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giovedì, Marzo 28, 2024

Inchiesta “Free Market”, indagine sulle fughe di notizie

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Nell’inchiesta denominata “Free Market” che interessa esclusivamente il comune di Barano, dopo l’esecuzione delle misure cautelari venne aperta un’indagine che venne disposta dal sostituto procuratore della Repubblica Giuseppina Loreto e coordinata sul territorio dai carabinieri della Stazione di Barano. Per andare alla ricerca di chi avesse spifferato anticipatamente la notizia dell’indagine in corso e che erano pronte per essere emesse misure coercitive. I carabinieri annotano una serie di episodi le cui risultanze vengono poi inviate al magistrato. E come accade di solito in questi fatti, l’attenzione non può che riversarsi verso i giornalisti, cercando di capire se vi fossero state delle soffiate, delle dritte. L’attenzione poi si è rivolta verso Giovan Giuseppe Lucido Balestrieri, che di fatto ha svolto un’indagine parallela per incastrare il tenente dei vigili urbani di Barano Antonio Stanziola. Per capirne la portata basta leggersi quanto riportiamo nell’edizione di domani, in cui pubblichiamo le intercettazioni telefoniche tra lo stesso Balestrieri e il comandante dei vigili urbani di Barano, Ottavio Di Meglio. I due si dicono particolarmente preoccupati per il ritardo nell’esecuzione dell’ordinanza e si scambiano informazioni. Studiando in particolare possibili movimenti sospetti dei carabinieri che quando c’è da eseguire un provvedimento del gip, si organizzano qualche giorno prima.

Ma ci sono annotazioni che chiamano in prima persona coloro che svolgono l’attività giornalistica per questa testata. Il tutto su queste famose annotazioni che raccontano dei fatti ben precisi accaduti in determinate date. C’è, per l’appunto, nell’informativa conclusiva un capitolo: «Fughe di notizie circa l’esecuzione dei provvedimenti cautelari».

In questo racconto alquanto particolare c’è una prima annotazione in cui viene chiamato in causa il primo cittadino di Barano: «Nella mattinata del 25 settembre 2015 si presentava presso la Stazione Carabinieri di Barano il sindaco del comune di Barano, dott. Paolino Buono, il quale aveva un colloquio con lo scrivente riferendo che aveva appreso da terze persone non meglio indicate che a breve sarebbero stati notificati provvedimenti cautelari o avvisi di garanzia (non sapeva specificare la natura del provvedimento) a carico di un dirigente del Comune di Barano e forse a carico di altre persone. Lo scrivente nella circostanza riferendo di non sapere nulla della vicenda riceveva in maniera scherzosa da parte del predetto amministratore locale la risposta “… Sai sembra di sì… ognuno ha le proprie fonti”. Detta circostanza veniva rappresentata alla S.V. con annotazione di pg allegata all’informativa dell’1.10.2015».

E i carabinieri di fatto poi ufficializzano che dopo l’esecuzione dei provvedimenti ci sono state ulteriori intercettazioni telefoniche: «Allorquando avevano inizio le intercettazioni telefoniche, effettivamente venivano rilevate alcune conversazioni “anomale” captate sull’utenza in uso del comandante dei vigili di Barano, Di Meglio Ottavio, intrattenute con Lucido Balestrieri Giovan Giuseppe che lasciavano pensare che il Balestrieri aveva una fonte che lo informava circa le operazioni di polizia giudiziaria da svolgere nei giorni successivi. Inoltre nei giorni che vanno dal 5 al 7 ottobre 2015, la predetta persona – la quale era solita soffermarsi (in diverse ore della giornata) nei pressi dello stabile ove ha sede la Compagnia Carabinieri di Ischia – aveva avvicinato vari appartenenti all’Arma dei Carabinieri per avere conferma delle notizie che a suo dire aveva appreso da terze persone».

Ed a questo punto i carabinieri fanno una ricostruzione cronologica dei fatti. Segnalando al pubblico ministero tutte quelle possibili attività sospette che potessero consentire di avere un’esatta individuazione di come possano essere fuggite determinate informazioni coperte dal segreto d’ufficio: «Alle ore 19.41 del 2.10.2015 sull’utenza in uso di Di Meglio Ottavio, veniva intercettata una conversazione fra questi e Lucido Balestrieri, dalla quale emergeva che il predetto Balestrieri, osservando i movimenti di alcuni sottufficiali della Stazione di Barano, essendosi appostato nei pressi della caserma della locale Compagnia di Ischia, ipotizzava con il Di Meglio che i predetti militari si trovassero lì perché doveva accadere qualcosa, il riferimento era evidentemente alla notizia di eventuali ordinanze cautelari da eseguire a carico di Stanziola Antonio».

E prosegue la ricostruzione per un contatto per ottenere informazioni: «Alle 8.40 del 5.10.2015 all’esterno della Compagnia Carabinieri di Ischia Lucido Balestrieri avvicinava il brigadiere Trani Flavio della Stazione di Barano e gli chiedeva se “era successo nulla” in quanto aveva saputo da una sua fonte che bisognava procedere all’arresto dello Stanziola».

Nella stessa giornata, capendo che ormai si era agli sgoccioli, il Lucido Balestrieri torna alla carica, secondo i carabinieri, per avere informazioni ancora più precise: «Alle 10.40 del 5.10.2015 nella sala d’aspetto della Compagnia di Ischia, il Lucido Balestrieri contattava il maresciallo aiutante Schiano Salvatore addetto al Nucleo operativo riferendo che alcuni giornalisti ed altre persone tra cui impiegati pubblici fossero già a conoscenza di un’operazione di polizia denominata Free Market nella quale doveva essere arrestato Stanziola Antonio. Lo stesso precisava che “in giro” si diceva che l’operazione sarebbe scattata tra il 3 ed il 5 ottobre 2015, che era coinvolto un magistrato cugino dello Stanziola e che lui – per colpa dello Stanziola – aveva ricevuto ben due avvisi di chiusura di indagine».

Quest’annotazione interessa da vicino il cronista giudiziario che scrive anche questo servizio. Viene chiamato in causa imprudentemente ed ingiustificatamente quale possibile fonte delle informazioni sull’ordinanza da eseguirsi: «Alle ore 11.00 del 5.10.2015 il Lucido Balestrieri si recava a colloquio dal comandante della Compagnia di Ischia, capitano Andrea Centrella, riferendo che vi era stata una fuga di notizie riguardante un’operazione denominata Free Market che prevedeva l’imminente arresto di Stanziola Antonio e che aveva appreso detta notizia da tale Paolo Mosè giornalista del quotidiano Il Dispari, parente dello Stanziola».

Che fossi diventato parente dello Stanziola, mi è completamente nuovo. Avendo i miei parenti in tutt’altra località, ma di conoscerlo come tenente dei vigili urbani, in quanto è un personaggio che non passa mai inosservato.

C’è un particolare di questo aspetto. Quest’annotazione probabilmente l’ha sottoscritta il capitano dei Carabinieri e ha riportato quanto gli avrebbe riferito il Balestrieri. Lo stesso Balestrieri viene successivamente interrogato (vi rimandiamo integralmente a quanto ha dichiarato a verbale) e riferisce che le sue fonti erano un vigile urbano di Barano con amicizie nell’ambito delle forze dell’ordine ed un ex carabiniere in pensione. E non fa il nome del cronista. Uno che vuole veramente giungere a fondo della verità quando si ritrova una dichiarazione come quella del Balestrieri, che fa nome e cognome, un investigatore attento cosa avrebbe fatto? Seduta stante avrebbe convocato il vigile urbano e l’ex carabiniere per verificare se quanto riferito dal Balestrieri fosse vero e se loro erano a conoscenza di imminenti arresti. E da chi avessero ricevuto le segrete informazioni. Dall’ultima informativa datata 30 gennaio scorso, i due non sono finiti dinanzi ai carabinieri o al pubblico ministero per approfondire il caso. Da dove esce il nome del cronista? Il Balestrieri conferma di non aver mai fatto il nome del giornalista. Un rebus delle investigazioni? Ma andiamo avanti nel raccontare questa storia che a quanto pare a molti interessa.

I carabinieri scrivono ancora: «Alle ore 11.00 del 6.10.2015 il brigadiere Veccia Francesco e l’appuntato Coviello Antonio della Stazione di Barano, durante servizio perlustrativi sul territorio di Barano venivano contattati da Lucido Balestrieri il quale riferiva ai militari di sapere che a breve sarebbe stato arrestato lo Stanziola e che lui sapeva che vi erano delle ordinanze in quanto aveva un amico in Procura a Napoli che lo informava».

Entra in scena anche il direttore di questa testata per i contatti avuti con il capitano Centrella: «Alle ore 19.55 del 2.10.2015 il comandante della Compagnia, il capitano Andrea Centrella, riceveva a mezzo dell’applicativo di messaggistica Whatsapp un messaggio da parte di Di Meglio Gaetano, direttore del quotidiano locale Il Dispari il quale chiedeva se “era una serata calda”. Il predetto ufficiale proseguiva la conversazione con risposte evasive non capendo il senso del messaggio ed il giornalista incalzava scrivendo “dove vai, quindi lunedì”. Non capendo ancora a cosa alludesse l’interlocutore rispondeva al messaggio con la frase “cosa?” ed il giornalista inviava la frase “free market”. Detto scritto veniva visualizzato dal capitano Centrella solo nella mattina del 3.10.2015 al quale il predetto ufficiale rispondeva “hai cattivi informatori”. Il giornalista replicava con la frase “meglio così”».

Ed ancora, con insistenza: «Inoltre in data 7.10.2015 il capitano Centrella Andrea riceveva presso il suo ufficio Di Meglio Gaetano, direttore responsabile del quotidiano locale “Il Dispari” il quale tra le altre cose chiedeva informazioni circa delle misure da eseguire nell’ambito delle indagini “Free Market”. Nel dettaglio predetto giornalista affermava che alcuni giorni addietro Lucido Balestrieri gli aveva palesato la possibilità dell’esecuzione di alcune misure cautelari e per tale ragione aveva inviato i messaggi Whatsapp già indicati in precedenza. Inoltre il predetto giornalista riferiva che il Lucido Balestrieri – forse per i trascorsi quale investigatore privato – millantava delle amicizie in tribunale o in Procura che lo informavano e che poiché le misure, a suo dire, non erano state ancora eseguite aveva inviato anche una e-mail di protesta al Consiglio superiore della magistratura tramite Pec lamentandosi della mancata esecuzione».

Ma allora chi ha fatto uscire la notizia? L’indagine non ce lo dice. Si fa un collage di annotazioni e si chiamano in causa coloro che volontariamente o involontariamente chiedono ai tutori dell’ordine se ci sono novità. Come fa un buon cronista ogni qualvolta incontra le forze dell’ordine, gli stessi magistrati, avvocati, coloro che possono dare delle notizie interessanti. Resta un mistero fitto e un’attività investigativa che non porta a niente.

Pochi giorni dopo i carabinieri in quest’informativa confermano che si era proceduto ad eseguire il provvedimento del gip: «Come da delega della S.V. dell’8.10.2015 questa pg in data 9.10.2015 eseguiva le ordinanze cautelari nell’ambito del procedimento indicato. E’ opportuno rappresentare che essendo il Lucido Balestrieri persona nota sull’isola d’Ischia come sedicente investigatore privato o operatore di sicurezza privata e conoscendo tanti appartenenti alle forze di polizia è solito presentarsi come “amico” di appartenenti ai Carabinieri, alla Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza, nonché millantare amicizie presso gli uffici giudiziari. Si rappresenta altresì che la predetta persona, per questioni civilistiche possessorie di un appartamento in località Testaccio che lo vedono coinvolto e vedono come controparte la famiglia di Schiano Antonio (correo dello Stanziola nel presente procedimento), sentendosi danneggiato da Stanziola Antonio all’epoca dei fatti dirigente dell’Utc, verso il quale nutriva un forte astio, ha prodotto numerosissime denunce querele nei confronti del predetto, tenendo talvolta anche un atteggiamento ostile nei confronti delle forze di polizia locali ree, a suo dire, di non intraprendere provvedimenti nei confronti dello Stanziola. Non a caso anche dal profilo presente sul social network Facebook era solito attaccare pubblicamente appartenenti alle forze dell’ordine ed in particolare alla Stazione Carabinieri di Barano; infatti lì dove cita in alcuni post pubblici tali “Enzo e Rino” fa riferimento al vice brigadiere Imparato Vincenzo e appuntato scelto Napoleone Cristofaro detto Rino in servizio presso la Stazione di Barano».

Non mancano di sottolineare, i militari dell’Arma, che il rapporto con il Balestrieri non è stato sempre incentrato sulla collaborazione, ci sono state delle frizioni esplicitate dallo stesso Balestrieri su Facebook, che gli investigatori hanno recuperato durante una perquisizione: «Si rappresenta che a seguito delle offese proferite a personale delle forze di polizia a mezzo del predetto social network, Lucido Balestrieri in periodi successivi pubblicava dei post con i quali chiedeva pubblicamente scusa ad alcuni componenti di questa Stazione Carabinieri e alcuni componenti della Polizia di Stato per i suoi comportamenti. Uno di questi post, veniva rinvenuto e sequestrato stampati su carta A4 presso l’abitazione dello Stanziola Antonio in fase di esecuzione della misura cautelare».

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