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La carica dei sindaci sul Premier Conte: “Decreto terremoto anche per Ischia”. E c’è l’attacco al Commissario Grimaldi

By Redazione Web

July 10, 2018

Ida Trofa  | Con una nota indirizzata al presidente del consiglio dei ministri, il sindaco di Lacco Ameno chiama a raccolta i sindaci dell’isola d’Ischia e invita il Prof. Avvocato Giuseppe Conte sull’isola in occasione del tragico anniversario del 21 agosto. L’invito, sottoscritto da tutti i campanili isolani, ad un anno esatto dal sisma, è indirizzato esclusivamente al Presidente del Consiglio. L’obbiettivo primario è tenere i riflettori puntati su Ischia e fingere che qualcuno si interessi di qualcosa che possa riguardare il sisma. Chi meglio del Presidente Conte potrà essere il testimonial adatto? La visita affinché anche egli giunga sull’isola per vedere la realtà delle cose e la gravità della situazione. La speranza, come del resto è stato sin qui, è che il professor Giuseppe Conte possa farsi portavoce delle giuste istanze del terremoto di Ischia. L’iniziativa, voluta dal sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, ha trovato il sostegno dei sindaci del cratere Giovan Battista Castagna e Francesco Del Deo a cui si sono uniti i sindaci di Ischia, Enzo Ferrandino, di Serrara Fontana, Rosario Caruso e di Barano, Dionigi Gaudioso. La nota porta all’attenzione dell’esecutivo Conte le necessità di un territorio che attende dal governo giallo-verde risposte idonee oltre l’emergenza che viene definita “ottimamente coordinata dal dipartimento di protezione civile”. E che preveda più risorse economiche con la prossima finanziaria oltre gli “esigui” stanziamenti del Governo Gentiloni. Un esecutivo uscente ritenuto avaro per aver destinato ad Ischia solo, pensate un po’, Euro 25.576.958,50 in emergenza e istituito un fondo per la ricostruzione da 48,76 milioni di euro, oltre la sospensione di tasse e contributi finché è stato in carica, oltre gli stanziamenti della regione Campania che con il governatore De Luca ha destinato all’emergenza 2,5 milioni di euro del bilancio regionale per poter far fronte agli interventi di prima emergenza per il terremoto a Ischia. Piaggeria a buon mercato! E non chiediamoci poi perché nessuno ci prende sul serio. Il plauso va, invece, ad Angelo Borrelli, pompiere istituzionale, capace di accogliere ogni tipo di richiesta dei sindaci terremotati. Non mancano, così, gli strali per il commissario Giuseppe Grimaldi l’“incendiario” che avrebbe infuocato gli animi dei sindaci con talune scelte, finito sulla graticola come Gentiloni. I primi cittadini chiedono norme e discipline, ma anche rispetto e, soprattutto, chiedono di evitare che le richieste siano elevate al tono di protesta, tenendo, come è accaduto fin qui, i rapporti nell’ambito dei rapporti istituzionali. Non si comprende, però, chi dovrebbe poi far rispettare queste norme e queste discipline, atteso che hanno dimostrato, partendo dai lavori per ridurre il rischio residuo, passando per le schede del fabbisogno per poi finire con i fondi ed i moduli MIUR, che loro, i sindaci, non vogliono regole e controllori, ma solo fare di testa loro è a comodo loro. Qualcosa non ha funzionato ma sarebbe bene passarsi la mano per coscienza e fare mea culpa. Una caduta di stile in un momento storico del tutto inopportuna. La dichiarazione dello stato di emergenza è in bilico e la proroga non appare del tutto scontata. L’auspicio è che tutti i sindaci abbiano letto ciò che hanno firmato. Oltre l’invito scontato a presenziare su Ischia per l’ennesima passerella, il documento non reca note di rilievo, ma solo contraddizioni. Va preso inoltre atto che i sindaci, letta o meno la nota, vogliono stroncare Grimaldi. Più felice il canale con il “permissivo” Borrelli. Così, se l’invito nulla toglie o mette in termini di atti concreti, tra le righe è facile leggere la paura. I sindaci temono forse che Angelo Borrelli, il magnanimo, sia destinato ad altri incarichi dal governo o forse che Pippo Grimaldi possa restare commissario e addirittura occuparsi anche della ricostruzione. Delle due l’una. Infatti, se il blocco delle allegre somme urgenze e degli sperperi tecnici made in Casamicciola, i solleciti per evitare che persino i soldi dei funerali destinati dal governo Gentiloni alle esequie delle uniche due vittime di questo sisma, Marilena Romanini e Lina Balestrieri, andassero perse potrebbero aver dato al collerico e permaloso Castagna lo spunto di levarsi il sassolino dalla scarpa, la posizione degli altri cinque si pone tra il comico ed il tragico. La ratio dell’attacco al commissario per l’emergenza appare del tutto immotivato e gratuito da parte degli altri sindaci. Pascale, unico vero saltimbanco di questo terremoto deve molto, se non di più all’architetto salernitano. Alla vigilia del verdetto che potrebbe decretarne la sospensione per le accuse di abusi in atto di ufficio, le regole e il rigore di Grimaldi gli hanno evitato una ingloriosa fine subito dopo la “motosega” di Della Gatta e le accuse rivoltegli in pubblica piazza proprio per i presunti appalti pilotati post sisma alla Balga. Deve aver, in tutto questo, giocato un ruolo determinante, per entrambi, la bocciatura delle dieci, inutili assunzioni sismiche, oltre i sei mesi già pagati. Dieci assunti per zero risultati pro terremoto. Seguono a ruota gli altri sindaci, anche De Deo, tira le orecchie a Grimaldi, perseverà nella bocciatura al governo uscente, ma forse non lo sa. Giocano a fare i “pappagalli” sulle macerie Enzo Ferrandino, che ad agosto si era affrettato a dire che non c’era stato nessun terremoto e che in verità ha sempre affermato che i suoi colleghi avevano fatto male a richiedere la dichiarazione dello stato di emergenza atteso che, secondo lui, solo i sindaci isolani sanno come gestire il territorio e l’isola e non certo lo Stato. Con lui completano il trio dei pennuti, Dionigi Gaudioso e Rosario Caruso, per i quali si ignorano i rapporti istituzionali intercorsi con il commissario e con l’ex presidente del consiglio in tema sismico. Una puntualizzazione doverosa che ci aiuta a comprendere che commissario chiediamo al Governo? Cosa vogliamo dal governo e dallo Stato? Domande alle quali forse neppure i sindaci stessi sanno rispondere. Per loro un solo obbiettivo: i condoni tombali alla voce terremoto. Un solo credo: apparire e non essere. Il rischio che il 24 agosto si torni nel regime ordinario è concreto. Con o senza Conte per i selfie sulle macerie. CI raccomandiamo, sindaco Pascale, aspetti settembre per coprirle con il PVC.

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