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Il referendum dei -probabili- cinque SÌ | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 27 maggio 2022

Nella classica atmosfera di regime che stiamo vivendo, in cui si tende a distrarre la gente dai problemi reali e dai provvedimenti mancati facendo finta di impegnarsi ad adottarli per poi non combinare nulla di buono se non la tutela delle direttive della ormai insostenibile sovranità europea, anche la campagna elettorale per il rinnovo di sindaci e consiglieri comunali sta passando in secondo piano. Forse è anche il clima soporifero instauratosi da tempo a provocare quest’effetto, condito ulteriormente dalla constatazione che almeno ad Ischia, in entrambi i casi, l’esito di tali campagne sembrerebbe scontato.

Ma c’è anche un altro aspetto dell’election day del prossimo 12 giugno che non dovrebbe passare inosservato e che, invece, è noto a pochi: in quella giornata (perché, va ricordato, si vota solo domenica 12 giugno), i cittadini riceveranno anche altre cinque schede elettorali di vari colori per esprimere il proprio voto su altrettanti referendum sul tema della giustizia: la riforma del Csm, l’equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, i limiti agli abusi della custodia cautelare e l’abolizione della legge Severino.

Considero questi cinque quesiti referendari di fondamentale importanza, in quanto finalmente la politica ha tentato di porre rimedio alle sue stesse lacune; quelle che nel corso degli anni, sia con i governi di destra che con quelli di sinistra, hanno mancato in pieno (e non troppo involontariamente, per dirla tutta) la riforma del sistema giudiziario, ulteriormente toppata a mio personalissimo giudizio dall’attuale ministro Cartabia.

Per quanto mi riguarda, voterò sicuramente SÌ ai primi tre, in quanto si tratta di un’occasione fin troppo ghiotta per dare un primo colpo a questa casta impunita. Da qui al giorno del voto, invece, rifletterò ulteriormente sull’opportunità di seguire la linea di Fratelli d’Italia per gli altri due quesiti (NO-NO) oppure uniformare la linea abrogativa con ulteriori due SÌ.

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