Da un’idea di Leonardo Calise e del suo gruppo denominato “Gli Scoglionauti”, si ripete sovente nella bella stagione la simpatica ritualità di un pranzo sulla scogliera destra del pontile aragonese, ad Ischia Ponte, intitolato ad Alfonso I d’Aragona detto “il Magnanimo”. Si tratta di un gustoso happening gastronomico con tanto di fornellone a gas o brace a legna e carboni, secondo il menu del giorno, ma una cosa è certa: che preveda un buon coniglio all’ischitana con tanto di bucatini invece di una ricca grigliata mista di carne, il divertimento e la convivialità va ben oltre la qualità pur elevatissima dei sapori messi in campo, al punto che quel manipolo di buontemponi riesce a riscuotere l’alto gradimento di tanti turisti di stagione da ogni dove, pronti a lasciarsi incuriosire (e perché no, anche ingolosire) dalle circostanze, molto spesso partecipandovi gratuitamente su invito degli stessi Scoglionauti.
Mercoledì sera, proprio come accadde due anni fa, il mio piccolo gruppo di amici tifosi del Napoli, che ha fatto di WhatsApp un momento di confronto quasi sempre particolarmente interessante e ricco di competenza, ha mutuato nuovamente l’idea degli Scoglionauti (non a caso Leonardo è protagonista in entrambe i contesti), ripetendo sullo scivolo situato, invece, sul lato sinistro del medesimo pontile la grigliata-scudetto all’insegna dell’AG4IN tanto caro alla SSC Napoli dopo l’inaspettata impresa 2025. E a differenza di due anni or sono, quando la partecipazione fu decisamente più ampia nell’invitare tutte le persone che avevano contribuito fisicamente ed economicamente al maestoso addobbo azzurro dell’intero centro storico di Ischia Ponte, stavolta ci si è limitati a coinvolgere semplicemente gli “addetti ai lavori”, i loro familiari e pochissimi amici in qualche modo connessi all’evento.
A prescindere dal numero dei partecipanti, però, ora come allora, l’evento è riuscitissimo e ha ripagato ampiamente gli sforzi e gli esborsi di chi ha partecipato fattivamente alla sua organizzazione. Tutto saporito, abbondante (anche avanzato, se è per questo) e apprezzato da chiunque e a qualsiasi titolo sia stato presente. Ma quel che conta, per quel che mi riguarda, è innanzitutto il messaggio di coesione che un gruppo di pochi amici è stato in grado di lanciare in modo schietto e senza sfarzi ad una società ischitana fin troppo logorata nel sociale e nelle relazioni interpersonali. Senza per questo dimenticare che mercoledì sera si è rinnovato agli occhi di tanti turisti italiani e stranieri un’efficace e genuina forma di promozione turistica all’insegna di quell’ospitalità tanto cara al modello Rizzoli-Marzotto e a quei veri pionieri del turismo di casa nostra che fin troppo spesso la degenerazione di certe strategie di (non)sistema locale avrà fatto rivoltare nella tomba. E’ bastato poco, non a caso, per vedere madre e figlia russa residenti in Austria ballare a lungo al ritmo di “That’s Amore!” o di “Tu vuò fa l’americano”; oppure una coppia francese di mezz’età intonare un provocatorio ma quanto mai azzeccato “Oleeeeeee, Paris St. Germain!” sul motivo di “Go West” dei Village People condito da un brindisi con l’ottimo rosso disponibile.
Vi siete chiesti persone del genere cosa porteranno a casa, tra cuore e memoria, grazie a quel piccolo quanto inaspettato passaggio ad Ischia Ponte, divertendosi con gioia insieme a tanti illustri sconosciuti, la cui compagnia per qualche ora è valsa quella di migliori amici di vecchia data? Vi rendete conto quanto semplice e importante sia un ricorso sempre più frequente all’accoglienza, alla genuinità e -diciamolo- alla vera ischitanità? “Basta poco, che ce vo”, recitava un vecchio pay-off solidale interpretato dall’attore Giobbe Covatta. Peccato, però, che diventi sempre più apparentemente difficile metterlo in pratica nella nostra bella quotidianità isolana.