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giovedì, Aprile 25, 2024

«Indagate ancora», fuori il responsabile della morte di Vincenzo Mazzella

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Il GIP, la dottoressa Roberta Zinno ha ordinato indagini “coartate”

 

Il Giudice per le indagini preliminari, la dottoressa Roberta ZINNO, accogliendo una dettagliata opposizione alla richiesta di archiviazione del P.M., basata su una puntuale perizia dell’ing. Benito Trani e prodotta dall’avvocato Bruno Molinaro ha riaperto il caso sulla morte di Vincenzo Mazzella, il giovane ischitano che trovò la morte nei pressi del Bar Topless a Casamicciola.

«La richiesta di archiviazione non può – scrive il GIP -, allo stato, essere accolta, reputandosi necessario, anche alla luce della documentazione e della consulenza tecnica prodotta dalla difesa delle persone offese, i fratelli del giovane Vincenzo, integrare le indagini tecniche eseguite dal P.m. – mediante chiarimenti da richiedere al consulente già nominato – al fine di: accertare, anche attraverso l’acquisizione di idonea documentazione presso i pubblici uffici, se la strada percorsa dai veicoli coinvolti nell’incidente che cagionò il decesso di Mazzella Vincenzo fosse interessata, al momento del sinistro, da lavori stradali e o dalla presenza di cantieri che determinassero restringimenti della carreggiata e, in particolare, se in prossimità e prima del punto di impatto fossero presenti sulla sede stradale (lungo la direzione di marcia Casamicciola/Ischia) transenne a protezione di buche o altri dissesti eventualmente presenti nella pavimentazione; accertare quale sia stata la condotta di guida del conducente il ciclomotore Piaggio Beverly, il percorso seguito, la traiettoria e la durata del sorpasso, nonché il punto di impatto, con elaborazione tecnica di dati che tengano in debita considerazione anche le immagini estrapolate dalle riprese di video-sorveglianza acquisite agli atti; accertare quale sia stata la condotta di guida del conducente l’autotreno targato DW9S3YS e se la stessa si sia conformata al Codice della Strada e alle regole generali di comune prudenza e diligenza, avuto particolare riguardo alle caratteristiche, allo stato ed al carico del veicolo, alla conformazione e alle condizioni della strada e del traffico e ad ogni altra circostanza di tempo e di luogo: verificando, in particolare, se sia stata violata la norma prudenziale di cui all’art. 143 C. e quale significato debba essere attribuito all’andamento delle tracce di frenate, a cavallo della linea di mezzeria, riprodotte nella foto n. 1 del fascicolo fotografico allestito dal Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Ischia (acquisito agli atti), onde verificare se le stesse siano riconducibili o meno all’auto-articolato e se siano espressive di eventuali indebite invasioni dell’opposta semi-carreggiata (anche a causa di restringimenti della sede stradale, laddove effettivamente riscontrati), accertando la profondità di tale eventuale invasione (avuto riguardo anche alle immagini estrapolate dalle riprese video e alla lunghezza delle ombre proiettate sulla sede stradale dal veicolo in movimento) e avendo cura, infine, di evidenziare se tali condotte abbiano esplicato incidenza causale sulla verificazione dell’evento mortale; accertare quale sia stata la condotta di guida del conducente l’autovettura Opel Corsa targata AW71 IHC e, in particolare, se la stessa si sia conformata alle regole cautelari che impongono l’obbligo di mantenere strettamente la destra e di evitare ogni pericolo per la sicurezza delle persone e delle cose ed ogni altra causa di disordine per la circolazione, oltre che di conservare il controllo del proprio veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, specialmente l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del proprio campo di visibilità e dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile»

Le istruzioni del giudice sono chiarissime. Pensate un po’, il giudice vuole sapere se al momento dell’impatto c’erano dei cantieri sulla strada. Certo! Il giudice vuole sapere se erano in corso lavori stradali sulla zona. Certo! E allora, siccome a noi cittadini basta guardare le foto e ricordarci cosa c’era a Casamicciola in quei giorni, chiediamo al giudice di indagare bene, fino in  fondo. E di trovare il responsabile. Chiunque esso sia: dagli indagati nel processo fino ai pubblici amministratori che non hanno svolto bene il loro lavoro. Giudice, ci faccia giustizia. Faccia giustizia per Vincenzo! E, nella giustizia, chieda conto anche a chi avrebbe dovuto segnalare il pericolo e non l’ha fatto. Anche a chi, avrebbe dovuto garantire maggior sicurezza per tutti e non l’ha fatto.

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