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Incubo Nettuno Jet, 2 ore tra paura e onde

By Redazione Web

November 09, 2019

Gaetano Di Meglio – Ida Trofa | Quello che ci hanno raccontato i passeggeri del Nettuno Jet Alilauro, partito alle 14.35 da Molo Beverello, potrebbe candidarsi a pieno titolo tra soggetti di un corto di paura. Un’avventura da incubo in mezzo al mare.Anche se propio corto corto non è. l’incubo ha inizio appena fuori il porto di Napoli.

Il mezzo veloce inizia a navigare completamente in balia delle onde, sballottato in ogni direzione, con quella andamento tipico che solo i pendolari del mare conoscono molto bene. Onde, come montagne invalicabili d’acqua, già vette altissime appena spuntati fuori al porto di Napoli. Onde che anche a bordo di un traghetto mettono paura. Scatta cosi il panico a bordo. La paura si insinua nei viaggiatori e non risparmia nessuno. Pendolari, residenti e turisti, per la maggior parte adulti iniziano a sentirsi male. La crisi panico generale viene in qualche modo tenuta a bada dai marinai che, nello strenuo tentativo di calmare gli animi, provano a sostenere che di li a qualche miglio, in mare aperto, le acque si sarebbe calmate. Non c’è stato verso, il moto ondoso del mare non si è calmano, così come le grida e la paura a bordo.

Un mare così forte che ha costretto il capitano a lasciare la solita rotta e prenderne una nuova. Una nuova rotta che ha portato il Nettuno Jet nel porto Ischia alle 16.20. Si, avete capito bene, alle 16.20. Una traversata durata due ore che è terminata con l’arrivo di un’ambulanza che ha dovuto prestare soccorso ad una passeggera che, durante tutta la lunga traversata aveva gridato, insieme a tanti altri, “torna indietro”, “basta” e “aiuto”.

Turisti che hanno vissuto due ore di pura paura e pendolari, abituati al mare e al mare mosso che, al telefono ci hanno detto: “Direttore sono un pendolare quotidiano. Prendo aliscafi e navi tutti i giorni e una cosa del genere non l’ho mai vissuto. Siamo rimasti, alcuni di noi, con gli occhi chiusi e fermi sul sedile. Le grida, la puzza di vomito e l’acqua che entrava dalla prua con i cestini per terra è stato davvero un incubo. Ad un certo punto anche i marinai si sono dovuti fermare e non sono riusciti a prestare assistenza tanto il mezzo sbatteva. Mi chiedo, però, perché mai siamo partiti? Perché mai quando c’è un po’ di vento di questo periodo saltano le corse come niente fosse e oggi, nonostante il mare, perché tutti i biglietti erano stati staccati si è partiti? Mai vista una cosa del genere. Mai fatto una traversata così folle. Due ore in mezzo al mare da dimenticare”.

Critiche sono giunte da ogni direzione, persone atterrite e stupite dall’atteggiamento avuto da chi ha deciso in ogni caso di partire:“Era terribile appena fuori dal porto: Questi sono pazzi perché non siamo tornati indietro? Non è modo di agire. Alla fine ci hanno sbarcati e quasi come per una beffa ci hanno detto pure: dopo questa partenza non si parte più e grazie!Assurdo“.

Insomma e sempre vero che per mare non ci sono taverne ed è sempre bene non rischiare, parimenti l’allerta meteo e i venti di burrasca prolungati di questi giorni troppo spesso spinge i viaggiatori a facili critiche dinanzi al pedissequo blocco dei collegamenti. Spesso, cosi, tra chi vuole partire ad ogni costo e chi predica la cautela spinta, da e per le isole del golfo, non si riesce a trovare il giusto equilibrio nautico e l’efficienza continuità territoriale.