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sabato, Aprile 20, 2024

La Chiesa d’Ischia e i cambiamenti (seconda ed ultima parte) | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 29 settembre 2022

Ora che la “mia” Chiesa di Sant’Antonio diventa Parrocchia e che un amico fraterno come Padre Mario Lauro (vicino a me e alla mia famiglia in momenti particolarmente delicati e sempre riconoscente per quanto, negli anni, i miei più cari parenti hanno devotamente dedicato al tempio e al Santo di Padova) ne assumerà la guida, non posso certo nascondere la mia felicità. Devo però ricordare a me stesso e a chi mi legge che non ho mai coltivato la vita parrocchiale vera e propria e questo, in realtà, sembra quasi (ma non lo è) un affronto all’attivismo senza pari di un altro amico di vecchia data, il parroco uscente Don Carlo Candido, che sia in quel di Sant’Antuono e San Domenico sia -ancor di più- a Ischia Ponte ha dimostrato, quanto a capacità di aggregazione ed autorevolezza, di non essere secondo a nessuno. Questa scelta, che nel tempo mi ha sempre portato a prediligere, con mia moglie, l’ascolto della messa vespertina o domenicale in chiese diverse e non sempre a Sant’Antonio, non mi ha certo impedito di essere vicino anche alla vecchia Parrocchia, laddove ho potuto ammirare tante iniziative importanti e la rinnovata solennità dei festeggiamenti al nostro Santo Patrono.

E’ altrettanto vero che non sarò certo tra quelli pronti ad urlare “Morto il re, viva il re”, perché Carlo stesso sa benissimo quanto, al pari delle lodi sovente meritate a pieno titolo, io sia stato tutt’altro che timido nel riservargli commenti critici, anche pubblicamente, su scelte e decisioni a mio avviso evitabili per l’importante ruolo rivestito. Tra tutte, l’aver accettato l’incarico di organizzare la Festa di Sant’Anna nel 2015 (con tutti gli strascichi negativi che ne sono conseguiti), ennesima iniziativa volta -anche ma non solo- a concedere spazi e visibilità a un codazzo di aficionados sempre più “potenti”, novelli bigotti animati dalla fede e, perché no, anche dalla necessità di trovare cosa fare da grandi. Molti di essi sono quelli che, spesso, seguono la Santa Messa chiacchierando allegramente in sacrestia e spuntano fuori tra i fedeli “comuni mortali” solo al momento della Comunione: un po’ come il lupo che esce dalla tana solo quando sente odore di preda. O… di corna alla luce del sole e all’ombra dell’altare.

Forse questa decisione del Vescovo, per quanto sofferta da molti, metterà alla prova principalmente loro. E Carlo lo sa bene! Anche per questo, secondo me, vorrebbe tanto andar via da Ischia, come per tagliare un cordone ombelicale con un ambiente che gli ha dato tantissimo, ma in molti casi ha anche preteso da lui molto più di quanto la sua pazienza e la sua salute avrebbero potuto sopportare.

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