di spiacevoli contenziosi con il personale; dal mese di ottobre 2015 il Consiglio Direttivo della Fondazione, in considerazione del disimpegno economico degli enti che partecipano alla vita istituzionale della Fondazione, ha rassegnato le dimissioni al Sindaco di Forio d’Ischia nella sua qualità di Presidente della Fondazione; il predetto Sindaco ha comunicato con note formali alla Regione Campania, nel novembre 2015, la volontà di sciogliere la Fondazione per non aver raggiunto gli scopi fondativi».

Una brutta figura non solo per l’isola, ma anche per la Campania intera, evidenzia la Di Scala, che già si concretizza con la villa chiusa al pubblico nel quarantennale della morte di Visconti: «In conseguenza di ciò si rischia di dover disperdere il patrimonio che, di diritto, dovrà essere devoluto ad altri enti presenti sul territorio; tale estinzione mette in pericolo anche il futuro del manufatto architettonico e della memoria culturale ad esso connessa; l’estinzione getterà il discredito nazionale sulle istituzioni locali dell’isola e dell’intera Regione Campania».

Dunque la Di Scala chiede a De Luca «se e quali azioni intenda intraprendere per garantire il rientro della proposta di scioglimento della Fondazione; se ritenga opportuno avviare trattative per acquisire al demanio regionale la proprietà dell’immobile storico affidandone la gestione a figure professionale esperte di management culturale; se ritenga opportuno convocare, a partire dalle criticità della Fondazione “La Colombaia”, una sessione di lavoro, d’intesa con le istituzioni locali, col MiBACT e le forze sociali e imprenditoriali dell’Isola d’Ischia, per ragionare sul rilancio sulle notevoli attività e beni culturali presenti sul territorio per sostenerne l’attrattività turistica che, occorre ricordarlo, assorbe secondo stime ufficiali, oltre il 25% del turismo ricettivo termale e balneare dell’intero territorio regionale; se non ritenga opportuno avviare un’intensa attività di dialogo con le istituzioni e le forze sociali dell’Isola d’Ischia per connettere la strategia di rilancio della Fondazione Colombaia e dei beni culturali del territorio nell’ambito delle attività del Distretto turistico “Isola Verde”, approvato con decreto del MiBACT, trasmesso con nota prot. 168 DGI/IT del 19.12.2013».

Come si vede, nella sua interrogazione l’avv. Maria Grazia Di Scala ipotizza anche delle possibili soluzioni e linee guida per salvare la Fondazione o almeno mantenere al patrimonio pubblico la villa. Vedremo cosa ne pensa De Luca.

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