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venerdì, Aprile 19, 2024

Ischia, un’involuzione preoccupante

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...l’Ischia è venuta meno sotto tutti i punti di vista. Della personalità ancor prima degli aspetti tecnici e tattici. Tanti, troppi gli elementi che hanno reso al di sotto del proprio standard

IL SASSO NELLO STAGNO DI Giovanni Sasso | Siamo alle solite. Mezza Campania fino a ieri sera ad interrogarsi: quando si disputeranno i play-off? Viste le date “nazionali”, sabato 30 aprile o domenica 1 maggio quelle più gettonate. Ci si attendeva una comunicazione da parte del C.R. Campania nello scorso fine settimana, invece nulla. Un silenzio inspiegabile da parte di chi organizza i campionati. Poi ecco la telefonata domenicale ai club: si gioca domenica 1 maggio. Per i collezionisti, come noi, delle “perle” di Zigarelli e compagnia cantante, la collana è veramente a buon punto.

Dunque da domani tutti in campo per preparare la partita che vale una stagione. L’Ischia, da ultima della graduatoria, non ha potuto evitare la corazzata San Marzano, squadra che nel girone di ritorno ha mostrato di avere più di una falla nello scafo, rallentando la sua corsa dopo aver subito l’eliminazione dalla coppa nella fase interregionale. In sostanza tra le due squadre ci sono dieci punti di differenza, in due gironi grosso modo omogenei. Quella vista per alcuni tratti contro il Napoli United e sabato scorso in casa dell’Albanova, è un’Ischia che ha subito una preoccupante involuzione. Ci eravamo illusi dopo le belle prestazioni di Frattamaggiore e Torre Annunziata. Nella gara in cui doveva dimostrare di che pasta è fatta, al di là delle assenze dei due under titolari, l’Ischia è venuta meno sotto tutti i punti di vista. Della personalità ancor prima degli aspetti tecnici e tattici. Tanti, troppi gli elementi che hanno reso al di sotto del proprio standard. Non il massimo ad una settimana di distanza dalla super sfida alla squadra più costosa dell’Eccellenza campana. Vero è che di fronte c’era una signora squadra, ma le motivazioni dovevano per forza essere diverse, oltre all’atteggiamento che è stato tutt’altro che propositivo. Iervolino ci ha messo del suo, rinunciando da subito al suo ariete De Luise (che, appena entrato, gli ha evitato la sconfitta), prediligendo la “schermatura” di Arcamone alla giocata di Cibelli, con Filosa che colleziona l’ennesima presenza dall’inizio ma che continua ad essere un oggetto misterioso.

Iniziare una partita senza dare riferimenti alla difesa avversaria avrebbe potuto mettere in difficoltà Lagnena e compagni? Gente scafata per non regolarsi di conseguenza… L’inserimento a dieci minuti dalla fine di Di Costanzo in avanti per sfruttarne la fisicità, è soluzione già vista due anni fa. Perché non dare una, dico una, possibilità a Pesce, per cercare un uno contro uno, un guizzo, ma soprattutto sfruttarne la voglia matta di dimostrare che le caterve di gol siglate con la Juniores non sono frutto del caso?

E quei gialloblù che si stanno riscaldando da un po’ e che all’improvviso vedono l’ingresso in campo di altri compagni, praticamente a freddo? Intuizioni last-minute, necessità, per carità. Ogni allenatore può giocarsi le proprie carte come vuole ma poi, alla resa dei conti, bisogna mettere tutto ma proprio tutto nel calderone. Come i tre punti, tra andata e ritorno, conquistati contro le prime tre del girone B. «Bisogna “ascoltare” lo spogliatoio», scrive l’amico Maurizio Pinto che, nella breve esperienza calcistica che ha fatto, dimostra di aver appreso tantissimo. C’è anche la massima di voga fin dagli Anni Settanta: «Il pallone ha le orecchie». Ubbidisce alle pedate inflittegli, ma sa anche “ascoltare”…

GIOVANNI SASSO

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