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martedì, Aprile 16, 2024

IL PREZZO DELL PACE di Andrea Esposito

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La guerra ha un costo, lo sappiamo tutti. Si paga un prezzo altissimo in termini di armamenti e tecnologia, ma quello e’ ovviamente il minimo: il prezzo piu’ alto lo si paga in termini di morti, vite umane stroncate, lacerate, perse per sempre. Quello che forse non sappiamo, o facciamo finta di non sapere perche’ ci conviene, e’ che anche la Pace ha un costo. Il costo della Pace è la nostra Dignità. Il prezzo della Pace, da sempre, dalla seconda guerra mondiale ad oggi, lo abbiamo pagato difendendo i nostri valori e le nostre libertà. Oggi abbiamo imparato due cose, di quelli che come sempre argutamente Paolo Pieli chiama i “pacifisti cinici e infantili”:

1) nei loro sermoni grondanti piume di colomba…la premessa non c’è mai. Manca la causa, l’elemento scatenante di tutto, l’unica che esiste: l’invasione russa dell’Ucraina, ovvero che la Russia ha invaso l’Ucraina, esiste un aggressore (tra l’altro spropositatamente superiore per potenza e mezzi) e un aggredito (uno stato sovrano con i suoi confini e la sua autodeterminazione, come noi insomma). Tutto il resto viene dopo: il ruolo della Nato, l’Europa debole politicamente, l’ipocrisia delle esportazioni di democrazia imperialista USA, il pretesto di sentirsi minacciato con cui Putin ha attaccato un popolo libero (come noi, si proprio come noi).

Nella narrazione dei pacifisti cinici e infantili, è in corso un bisticcio tra bambini, nella migliore ipotesi una rissa tra ragazzini: “fate pace su! La guerra è brutta! …e se tu, Igor, che sei piu’ maturo sarai costretto a metterti in ginocchio davanti a Ivan, allora fallo! Che sarà mai? Lo farai per il quieto vivere di tutti…”. E siamo al punto, perché tutti i discorsi di questi cuor di leone per “la pace a tutti i costi (…i costi ucraini, ovviamente) portano sempre e comunque ad un’unica domanda: come si convincono gli ucraini a fare marcia indietro? Perché la prima questione riguarda gli ucraini per loro! A quanto pare l’ostacolo alla pace sarebbe costituito dal fatto che un popolo invaso, che non costituiva alcun pericolo per nessuno, non abbia accolto i carri armati con coriandoli e feste di benvenuto. E hanno ragione i pacifisti cinici e infantili!

Se uno stato invaso non opponesse nessuna resistenza le guerre finirebbero nell’arco di poche ore. Anzi, basterebbe solamente minacciare un attacco militare perché l’altra parte presenti una resa incondizionata. Con questo criterio uno stato aggressivo potrebbe conquistare con pochissimi morti l’intero pianeta nell’arco di due settimane.

Questo se si vuole la pace a ogni costo, è il prezzo da pagare. E’ meglio che lo sappiate e anche se vorrete girarvi dall’altra, noi saremo qui a ricordarvelo: la pace ha un prezzo.

Non dovrebbe essercene bisogno e invece siamo costretti ancora oggi, nel 2022, dopo due guerre mondiali e fiumi di inchiostro nei libri di Storia, milioni di morti e genocidi, a ricordare a questi cuori di pulcino le controindicazioni della “pace a tutti i costi”, rispetto alla “pace giusta”. Sorvoliamo su concetti come il torto e la ragione, il diritto o i principi morali che dovrebbero indurci a non premiare i dittatori criminali. Troppo complessi per qualcuno, troppo ideali e volatili. Limitiamoci alla real politik, al freddo pragmatismo:

1) lasciare che gli azzardi di dittatori criminali passino impuniti, vengono consentiti, lancia un messaggio al mondo e quel messaggio: è “si puo’ fare, chi è piu’ forte lo puo’ fare e la passera’ liscia”.

2) Ma quello che più di tutto dobbiamo sottolineare, con forza, e far comprendere a tutti è che le condizioni di pace non sono un dato prestabilito da raggiungere il più velocemente possibile. Le condizioni di pace sono un frutto faticoso e doloroso da cogliere dopo una lunga maturazione. Esse dipendono dalla forza contrattuale delle parti. Le condizioni di pace dipendono dallo status quo ante le trattative di pace stesse. La pace che si raggiungerebbe con un Ucraina militarmente sconfitta e piegata, con la deposizione (uccisione) di Zelensky, non sarebbe la stessa che si potrebbe ottenere con una situazione militare ancora in bilico, una Russia in difficoltà per le sanzioni e una popolazione ucraina refrattaria a ogni collaborazione con l’invasore. Nel primo caso l’Ucraina verrebbe smembrata in tante piccole autoproclamate repubbliche sotto il controllo di Mosca e con un presidente fantoccio a capo di quel che resterebbe del paese. Nel secondo caso il compromesso potrebbe salvare l’indipendenza e gran parte dell’integrità territoriale (se non tutta).

E’ per questo gli ucraini combattono, soffrono e muoiono, per giocarsi fino in fondo questa carta e il futuro dei loro figli e dei loro nipoti. Perché per loro la pace a ogni costo avrebbe un costo troppo grande. È questo che non capiscono i nostri “pacifisti cinici e infantili”, e non lo capiscono perché il prezzo di quella pace non sarebbero loro a pagarlo.

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